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Municipio Centro Est | 18 maggio 2023, 11:20

Commercio: chiude l'edicola di largo Pertini, era aperta da prima della guerra

Il titolare: "Mancano i clienti e sono diminuiti i margini di profitto. Un tempo valeva 100 mila euro, oggi ci sono colleghi che faticano a vendere a 5 mila"

Commercio: chiude l'edicola di largo Pertini, era aperta da prima della guerra

Undici anni fa Alberto De Lauretis acquistava l'edicola di largo Pertini pensando di aver fatto un buon affare. Il chiosco era piccolo, ma accanto alla piazza principale della città dove, spostato di alcune decine di metri dalla collocazione originale, resisteva da prima della guerra. Non avrebbe mai immaginato De Lauretis che a distanza di poco più di due lustri avrebbe dovuto prendere la drastica decisione di chiudere i battenti e andare in pensione, per giunta con la minima. La crisi delle edicole ha colpito definitivamente il centro storico, cuore pulsante della città. Domenica scorsa l'ultimo giorno di apertura, ad annunciarlo un foglio bianco affisso con lo scoth sulle pareti del chiosco, con una laconica scritta in capslock: 'L'EDICOLA SARA' CHIUSA PER CESSATA ATTIVITA' DA DOMENICA 14 MAGGIO 2023'.

All'interno De Lauretis c'è ancora, la sta svuotando con l'aiuto di un amico. Nei cinque minuti in cui lo incontriamo arrivano tre potenziali clienti, chiedono biglietti dell'autobus, 'La Settimana Enigmistica', l'edicolante li guarda incuriosito: “Siamo chiusi”, gli dice, poi quando sono andati via: “Ma non lo leggono il cartello?”.

La storia dell'edicola di largo Pertini, un tempo accanto al Carlo Felice, spostata di qualche metro verso piazza De Ferrari nel corso degli anni, è la stessa di tante altre che abbiamo raccontato. A un certo punto ci si rende conto che il gioco non vale la candela, troppi i sacrifici per vendere un pugno di copie. “Quando sono arrivato vendevo 150 copie al giorno del Secolo, - racconta De Lauretis a La Voce di Genova - oggi è tanto se arrivo a 30, ed è il giornale più venduto. Riviste? Non ne parliamo, non si vendono più, un tempo avevo buoni clienti che acquistavano riviste di scienza, tecnologica, ora sono spariti”.

A pesare è sicuramente l'avvento di internet. Del resto questo articolo sarà pubblicato da un quotidiano online, fonte di informazione per la maggioranza dei lettori del ventunesimo secolo. A volte sono gli stessi editori a fare scelte in controtendenza con il futuro dei cartacei. “Il Corriere propone un abbonamento su internet a 3 euro al mese”, riflette amaramente l'edicolante, che poi aggiunge: “I clienti affezionati ci sono rimasti male, ma sono davvero pochi. Sono diminuiti con la crisi e poi col covid. Prima c'erano tanti anziani che compravano tutti i giorni il giornale, ora li vedo, ma comprano meno, se va bene una volta alla settimana”. 

I ricavi si sono assottigliati fino a rendere difficile pagare il suolo pubblico, che in undici anni è aumentato da 1200 a 3000 euro all'anno. E sono diminuiti anche i margini di profitto perché editori e distributori pretendono una fetta più grande della torta, a loro volta per fare fronte alla crescente spesa per la produzione e la diffusione dei giornali. Il risultato? “Una volta un'edicola come questa valeva 100 mila euro, oggi ci sono edicolanti che non riescono a cedere a 5 mila, veda lei”, chiosa De Lauretis.

Francesco Li Noce

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