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Attualità | 14 maggio 2023, 07:20

Meraviglie e leggende di Genova - La leggenda dell’Albero d’oro

Una breve via che conduce all’ingresso di villa Imperiale porta un nome particolare, via dell’Albero d’oro, che si rifà a una leggenda popolare dal prezioso insegnamento

Meraviglie e leggende di Genova - La leggenda dell’Albero d’oro

In via Torti, all’angolo con piazza Terralba, si trova una breve via alberata che conduce all’ingresso di villa Imperiale.

Questa strada si chiama via dell’Albero d’oro, un nome curioso che si pensa possa derivare da una leggenda popolare.

Si racconta infatti che la zona di San Fruttuoso, un tempo fuori dalle mura di Genova, fosse una zona ricca di alberi e campi dove non mancavano le coltivazioni.

Una zona verde, rigogliosa, con diverse essenze e varietà che, come accadeva spesso, era stata suddivisa tra i nobili che avevano acquistato le proprietà.

Una di queste apparteneva a un uomo che aveva il vizio del gioco.

Seduto al tavolo, il nobile si lanciava in scommesse coi dadi ad alterne fortune.

Il suo vizio, però, gli costò quasi tutto il suo patrimonio, arrivando ad essere a un passo dal lastrico.

Al nobile rimase un’ultima giocata in cui mise come posta l’albero di alloro che possedeva nell’ultimo, piccolo, lotto di terra che gli era rimasto.

Il lancio dei dadi fu un lancio fortunato e l’uomo vinse.

Convinto che fosse proprio l’albero a portare fortuna, continuò a giocare scommettendovi sopra tanto da riuscire a ricomporre una piccola fortuna. 

Fu proprio quando riacquistò la propria fortuna che il nobel capì il valore della dignità e della semplicità, rendendosi conto di come il suo stile di vita lo avesse portato a un passo dalla rovina.

Questa presa di coscienza lo portò a smettere di giocare a dadi e a non sperperare più il proprio denaro.

Questa leggenda non è l’unica che riguarda l’albero d’oro: si racconta spesso anche di un ladro che, scappando per via Torti e sentendo i gendarmi col fiato sul collo, decise di gettare il sacchetto con le monete d’oro sull’albero, nella speranza di ritornare a prenderlo.

Il ladro non tornò mai indietro e il sacchetto, col tempo, si consumò fino a logorarsi, facendo cadere pian piano le monete a terra.

I passanti si trovarono quindi davanti a un albero che faceva cadere monete e in poco tempo la voce si sparse in tutta la zona attirando tantissimi curiosi attorno all’albero.

Qualche verifica e fu scoperta la verità così il sacco venne recuperato e con esso quello che rimaneva delle monete d’oro.

Oggi l’albero che si riteneva essere quello fortunato non si trova più in via dell’Albero d’oro, tagliato negli anni ’80 perché malato.

Isabella Rizzitano

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