Sport e inclusione: queste le parole chiave della 25° edizione di "Vivicittà Porte Aperte", l'iniziativa a Genova ha visto protagonisti i detenuti della casa circondariale di Marassi.
Dopo 3 anni di stop legato alla pandemia, UISP è tornata a organizzare la manifestazione sportiva in diverse città italiane: evento chiave è la gara podistica, che consiste nel percorrere tre giri dentro e fuori dal carcere, a cui hanno partecipato 17 detenuti e 16 podisti esterni di diversi gruppi cittadini: Zena Runner, Maratoneti del Tigullio, Gruppo città di Genova, podisti UISP e una rappresentanza di giornalisti del Secolo XIX.
Il podio è interamente degli ospiti della casa circondariale: a conquistare il primo posto è stato Chen Zhipeng, seguito al secondo posto da Friday Igbinosun e al terzo da Issan El Bihi.
Sorrisi, incoraggiamenti, dialogo sono stati alla base del pomeriggio trascorso insieme ai partecipanti, che hanno chiacchierato e raccontato un po’ di sé a chi ha preso parte alla gara ma che arriva ‘dall’esterno’.
Non solo corsa: poco prima della partenza della gara, si è svolto anche l’incontro di calcio nel campo interno al carcere tra la squadra di detenuti Savona FBC e quella delle guardie carcerarie, finita 2-6.
Tullia Ardito racconta l’emozione della sua prima Vivicittà da quando ricopre la carica di direttrice del carcere di Marassi: “Siamo molto contenti perché, ovviamente, si tratta di un ritorno alla normalità dopo lo stop legato alla pandemia. Lo sport per noi è importante, i suoi valori sono fondamentali per i detenuti, ed è un’iniziativa che portiamo avanti con interesse. I detenuti vengono ammessi a partecipare a questi eventi in base alle loro caratteristiche, mentre i podisti delle associazioni spesso partecipano e collaborano con l’istituto per varie iniziative”.
Mariano Passeri del comitato UISP provinciale di Genova racconta: “Ricominciamo con la Vivicittà, uno degli eventi più belli che UISP propone: entrare all’interno della casa circondariale di Marassi e portare lo sport è la nostra missione, quello che facciamo durante tutto l’anno con varie attività. Non ci siamo fermati neanche durante la pandemia, almeno finché è stato consentito farlo.
Sono coinvolte anche altre realtà, la podistica genovese abbraccia da sempre questa iniziativa: sia la parte podistica del Secolo XIX, che partecipa da anni a questo evento, sia le associazioni a noi affiliate aderiscono con passione e con la voglia di fare qualcosa di significativo”.
“Non è la prima volta, anzi, partecipo da tanti anni partecipo” ci spiega Giuliano Canepa, uno dei rappresentati dell’associazione Maratoneti del Tigullio. “È una piccola manifestazione per noi che corriamo spesso, lo facciamo volentieri senza spirito agonistico come possiamo avere in altre manifestazioni, qua si corre per stare insieme a queste persone che purtroppo non hanno possibilità di uscire al di fuori di queste mura e in queste occasioni abbiamo la possibilità di stare insieme a loro”.
“Fa piacere portare la nostra presenza di Secolo XIX con la nostra piccola squadra di corsa - spiega la giornalista Francesca Forleo -. Non è la prima volta che partecipiamo, ci fa piacere far parte di questo evento sportivo che unisce e che può contribuire a far avere un punto di vista diverso sulle persone che si trovano in carcere. E’ bello anche correre piano e riuscire a chiacchierare con loro, riuscire a scambiarsi emozioni, impressioni, storie, che per noi giornalisti sono la cosa più importante, insieme alle persone che ci stanno dietro”.
Al termine della corsa, la premiazione ha visto protagonisti tutti i partecipanti, sia i podisti, sia della partita di calcio, che hanno ritirato una pergamena consegnata direttamente dalla direttrice Ardito.
A Genova, l’iniziativa di “Vivicittà Porte Aperte” si realizza all'interno del Progetto denominato La Rete che Unisce (patto di sussidiarietà attivato grazie al contributo della Regione Liguria e di cui capofila è Agorà). Nell’ambito di tale progetto, UISP Genova è presente con la predisposizione e organizzazione di attività motorie e sportive che abbiano la finalità di creare un ponte tra carcere e territorio, tra chi è dentro e chi fuori le mura.
Negli anni scorsi sono stati attivati – e sono attivi tuttora - corsi di pallavolo, partite di basket e pallamano, sedute di ginnastica, tornei di calcio, corsi per diventare arbitri di calcio.