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Attualità | 30 aprile 2023, 07:20

Meraviglie e leggende di Genova - Villa Lomellini Rostan

Costruita nella seconda metà del ‘500, la villa conserva degli straordinari affreschi di Bernardo Castello e che in passato era famosa in tutta Europa per il suo giardino all’inglese, tra i più ammirati del ‘700

Immagine proviene dal Fondo Paolo Monti, di proprietà BEIC e collocato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano., CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=66097163

Immagine proviene dal Fondo Paolo Monti, di proprietà BEIC e collocato presso il Civico Archivio Fotografico di Milano., CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=66097163

Oggi sede della società del Genoa, Villa Lomellini Rostan racconta una storia lunga diversi secoli.

La costruzione del palazzo avvenne tra il 1564 e il 1568 per volontà di Angelo Lomellini sui terreni acquistati dal suo avo, Ansaldo, tra il 1343 e il 1346.

La storia di questa villa percorre i secoli e tante sono le testimonianze che ancora oggi si possono osservare, veri e propri segna tempo che raccontano le proprietà e il gusto delle diverse epoche.

E’ il caso, per esempio, della decisione di Agostino Pallavicini che, nel 1760, affida al progettista Emanuele Andrea Tagliafichi la realizzazione del giardino all’inglese divenuto, dopo il suo completamento, uno dei più belli e ammirati d’Europa.

Da qui prese ispirazione Michele Canzio per la realizzazione di Villa Pallavicini a Pegli. 

A proposito del giardino, Attilio Zuccagni-Orlandini, nella sua Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue Isole, del 1836, scriveva: «L'edifizio più bello di tutto il distretto è la Villa Lomellino presso la Varenna, cui il Dupaty prese tanto diletto a descrivere: nei giardini che le si aprono attorno parve a quello straniero di veder ricinto tutto ciò che può formarsi dall'umano ingegno colla terra, coll'acqua e coi fiori: a dir vero il così detto bosco è luogo di delizia di straordinaria amenità; tanti sono i viali arborati, i canali, i laghetti di quel ricinto».

La villa si compone di due piani nobili e un ammezzato che conclude la costruzione; uno scalone convergente, con le rampe a congiungersi sul pianerottolo d’ingresso, sottolinea l’accesso alla parte interna che termina, sui lati, con due logge oggi non più allo stato originale per via degli interventi che hanno addirittura murato una delle due.

A svettare, poco sopra il tetto, si può vedere una torretta, elemento che sottolinea come il palazzo avesse una funzione difensiva della costa.

A metà Ottocento, viene realizzata una cappella in stile neoclassico sul lato orientale della villa intitolata a San Filippo Neri.

Ed è proprio l’Ottocento il periodo di massimo splendore di Villa Lomellini Rostan quando sovrani e nobili provenienti da ogni corte europea, si trovavano sotto gli affreschi del Castello, ancora oggi visibili.

Purtroppo il giardino tanto ammirato è stato in gran parte trasformato in un campo da calcio, il Pio XII oggi intitolato a Gianluca Signorini, e in parte sacrificato per la realizzazione dei depositi petroliferi e dell’uscita autostradale di Pegli.

Isabella Rizzitano

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