Bellezza e suggestione si uniscono in una ideale staffetta che dal Cinquecento arriva fino al secolo scorso grazie alle due mostre parallele, Highlights e We Linked Passages, allestite rispettivamente al Teatro del Falcone e nelle stanze di Palazzo Reale.
Due esposizioni che cambiano il punto di vista dell’osservatore in modi differenti, capaci di paragonare le nuove forme di rappresentazione e la commistione degli stili che caratterizza l’arte del secolo scorso alle grandi quadrerie nelle opere del Cinque e Seicento.
A proposito delle due mostre, la direttrice Alessandra Guerrini, spiega: “Il nostro pubblico è abituato a vedere le nostre collezioni dispiegate tra Palazzo Reale e Palazzo Spinola. L’idea dunque è stata quella di portare alcuni capolavori in mostra, permettendo una maggiore concentrazione su di essi. Allo stesso tempo, a Palazzo Reale abbiamo voluto far entrare l’arte contemporanea proveniente dalle significative collezioni private genovesi”.
“Ci sono moltissimi temi - prosegue Guerrini - portano le opere in mostra possiamo raccontarle molto di più di quanto non possiamo fare quando sono nelle sale. Abbiamo un percorso bambini dedicato, all’interno del teatro del Falcone. Lo spirito è quello di aprirsi alla città nel modo più ampio possibile e anche a pubblici diversi perché speriamo che l’arte più contemporanea sia la più apprezzata soprattutto dal pubblico giovane”.
E sull’arte contemporanea e le opere scelte per essere collocate nelle sale del secondo piano nobile di Palazzo Reale, la direttrice aggiunge: “La scelta delle opere contemporanee è stata fatta in modo tale che dialoghi con le opere della collezione, speriamo che il nostro pubblico colga i possibili rimandi e tutto quello stimolo intellettuale, di riflessione e di gusto visivo che queste opere possono suggerire proprio nel confronto tra antico e moderno”.
Dall’idea dunque di portare sculture e pitture a un comodo punto di osservazione che possa permettere a chi osserva di concentrarsi sulla singola opera prende le mosse Highlights - Maestri dal ‘500 al ‘700 dai Musei Nazionali di Genova: quaranta opere, comprese le nuove acquisizioni per la Galleria Nazionale da parte del Ministero della Cultura, mettono in luce una rappresentanza del patrimonio artistico che Genova conserva.
Le opere, estratte dal loro abituale contesto, dialogano negli spazi del Teatro del Falcone garantendo una fruizione unica, instaurando un confronto e una sorta di “intimità” tra l’arte e chi la osserva.
Anna Manzitti, curatrice della mostra, racconta: “Highlights ha deciso di mettere in mostra alcune delle opere più rappresentative delle due collezioni. Dal momento che l’istituto ministeriale è unico e il patrimonio è uno ci piaceva, per la prima volta, poterle intrecciare in un percorso in cui mettere in luce alcuni dipinti che non sono sempre facilmente visibili perché magari posti nelle antiche quadrerie, in alto, e non sempre immediatamente accessibili. Inserirli dunque in un percorso che le accosti a una visione ravvicinata e in più, appunto, in un percorso intrecciato”.
Tra le che opere compongono il percorso di visita del Teatro del Falcone spiccano le Quattro Metamorfosi di Filippo Parodi, solitamente ospitate nella Galleria degli Specchi: supportate dall’allestimento pensato dall’Architetto Giovanni Tironi, si impossessano dello spazio e diventano cardini attorno a cui ruotare per apprezzarne i dettagli.
Tra ritratti di personaggi illustri della storia genovese come quello di Stefano Raggi realizzato da Joos Van Cleve, e le opere di Grechetto e Orazio Gentileschi, si fa largo un percorso pensato per i più piccoli. A proposito, Manzitti aggiunge: “Mi fa piacere sottolineare che nella mostra abbiamo voluto preparare, con il servizio educativo, un percorso Kids, è la prima volta che i Musei Nazionali provano a raccontare la mostra in modo specifico ai bambini per rendere il museo un luogo più accessibile”.
E se da una parte i capolavori di Palazzo Reale si spostano al Teatro del Falcone, negli spazi temporaneamente liberati trovano posto le opere degli artisti del Novecento scovate nelle grandi collezioni private genovesi.
E’ We Linked Passages, titolo preso in prestito dall’ultima opera del percorso espositivo, un laser painting su tela in cui Ben Patterson, pittore e musicista americano, scelse di sottolineare la volontà di collegare mondi che solo in apparenza sono distanti.
Proprio l’idea di collegamento tra due periodi differenti e due linguaggi è il fil rouge di questa esposizione parallela.
Lo spiega Luca Leoncini: “In contemporanea con la mostra al Falcone, nelle sale del Palazzo di articola la mostra con 13 grandi maestri del Novecento. Abbiamo colto l’occasione, insieme a Leo Lecci, docente di Arte Contemporanea all’Università di Genova, e con Anna Manzitti e Alessandra Guerrini, di far entrare dentro il sistema della dimora alcune opere di arte contemporanea. Non semplicemente ospitate dentro le sale, ma fatte diventare loro stesse opere della dimora. C’è stato un lungo percorso per sceglierle, le abbiamo estratte da alcune importantissime collezioni di arte contemporanea genovesi, e questo è un altro elemento che ci è piaciuto molto sottolineando la presenza in città di queste collezioni per lo più sconosciute al pubblico e quindi far dialogare le nostre collezioni di arte antica con produzioni di arte del Novecento con tutte le loro tematiche quindi, per contrasto quando l’opera nasce per essere in qualche modo dirompente, o invece per assonanza quando l’opera aveva in sé questa valenza, qualità di armonia con il passato”.