Attualità - 27 marzo 2023, 17:00

Ivano Fossati riceve la laurea Honoris Causa: "L’ispirazione non ha limiti" (foto e video)

In un’aula San Salvatore gremita di persone, stima e affetto sono stati celebrati il talento e la poetica di uno dei Maestri della musica italiana

A 72 anni Ivano Fossati è diventato dottore in Letterature moderne e spettacolo. L’Aula San Salvatore di piazza Sarzano ha fatto da cornice alla cerimonia, che ha consacrato il talento del cantautore, polistrumentista e produttore discografico genovese.

Non solo canzonette, ma una musica che è stata spesso speranza, rivalsa, presa di coscienza: oltre ad aver segnato profondamente il panorama cantautorale italiano con successi immortali, interpretati spesso da altri artisti, Fossati ha in piedi una collaborazione con l’Ateneo genovese. Molti sono i corsi che sono stati tenuti dal cantautore per gli studenti di Scienze Umanistiche e Lettere, anche attraverso laboratori musicali. 

Alla cerimonia hanno preso parte, oltre al Rettore Federico Delfino e al Direttore del DIRAAS - Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo - Duccio Tongiorgi, il Preside della Scuola di Scienze Umanistiche Raffaele Mellace. 

Al termine della cerimonia, Ivano Fossati ha tenuto la sua lectio magistralis "Ispirazione, pensiero e sintesi nella musica discografica”.

"Grazie a tutti - ha esordito il cantautore - Grazie all'Università di Genova, alle persone che hanno pensato che potessi essere meritevole di questo, Grazie al Magnifico Rettore, all’Amplissimo Preside, grazie a tutti i cari amici che sono qui oggi, anche se qualcuno di loro, a cui voglio molto bene, questa mattina mi ha scritto ‘questa laurea ha un valore sociale di recupero perché finalmente potrai trovarti un lavoro onesto’. Mi vogliono bene".

Al termine del suo intervento, Fossati si è poi intrattenuto con i giornalisti: "Quarant’anni fa - ha spiegato - non sapevo in che direzione andare perché avevo vent’anni ed è difficile che un ragazzo di vent’anni sappia davvero cosa vuole diventare, soprattutto cosa vuole raccontare.

Qualche anno più tardi ho capito che a un certo punto bisogna decidere che cosa si vuole rappresentare, che tipo di artista si vuole essere, a chi si vuole parlare. Quando mi è riuscito, ho seguito una strada molto più precisa".

Non ha mancato poi di ribadire l'importanza dell'esperienza che lo ha visto in cattedra proprio all'università di Genova: "Quando ho tenuto il laboratorio all’Università, non è retorica, sono uscito da tutti quei due anni che avevo qualcosa di più anche io. Quando si ha a che fare con i ragazzi e si capisce quanto sono interessati a quello che dici, capisci quanto vogliono sapere e tu ti senti in grado di aiutarli, allora in quel caso, alla fine di tutto quello, loro hanno avuto qualcosa ma anche tu".

"Io amo tutta la musica. Non ho mai fatto distinzioni tra musica alta e musica bassa - ha ricordato il cantautore - anzi, credo che quello che ci arricchisce, che è la nostra cultura, sia fatta di tutte le espressioni. Poi a un certo punto c’è la cosa che eccelle, c’è quello che ci fa innamorare. Tutti ci innamoriamo delle cose migliori ma la cultura è tutta. E’ sempre comunque musica leggera solo che in qualche modo è più ampia. In questa musica leggera c’è una ricchezza.

Bisogna tenere presente che scrivere la musica, scrivere canzoni, in realtà è contiguo al cinema, è contiguo alla letteratura. Ho pensato a tutto questo come a una cosa sola. Poi noi siamo scrittori da tre minuti e mezzo, questa è la differenza con uno scrittore vero. Dobbiamo avere a che fare con la sintesi, però dobbiamo tenere conto di tutto, della letteratura, del cinema, perfino della pittura. Bisogna avere curiosità e questa curiosità non si deve spegnere mai".

Anche l'onorevole Ilaria Cavo ha voluto sottolineare l'importanza del messaggio di Fossati: "Penso che sia un grande orgoglio per tutta la Liguria. E’ una di quelle occasioni in cui si riconoscono i talenti della propria terra e lo ha fatto l’Università di Genova con questa laurea ad Honorem in un percorso che è stato costruito anche insieme. Abbiamo iniziato a collaborare con Ivano Fossati, mi sono permessa di ricordarlo e ringrazio in Magnifico Rettore per avermi dato la parola oggi a significare questo percorso che abbiamo fatto, abbiamo iniziato ‘Cantautori nelle scuole' dove Ivano ha parlato molto ai ragazzi. Quel progetto significa dire e portare i testi suoi, e di altri, dei nostri cantautori, come poesia e studiarli come tali. Tanti sono stati i momenti in cui non si è tirato indietro e c’è stato: le collaborazioni con le mostre ma anche il momento in cui gli abbiamo chiesto di declinarci le nuove professioni della musica e lui lo ha fatto in maniera così precisa che quella parte è stata una parte importante del progetto di casa cantautori, che è un progetto nazionale e che adesso è diventato un ulteriore progetto nelle scuole per insegnare le nuove professioni legate alla musica.

Ivano Fossati, è un grande artista, da oggi anche un dottore con una laurea ad honorem importantissima ma sicuramente è stato, è e continua a essere un innovatore, un artista che ha saputo fermarsi, innovarsi, e in questo senso in grado di dare un importante messaggio ai giovani. Lo dice sempre che crede molto nei giovani, mi auguro che questa giornata, oltre a un orgoglio per lui e per tutta la Regione, sia un segnale per i nostri ragazzi per la necessità di innovazione che c’è sempre, se cambia un grande come lui immaginiamo che messaggio devono avere i nostri ragazzi, ma anche di grande capacità di crescere anche in maniera lenta. Ivano è stato descritto come è, come una persona dal passo lento ma dal respiro molto profondo".

Quarant’anni di carriera, trascorsi componendo e scrivendo alcuni dei brani più significativi del panorama musicale italiano, spaziando dal rock progressivo al cantautorato, senza mai tralasciare la poetica nei testi: Ivano Fossati è riuscito, nel corso degli anni, a creare intrattenimento, cultura, poesia. Un compito non semplice, che solo i grandi Maestri riescono a portare a termine senza cadere nella banalità o nell’autoreferenzialità, portando un messaggio universale che bene si può riassumere in una strofa di uno dei pezzi più celebri dell’autore, ‘La mia banda suona il rock’, in cui la musica dopo tutti i suoi giri, ha un grande scopo: venire “a dirti che la tua anima non è morta”.

Chiara Orsetti e Isabella Rizzitano