Era il negozio della pinolata, del torrone venduto a peso, della focaccia secca che più sottile non si può, il negozio del camolone e del pane cafone. Era e purtroppo da domani non sarà più: perché il Panificio Cornaglia di via Ricasoli, a Pegli, chiude i battenti dopo una gloriosa e soprattutto golosa avventura durata quarant’anni.
Quattro decadi di storia, di buon gusto, di qualità e cortesia: un lungo periodo nel quale Clelia Cornaglia, che tutti conoscono come Lella, è stata dietro al banco, a servire questo o quel cliente, ad ascoltare questa o quella confidenza, ad accontentare questo o quel frequentatore abituale, assolvendo pienamente e sempre orgogliosamente al compito di un negozio di vicinato. In un commercio che si sta sempre più trasformando, e dove la grande distribuzione lascia i suoi segni, anche in termini di abitudini al consumo (il rapporto tra chi vende e chi compra è sempre più impersonale), raccontare la storia del Panificio Cornaglia equivale a raccontare una storia d’altri tempi, una storia ‘vintage’, tanto quanto le pareti in legno di questo negozio, gli scaffali con le etichette dei prezzi nere e bianche come si usava una volta, le scritte con le promozioni e le offerte rigorosamente fatte a mano.
È stato sin dal 1983, questo angolo di via Ricasoli, nel cuore della Pegli ‘bene’, il regno di Lella, prima insieme al marito Alberto, poi insieme al figlio Roberto e alla nuora Samantha: “Ho settant’anni, sono qui da quaranta e prima ancora ho lavorato per undici anni in un negozio di fiori e, da giovanissima, in un negozio di giocattoli, come dipendente. La mia vita è stata sempre votata al commercio. Sono nata a Bolzaneto, ho vissuto a Cornigliano, ma gran parte del mio lavoro l’ho svolto a Pegli, perché è qui che mio marito aveva trovato un forno da rilevare, dalla famiglia Casale. Peccato che questa attività se la sia goduta poco, visto che è mancato giovanissimo, quando aveva 37 anni. Io sono andata avanti anche per lui, potendo contare sulla collaborazione di alcuni fornai, sino a quando mio figlio Roberto, che aveva imparato dal papà tutti i segreti e tutte le ricette, ha deciso di andare avanti lui, prima con la pasticceria e poi con il pane. Adesso, però, è arrivato il traguardo e me ne vado piena di soddisfazioni, anche se ovviamente molto a malincuore”.
Il Panificio Cornaglia per anni è stato un riferimento a Pegli: “La maggior parte sono clienti abituali, quasi tutti residenti in zona. Per moltissimo tempo sono stata la signora Casale, visto che mi chiamavano con il nome dei precedenti gestori. A poco a poco, sono diventata Lella, sono entrata nel cuore dei pegliesi e loro sono entrati nel mio”.
Ieri una signora di 94 anni, che da tempo non riesce più a uscire di casa, ha voluto farsi accompagnare fuori a tutti i costi, “perché mi voleva salutare e voleva dirmi che da noi si è sempre trovata bene e desiderava farlo di persona: questo gesto mi ha commosso moltissimo, è stato il miglior ringraziamento e il miglior regalo che potessi ricevere”. Ecco cos’è un negozio di vicinato, eccolo spiegato nel gesto della signora di 94 anni: “Ma a poco a poco è diventato difficile andare avanti e a un certo punto non abbiamo avuto altra scelta che quella di salutare tutti”.
Il servizio di rivendita del pane e della focaccia, oltre che del latte, sarà mantenuto dalla vicina gastronomia, ‘Franco e Sabrina’, pure loro ormai radicati sul territorio da lungo tempo e molto amati e stimati dalla popolazione per la professionalità, la cura e la cortesia. Mancherà, però, il camolone del Panificio Cornaglia, quel lungo filone all’acqua che assomiglia a una grandissima camola, mancherà il pane ai cereali, mancheranno i dolcetti. Mancherà il sorriso di Lella, una donna che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro, una donna che ha dedicato gran parte della sua vita a portare avanti il sogno del marito Alberto. Ci porteremo nel cuore questi quarant’anni, ci porteremo nel cuore il sano, genuino e inimitabile commercio di una volta. Perché negozi come il Panificio Cornaglia hanno fatto tanto bene agli occhi e al cuore, oltre che al palato. “Le auguro di andare alle Maldive”, dice una cliente alla signora Lella. Sicuramente se lo merita, di fare un bel viaggio.