Nelle mie sedute di Nutrigenomica, a volte, mi capita di incontrare persone con uno stile di vita, tutto sommato corretto ed equilibrato, ma che, nonostante ciò, lamentano disturbi o vere e proprie patologie. Come è possibile? Il fatto è che le variabili coinvolte nella comparsa delle alterazioni patologiche sono numerose e soggettive: parlo di genetica, familiarità, suscettibilità alla malattia e stile di vita.
Tutto concorre all’evento patologico. Possiamo seguire una dieta equilibrata e soffrire lo stesso di gastrite o di reflusso gastroesofageo; possiamo svolgere costantemente attività fisica e non riuscire a perdere peso; possiamo dedicare intere giornate al riposo, allo svago, all'educazione dei nostri pensieri e soffrire lo stesso di ansia e depressione.
E questo perché le cause della malattia non sempre si palesano o sono direttamente collegate al sintomo. Molte volte le cause sono inconsce e difficilmente rilevabili, altre volte sono volutamente ignorate! Ma a prescindere dalla causa, la “malattia” è sempre un segnale che qualcosa non va nel nostro vivere e nella elaborazione dei nostri pensieri.
La verità è che per stare bene devono coesistere in noi sia la salute fisica (organica) che quella psicologica (mentale). Le due cose non possono essere scisse. Il corpo fisico può essere ben nutrito, può essere potenziato con un adeguato allenamento, può essere aiutato da una corretta integrazione di fitonutrienti specifici, ma se non abbiamo la mente lucida e il cuore “gioioso”, prima o poi il meccanismo si inceppa e compare la malattia. A quel punto, dovremmo fermarci e riflettere, per valutare quali errori stiamo facendo e quali cambiamenti, eventualmente apportare, ma purtroppo questo succede raramente! Non esiste una ricetta miracolosa, una “pillola magica” in grado di curare tutti i mali del mondo!
Quello invece che possiamo fare è aiutare il nostro corpo, compiendo scelte di salute e, se malato, alleviare i sintomi, senza ostacolarne, anzi favorendone il recupero. Tra mente e corpo deve esserci una collaborazione, una comunicazione fluida e continua, una stretta relazione che ci permette di sentirci partecipi e più responsabili del nostro destino, capaci di comprendere, almeno in parte, la complessità della nostra esistenza.
Questo equilibrio ci consente di sentirci uomini “liberi” dai condizionamenti e dai preconcetti, meno indottrinati e controllati da una società che, in molti casi, ci vuole “schiavi” del materialismo, della superficialità e per questo condannati a vivere da eterni malati.
Purtroppo, ultimamente le malattie della sfera psicoemotiva (mentale) stanno interessando un numero sempre maggiore di persone, anche tra i giovani che si vedono defraudati di prospettive, valori e punti di riferimento. Quello che si sta perdendo è soprattutto la “serenità d’animo”: persone sempre più intolleranti, arrabbiate, frustrate e impaurite.
Se è vero che le difficoltà ci aiutano a crescere (quante volte me lo sono sentito ripetere dai miei nonni), per poter vivere una vita piena e gratificante abbiamo bisogno anche di uno stato d'animo sereno. Solo in questa condizione psico-emotiva le nostre attività, la nostra creatività e le nostre relazioni sociali e familiari si aprono allo scambio reciproco, liberi dalla smania della competizione feroce e della ricerca ossessiva del successo, unicamente materiale.
Condizione fondamentale per raggiungere questo stato d’animo è avere una mente lucida e abituata alla fluidità dei pensieri, in grado di dare spazio all'intuizione che è una dote intrinseca di ogni essere umano. Pensateci! Molte volte è proprio grazie all'intuizione che riusciamo a fare la scelta migliore; a trovarci nel posto giusto nel momento giusto; a trovare le parole più adatte per argomentare con successo i nostri punti di vista.
Essa però non funziona, se siamo bloccati dalle paure che ostruiscono tutti i canali di comunicazione. Nella nostra società, molte persone sono succubi di paure di natura psicologica, per questo motivo non sono ricettive e non sono in grado di comprendere quali siano le giuste scelte di salute. I loro desideri e i loro progetti rimangono chiusi nei cassetti e con essi anche tutte le possibilità di riuscita. Molti rinunciano a un sogno perché incapaci di affrontare cambiamenti. Temendo o prevedendo un risultato negativo, si rifiutano di analizzare proprio gli aspetti della loro vita che non funzionano. È vero!
Fare un bilancio della propria vita per certi aspetti può aumentare il senso di insoddisfazione, tuttavia, valutare i rapporti interpersonali, la salute, la carriera non implica necessariamente un cambiamento repentino, né un intervento drastico, ma semplicemente può essere uno stimolo a migliorare passo dopo passo. Se non siamo soddisfatti della nostra vita, non dobbiamo rigettare sugli altri la nostra frustrazione, ma dobbiamo usare l'insoddisfazione come un fattore motivante che ci ispira e ci induce ad apportare delle novità e dei cambiamenti salutari. Il problema è che la chiusura mentale usa le paure come giochi di prestigio per distrarci dal ricordare chi siamo e dall'impegnarci nella realizzazione dello scopo della nostra vita.
La paura crea uno stato d'ansia e di insoddisfazione che ci porta a tenere imbrigliate le nostre capacità psicofisiche, mettendo in risalto solo i nostri punti deboli. La paura è un “predatore naturale” che ci blocca. Essa priva la psiche del suo controllo creativo e domina i nostri umori, i nostri pensieri e le nostre decisioni. Tutti noi abbiamo blocchi psichici in qualche misura, quindi il punto non è liberarsene completamente, ma esserne consapevoli e affrontarli nel modo più appropriato. Il modo più semplice? Scegliamo tutto ciò che ci fa stare bene: un massaggio, una canzone, un bagno caldo, ma anche una camminata sulla spiaggia, lo yoga o un picnic con amici. Tutto questo migliora la nostra ricettività, il nostro intuito, la nostra creatività. Dedicate del tempo anche alla meditazione. Molti grandi inventori, scienziati, scrittori e leader hanno usato questo strumento molto potente per attingere a nuove idee e ispirazioni.
Thomas Edison, per esempio, disse: “Tutti i progressi, tutti i successi nascono dal pensiero”. La mente è uno strumento molto potente e mantenerla lucida e prestante ci permette di trasformare le nuove idee in azioni, così da riuscire a portare a casa risultati impensabili. Fondamentale è passare del tempo all'aria aperta, a contatto con la natura che è l'unica in grado di affinare veramente le nostre capacità intuitive.
La pace dell'ambiente naturale facilita l'ascolto dei pensieri e l'attenzione verso le idee brillanti. Se impariamo a ritagliarci del tempo, possiamo allontanarci dalla vita frenetica, dominata dall'orologio e dai telefonini ed entriamo in sintonia con il “ritmo interiore” del nostro corpo e di tutta la natura. Moltissime persone hanno un pessimo rapporto con il tempo: molti lo perdono e altrettanti lo rincorrono. Tra i tanti benefici del passare regolarmente del tempo all'aria aperta, c'è quello di riuscire a sviluppare un “buon tempismo” che ci permette di sintonizzarci sul corretto ritmo della vita.
Così, una volta rientrati in ufficio, il nostro intuito ci guiderà a scegliere il momento migliore per fare una telefonata, mandare una mail o prendere la parola in una riunione. Lo scompenso psicoemotivo intacca anche la nostra autostima. Cosa ci imbarazza, cosa ci provoca vergogna o un senso di colpa? Sono proprio questi pensieri che abbassano la nostra autostima che a sua volta limita la nostra sicurezza. Il modo più rapido per aumentare la sicurezza e il coraggio è “pulire” il nostro stile di vita. Ciò significa fare un inventario dei nostri comportamenti e vedere se ce ne sono alcuni che non ci fanno stare bene. Riconsideriamo la nostra alimentazione, i rapporti interpersonali, il lavoro, la nostra relazione sentimentale.
Dobbiamo imparare ad essere onesti con noi stessi, ma soprattutto ad amarci. A volte, adottiamo comportamenti malsani per autopunirci a causa del senso di colpa costante, ma così facendo entriamo in un circolo vizioso e paradossale perché questi comportamenti non fanno altro che aumentarlo. Un sano livello di ottimismo e di fiducia ci renderà persone coerenti, motivate, perseveranti nell'intenzione e pazienti nell'attesa.
Dobbiamo imparare a rilasciare le negatività e a rinunciare agli aspetti puramente egoici. L'egoismo si manifesta con azioni e parole moleste, scoraggianti, paranoiche e deprimenti. L'egoismo chiude e condanna il nostro corpo alla malattia. Esso, fondato sulla paura, si nasconde e sfugge la nostra consapevolezza. E così, per non vedere l'oscurità che racchiude, la proiettiamo all'esterno, vedendola negli altri.
Tutto questo sviluppa in noi un senso di frustrazione che non fa altro che attrarre esperienze negative, perché questa emozione si aspetta sempre una punizione. Molte volte, nei miei articoli di Nutrigenomica, dedicati alla salute, vi ho parlato dell'importanza di prendervi cura non solo del vostro corpo fisico, ma anche di quello psichico e mentale.
Molte persone, che all'apparenza conducono uno stile di vita equilibrato e gratificante, nel loro interno vivono conflitti molto pesanti che a lungo andare le condannano alla malattia organica. Non sottovalutate questo aspetto importantissimo.
Tutti noi abbiamo una nostra missione di vita che è quella di vivere al massimo delle nostre possibilità, cercando di dare il nostro contributo positivo al mondo, nel rispetto della nostra persona e degli altri.
E ricordatevi che: “Qualunque passo, per quanto piccolo, potete compiere in direzione del vostro obiettivo, l'universo ne farà uno ben più grande, per venirvi incontro e supportarvi nel suo raggiungimento”.