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Attualità | 27 marzo 2023, 15:05

41 bis, negati i domiciliari a Cospito: l'anarchico resta in ospedale (Video)

L'ex magistrato Caselli: "Preoccupato ma il passato terrorista non tornerà". E sul carcere duro: "E' una carta vincente nella lotta alla mafia"

41 bis, negati i domiciliari a Cospito: l'anarchico resta in ospedale (Video)

Alfredo Cospito resta in ospedale al 41 bis. Il tribunale di sorveglianza di Milano ha rigettato l'istanza della difesa dell’anarchico, che rimane così in custodia nel reparto protetto dell’Ospedale San Paolo di Milano.  

I giudici hanno deciso di non concedere la detenzione domiciliare e la collocazione permanente nel reparto di medicina protetta del nosocomio milanese. Nell'atto con cui il tribunale della Sorveglianza di Milano ha respinto la richiesta di differimento della pena per Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame da oltre cinque mesi per protestare contro il 41 bis, si afferma che "la strumentalità della condotta che ha dato corso alle patologie oggi presenti è assolutamente certa". 

Decisione analoga anche per il Tribunale di Sorveglianza di Sassari. I giudici hanno respinto la richiesta di differimento pena in arresti domiciliari presentata per gravi motivi di salute dagli avvocati difensori, Maria Teresa Pintus e Flavio Rossi Albertini.

I legali avevano indicato come residenza per gli eventuali arresti domiciliari la casa della sorella di Cospito, a Viterbo. La decisione dei giudici è stata notificata questa mattina al pool della difesa.

Nella giornata odierna, i colleghi di TorinOggi hanno pubblicato un'intervista a Gian Carlo Caselli, ex procuratore della Repubblica, intervenuto sul tema del carcere duro per i mafiosi.

 

L'ex magistrato, che per decenni ha rappresentato uno dei volti della lotta alla mafia, ha voluto ribadire l'importanza strategica del 41 bis: "E' essenziale, è stata una carta vincente e rinunciarvi sarebbe una follia". Caselli non ha però voluto commentare la scelta di tenere anche Alfredo Cospito in regime di carcere duro: "Si può discutere di toglierlo a chi non è mafioso".

Sulle minacce anarchiche che spaventano il Paese, Caselli ha commentato: "E' spiacevole, però ci siamo abituati". Per il momento però, nessuna analogia con il passato: "Quello che sta accadendo oggi è motivo di preoccupazione, ma una preoccupazione contenuta nei suoi limiti. Spero di non sbagliarmi, ma il passato terrorista e brigatista non tornerà" ha concluso Caselli.

Redazione

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