Il Movimento 5 Stelle ha organizzato, ieri nella Sala del Consiglio del Municipio IV, l’incontro “Mafia nelle periferie”. All’evento, è intervenuto Federico Cafiero de Raho, ex Procuratore nazionale antimafia e oggi deputato M5S. L’incontro è stato introdotto dal portavoce del Municipio IV-Media Val Bisagno Federico Giacobbe e dal deputato e referente regionale del M5S Roberto Traversi. A seguire, gli interventi di “Libera contro le Mafie”, del presidente della Commissione antimafia e consigliere regionale Roberto Centi, dei consiglieri di “Val Bisagno insieme” e PD Roberto D’Avolio e Lorenzo Passadore. Prima dei saluti finali del coordinatore provinciale del M5S Stefano Giordano, è stata letta una lettera contro le mafie del gruppo giovani “Generazione a 5 Stelle Genova”.
“La relazione semestrale della Dia ripete ogni anno lo stesso concetto: la Liguria è particolarmente attrattiva per la criminalità organizzata, sempre più interessata al tessuto economico-imprenditoriale e agli scali portuali della nostra regione. Ora, va mantenuta alta la guardia, in particolare, sugli appalti legati al PNRR”, ha dichiarato il deputato Traversi in apertura di dibattito, introducendo Federico Cafiero de Raho.
“Le mafie oggi sono sempre più forti perché hanno dei consulenti in grado di consigliare loro il modo migliore per eludere la legge e nascondere l’illegalità”, ha esordito Cafiero de Raho, secondo cui la fucina dei valori civili va ricercata anche nella scuola. “Per poter dire “no” alla criminalità organizzata, serve una società preparata, che abbia maturato dei valori anche grazie alla conoscenza e all’educazione. La scuola è un baluardo contro le mafie, per plasmare le generazioni future nel solco della legalità”.
“Genova, città bellissima - continua l’ex Procuratore nazionale antimafia - è anche la città eletta dalla ‘ndrangheta come approdo per tonnellate di cocaina in alternativa a Gioia Tauro. La droga da qui viene poi dirottata verso i principali luoghi di spaccio, che valgono milioni di euro al giorno. Teniamo a mente che quando parliamo di strutture legate alla criminalità organizzata, abbiamo a che fare con un’intelligenza economica e imprenditoriale capace di gestire i traffici illeciti e al contempo di entrare nelle economie legali e spesso nelle istituzioni per controllarle e impossessarsene. Siamo ormai oltre il reinvestimento di denaro sporco”.
“La maggioranza degli italiani rispetta la legalità – e conclude -. Come possiamo allora accettare che si dica loro che non devono più esistere strumenti, investigativi oltre che legislativi, contro la corruzione? Penso al Ministro della Giustizia Nordio, secondo cui le intercettazioni non devono più riguardare i reati ordinari come la corruzione, ma solo i reati di mafia. Come se i primi fossero qualcosa di diverso dai secondi. Le mafie oggi si muovono proprio con lo strumento della corruzione”.