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Attualità | 28 maggio 2023, 07:20

Meraviglie e leggende di Genova - La Loggia della Mercanzia

Tra gli edifici più rappresentativi del centro storico, la loggia, nota anche con il nome di Banchi, fu voluta dai padri del Comune in un luogo strategico per la città

Meraviglie e leggende di Genova - La Loggia della Mercanzia

Passaggio da sempre centrale negli spostamenti da una sponda all’altra della città, la Loggia della Mercanzia è a buon titolo uno degli edifici più rappresentativi del centro storico.

Affacciata su piazza Banchi e sulla particolare chiesa di San Pietro, la loggia fu riferimento per oltre quattro secoli delle attività economiche della Superba.

Già nel Medioevo, la zona oggi chiamata piazza Banchi era il luogo deputato alle contrattazioni: la vicinanza con il porto la rendeva il luogo ideale così, nel 1415, si decise di realizzare una prima costruzione  che ospitasse mercanti e banchieri.

Qualche decennio più tardi, un incendio danneggiò gravemente la struttura tanto da renderla inagibile, così o Padri del Comune decisero di realizzare una nuova costruzione, più ampia, affidando il progetto ad Andrea Ceresola, noto con il soprannome di Vannone.

I lavori vennero realizzati in sei anni e nel 1595 la nuova loggia divenne il luogo di valuta: un ambiente unico a punta rettangolare, aperto su due lati e scandito da colonne binate, ospitava i cambiavalute al suo interno.

La costruzione della loggia rientrava in un piano di allargamento della piazza che ne avrebbe dovuto fare il nuovo centro commerciale della città. Questo comportò anche un necessario allargamento delle strade garantendo di fatto una nuova e più ampia viabilità tra Soziglia e Campetto e il Ponte Reale.

Ceduto alla Camera di Commercio nel 1839, l’edificio subì un importante restauro da parte dell’architetto Giovanni Battista Resasco; fu lui a decidere di chiudere le arcate con delle grandi vetrate. Qualche anno più tardi, nel 1855, la Loggia divenne la sede della Borsa dei Valori e delle merci e lo rimase fino a quando, nel 1912, la prima non fu trasferita nella nuova architettura di piazza De Ferrari.

Della decorazione originale a fresco oggi rimane solo l’opera del pittore toscano Pietro Sorri: una Madonna con Bambino tra i santi Giovanni Battista e Giorgio. Del grande affresco della volta, raffigurate lo stemma della Repubblica di Genova, purtroppo, non resta nulla a causa dell’incendio scoppiato dopo il bombardamento del 1942.

Dopo un lungo intervento di restauro, dal 2011 e per diverso tempo, l’edificio è tornato a ospitare eventi culturali e mostre.

Scoperta recentissima è invece quella avvenuta circa due anni fa. Durante i lavori per il futuro “Museo della città”, infatti, i tecnici hanno rinvenuto un complesso archeologico che è una fotografia della città cinquecentesca: le tracce di una bottega e di un deposito merci in un ottimo stato di conservazione.

Quanto emerso è una testimonianza fondamentale di come la zona, attraverso i secoli, abbia svolto un ruolo strategico di cerniera tra porto e città.

Ancora, al di sotto, tracce di epoca romana sono la base su cui le murature del XII secolo si poggiavano.

Costruzioni, probabilmente, da far risalire all’antica e nobile famiglia degli Usodimare che in questa zona avevano trovato spazio per il suo “clan”.

Isabella Rizzitano

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