Tra pochi giorni il Teatro Ivo Chiesa ospiterà l’Acoustic Night 23, un appuntamento attesissimo con la grande musica acustica.
Tre sere, dal 18 al 20 maggio, in cui Beppe Gambetta, virtuoso della chitarra, compositore e produttore dell’evento insieme a Federica Calvino Prina, sarà accompagnato sul palco da tre artisti provenienti da diverse parti del mondo.
Tema della 23esima edizione sarà Lingua Madre, incentrato sule minoranze linguistiche e culturali.
A proposito, Gambetta racconta: “Vedremo un’Acoustic Night dedicata ai giovani. Sono giovani che rappresentano questo tema molto profondo, che quest’anno è minoranze culturali e minoranze linguistiche. La cosa bella è che tutti questi giovani sono anche cantanti e cantautori oltre a essere ottimi polistrimentisti.
Sarà, come al solito, questo incontro da cui possono anche nascere scintille per il futuro. E’ una delle cose belle di cui sono molto orgoglioso: l’Acoustic Night molte volte non si è fermata solo sul palco della Corte con questi momenti meravigliosi ma è andata avanti, sono nate amicizie e delle sinergie artistiche durature nel tempo”.
“Speriamo che anche quest’anno succeda lo stesso - prosegue il chitarrista - perché gli artisti sono particolarmente giovani e hanno davanti una carriera meravigliosa. Quando organizziamo l’Acoustic Night diventiamo anche talent scout”.
Tre gli artisti che saranno sul palco raccontato la particolarità delle loro composizioni e, come racconta ancora Gambetta, sarà una serata avvincente: “Il tema della minoranza ci ha portato a un artista che appartiene alla minoranza francofona del Quebec canadese, François Felix Roy.
François è al suo album d’esordio, ha soli 23 anni ma è già un musicista navigato, raffinatissimo chitarrista, compositore, arrangiatore con una voce molto bella.
Poi i musicisti del Quebec hanno questa tradizione, si accompagnano tenendo il ritmo con i piedi, pestando i piedi sulla tavoletta. Pestano i piedi ma non sono capricciosi - ride - Lui sicuramente dal punto di vista del virtuosismo forse è l’artista più interessante.
Insieme a lui ci sarà Matteo Leone, un artista che proviene da Calasetta, che rappresenta questa minoranza linguistica del sud della Sardegna, iniziata 500 anni fa dai pescatori di corallo che sono andati in Tunisia, a Tabarca, poi si sono spostati. Una storia lunga da raccontare che ritorna a Genova per Matteo. Proprio lui diceva ‘sento come se ritornassi a casa dopo 500 anni’. Matteo, pur avendo vinto il premio Andrea Parodi, essendo già un artista affermato in Sardegna, non si è mai esibito a Genova. E’ emozionante parlare con lui anche in genovese perché la loro lingua ha delle inflessioni derivate da questa permanenza in Africa e in Sardegna ma fondamentalmente è un pegliese antichissimo, di cinquecento anni fa. Matteo, oltre a essere un ottimo cantautore, suona la chitarra con una vena blues bellissima e ha una voce incredibile. Talmente profonda che dice ‘non posso neanche suonare e cantare le canzoni di De Andrè perché ho una voce talmente simile alla sua che praticamente diventerei una sua copia, devo starci molto attento’. Ha una voce incredibile e non vedo l’ora che tutti i nostri amici possano ascoltare.
Il terzo artista è Aysanabee, proviene dalla tribù dei Sandy Lake, dei grandi laghi del Canada, una tribù indiana e lui non solo rappresenta una minoranza linguistica ma addirittura rappresenta la distruzione di una minoranza linguistica che è ancora più intenso.
Suo nonno era uno di quei bambini che sono stati strappati dalle loro famiglie e mandati nelle scuole cattoliche. C’è stato questo genocidio di bambini di cui suo nonno è stato testimone. Lui ha deciso di raccontare questa storia, suo nonno ha perso il linguaggio indigeno della sua tribù, ricorda solo alcune parole. Lui racconta, in inglese, la perdita di questa identità".
L’Acoustic Night è anche un momento in cui gli artisti confrontano e sperimentano nuove sonorità, aprendo di fatto strade nuove.
Un’alchimia che porta a risultati spesso nemmeno immaginati.
Ancora, Gambetta ricorda: “Se iniziassimo a fare i racconti dei momenti particolari delle Acoustic Night, avremmo bisogno di tantissimo tempo. Tra i ricordi particolari ci sono tanti artisti che hanno iniziato delle loro collaborazioni sul palco dell’Acoustic Night, David Grier e Brian Sutton hanno iniziato a fare concerti insieme da quel momento, loro sono entrambi di Nashville ma c’è voluta Genova per riunirli.
Ci sono tanti altri artisti che hanno tratto spunti molto importanti, Casey Driessen l’anno scorso ha continuato le sue ricerche partendo dall’Acoustic Night: è venuto in Italia e ha fatto proseguito con gli studi entomusicologici sulle nostre tradizioni, ha continuato a incidere per il suo progetto. Ma ci sono ricordi anche buffi, una volta, per esempio, c’era la diretta radio e mi avevano detto ‘finisce esattamente a quest’ora perché ci sarà il telegiornale’ io allora ho detto ‘la diretta radio è finita, finalmente posso dire belin e posso parlar male del nostro primo ministro’. Invece la diretta radio non era finita perché c’era un ascolto molto alto e avevano deciso di spostare il telegiornale.
Se vogliamo parlare di altre cose belle nate dall’Acoustic Night, la cosa forse più esaltante riguarda l’edizione 2018, dedicata agli artisti che traducevano Fabrizio De André nella loro lingua. Felix Meyer, l’artista di Berlino, aveva tradotto tra le altre canzoni La guerra di Piero, Pieros Feldzug , è stata introdotta al pubblico tedesco, fa parte del suo ultimo lavoro ed è entrata in classifica in Germania. Pensare che adesso ragazzi di Berlino possano ascoltarsi La guerra di Piero in tedesco è una cosa, secondo me, bellissima, Lo stesso è successo anche James Keelaghan, artista canadese che ha tradotto la canzone ‘la cattiva strada’ e tutto questo lavoro è andato avanti e sta avendo i suoi frutti, E’ bello pensare all’Acoustic Night come un work in Progress che non si conclude solo in questa magica sera”.
Lo scorso anno Beppe Gambetta ha presentato anche ‘Dichiarazioni d’amore’ un libro che ha avuto un buon successo: “Questa esperienza è figlia di questa cosa che inizia per ‘pan’ e finisce per ‘mia’ che nessuno più vuole pronunciare. E’ figlia di questa vacanza prolungata in cui tutti quanti abbiamo aperto i nostri scatoloni e mi sono accorto che, effettivamente, a 68 anni, avevo tantissime cose da raccontare. Alcune cose erano molto ironiche e divertenti, molto leggere, altre invece raccontavano aspetti molto importanti della vita dell’artista. Il libro l’ho scritto anche per raccontare alle nuove generazioni che ci si può innamorare di un certo tipo di bellezza che non fa parte del trend. Quando ho iniziato avevo 16/17 anni, ho sentito queste musiche acustiche che nessuno conosceva, per cui nessuno era interessato. Mi sono innamorato e mi sono buttato. Ho scritto, ho fatto un sacco di cose e sono ancora qua a raccontare di questa bellezza e di come ci si può innamorare in questo mondo indipendente e si possono fare grandi piccole cose ma si trova sempre un riscontro. La cosa più importante di questo ‘Dichiarazioni d’amore’ è che sta avendo un bel successo nella sua nicchia del mondo indipendente e sta raccontando alle nuove generazioni che ci si può innamorare di un qualcosa che non si vede in televisione ma che è un qualcosa di bello e meraviglioso”.