Sport - 19 maggio 2023, 13:16

Giovanni De Pra', la copia della sua storica medaglia sarà interrata vicino alla porta davanti alla Gradinata Nord

Oggi alle 19.20 la cerimonia ufficiale allo stadio Luigi Ferraris

Alle 19.20 di oggi, in occasione dell’ultima gara di campionato Genoa-Bari, allo stadio Luigi Ferraris si svolgerà la cerimonia di interramento della fedele copia in argento placcato della speciale medaglia commemorativa appartenuta a Giovanni De Prà, portiere-simbolo della Nazionale italiana e del Genoa dal 1921 al 1933 con cui vinse i campionati 1922-23 e 1923-24. Il cimelio originale venne smarrito durante i lavori di ristrutturazione dello stadio Luigi Ferraris per i mondiali di Italia ’90 e mai più ritrovato.  

L’evento è il passaggio conclusivo di una mozione presentata dal consigliere Angiolo Veroli, votata all’unanimità durante il Consiglio Comunale del 7 marzo, che propose di rinnovare l’omaggio di oltre 43 anni fa. Stasera interverrà l’assessore comunale allo Sport Alessandra Bianchi mentre il Genoa sarà rappresentato dal presidente Alberto Zangrillo e dal direttore generale Flavio Ricciardella; per la famiglia De Prà ci saranno Antonio, Silvia e Luca che è preparatore tecnico della Primavera del Genoa e responsabile area scouting portieri del settore giovanile del club. 

L’esatta riproduzione della medaglia originale è stata resa possibile dall’interessamento dell’esperto numismatico Guido Lavagna del Little Club Genoa “De Prà” con la collaborazione degli eredi di De Prà (attuali proprietari), del Genoa e della Figc. Fu coniata nel 2011 dal laboratorio fiorentino S.A.F. che produsse l’originale. 

Come avvenne il 16 settembre 1979, anche durante la commemorazione di oggi la medaglia sarà sotterrata nelle adiacenze della porta vicina alla Gradinata Nord: una precisa volontà che il portiere espresse in segno di gratitudine verso il club e i tifosi rossoblù auspicando di tramandare i suoi profondi valori di uomo impegnato nel sociale e di atleta dalla carriera mai macchiata da ammonizioni o espulsioni. Una figura, la sua, a cui Genova rese ulteriore onore intitolandogli anche la via che scorre lungo la facciata principale dello stadio Luigi Ferraris. 

«Da appassionata della storia dei club della nostra città sono particolarmente contenta di poter contribuire a rinnovare l'omaggio a Giovanni De Prà, leggenda indiscussa del calcio dai riconosciuti valori sportivi e umani afferma Alessandra Bianchi, assessore allo Sport del Comune di Genova -. La cerimonia di oggi è la bellissima conclusione di un percorso che l'amministrazione comunale ha avviato con la famiglia, la società del Genoa e le istituzioni del calcio. Un lavoro svolto con passione che vuole onorare un atleta i cui esempi meritano di essere ricordati e tramandati alle generazioni future». 

«Proviamo un sentimento di commozione all’idea di poter celebrare, nei festeggiamenti per il ritorno in Serie A, anche la figura di un uomo e di un’autentica leggenda, simbolo della nostra storia e delle nostre tradizioni - dichiara il presidente Alberto Zangrillo per il Club rossoblù -. De Prà è stato un campione per meriti sportivi e ha lasciato la sua impronta indelebile per senso di appartenenza, lealtà, statura morale. Sono valori e pagine di vita da tramandare nel dna di chi ama lo sport. Ringraziamo le istituzioni tutte, la famiglia De Prà e quanti si siano spesi per arrivare a questo risultato».  

La storia di quella medaglia perduta fu davvero particolare. Giovanni De Prà, che all’esordio in nazionale contro la Spagna riuscì stoicamente a mantenere inviolata la sua porta giocando oltre un’ora con un braccio fratturato legato dietro la schiena (all’epoca non erano previste sostituzioni), partecipò alle Olimpiadi di Parigi 1924 e a quelle di Amsterdam 1928 dove l’Italia conquistò il bronzo. Amava definirsi un “uomo libero” e a causa dei suoi contrasti con il regime fascista (disobbedì alle regole del regime fascista che non permetteva alle mogli di seguire i loro mariti atleti in occasione di gare ufficiali) fu il solo calciatore di quella squadra a non ricevere la medaglia commemorativa voluta dal Governo italiano. Decenni dopo, nel 1971, quel torto venne riparato dall’allora presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Artemio Franchi che gliene conferì una d’oro personalizzata. 

Redazione