“Se c’è un luogo e un momento in cui la Repubblica italiana si è fondata, è certamente su questi moli e in questo porto. Il fatto che Genova sia stata l’unica città italiana che si è liberata con le sue forze, con qualche giorno di anticipo rispetto all’arrivo delle forze anglo-americane, deve essere un motivo di orgoglio per tutti i lavoratori portuali genovesi e per tutti i cittadini liguri”. Così il presidente della Regione Liguria durante l’evento “La Resistenza del porto” tenutosi questa mattina a Molo Giano.
“La Resistenza – ha proseguito il governatore – fa parte della lunga storia che ha liberato il nostro Paese e ne ha fatto la Repubblica e la democrazia in cui viviamo oggi. La città di Genova porta con sé il simbolo dello scoglio da cui sono partite le camicie rosse di Garibaldi, che si lega idealmente ai moli in cui è stata combattuta la Guerra di Liberazione per costruire il paese in cui noi oggi viviamo e per scrivere la Costituzione che è la stella polare della nostra attività. Ed è bello oggi vedere qui tanti volti e tanti rappresentanti di tutte le culture politiche e tutte le sensibilità sociali che si riconoscono tutti in quella Carta fondamentale perché credo che questo sia davvero il valore del 25 aprile: riconoscersi nella Guerra di Liberazione nazionale e nella Costituzione che ne è seguita. Penso che questo dovrebbe essere ormai, al netto di dibattiti talvolta un po’ oziosi, un valore davvero comune”.
“La storia che celebriamo oggi è stata fatta dai cittadini di questo Paese e di questa città: una storia comune che deve in qualche modo dettare la linea a tutti noi. Leggere la nostra Costituzione vuol dire anche oggi darci risposte anche ai dibattiti che leggiamo sui giornali. Le vittime certamente meritano tutte uguale rispetto, ma non tutte le vittime meritano la stessa celebrazione. Ci sono persone che si sono sacrificate per darci la libertà con cui io oggi parlo da questo palco scelto dei cittadini di questa regione e ci sono vittime che, sbagliando, si sono sacrificate perché questo non accadesse e questo non può essere considerato allo stesso modo”, ha aggiunto il presidente della Regione Liguria.
“Oggi è un 25 aprile che cade nel secondo anno di una guerra alle porte dell’Europa. Anche la nostra Costituzione che ripudia la guerra – ha continuato il governatore – ci dice che non c’è una pace senza se e senza ma; la pace esiste solo se c’è libertà e democrazia e talvolta, per conquistarle, si può anche imbracciare un fucile, anzi, si deve farlo. Nella nostra Costituzione c’è scritto tutto questo: io credo che in quella Costituzione si debbano riconoscere oggi tutti gli italiani di qualsiasi parte politica, finendo con discussioni che si sono chiuse tanti anni fa sui moli di questo porto. Prepariamoci dunque a celebrare un 25 aprile di un grande Paese che guarda al futuro e che ha scritta nella sua costituzione la parola Repubblica perché quel giorno qualcuno su questi moli, il 25 aprile 1945, ha sacrificato la sua vita anche per la nostra libertà e per costruire questo paese così bello, oggi libero, dove ognuno di noi può godere di quello che è stato conquistato sui moli del porto di Genova e in tutta la città”, ha concluso il presidente regionale.