Durante la seduta odierna del Consiglio Comunale si è affrontato il tema della realizzazione del forno crematorio di Staglieno a seguito di un’interrogazione urgente presentata dalla consigliera Cristina Lodi.
Dopo la notizia dell’accoglimento del ricorso al Tar e della conseguente sospensione della procedura di affidamento dei lavori, la consigliera del Partito Democratico chiedeva all’amministrazione se fosse intenzionata a sospendere il progetto, viste le già iniziali contraddittorietà messe in evidenza anche dalla mancanza della normativa regionale di regolamentazione del settore rispetto a qualità dell'aria e pericolosità per impianti considerati industria insalubre di prima classe, e sollecitava la convocazione di una commissione comunale con l'assessore Campora e l'assessore Piciocchi.
Oggi in aula sono arrivate le risposte, a seguito di un’interrogazione presentata anche dal consigliere Fabio Ceraudo del Movimento Cinque Stelle: «Il Comune di Genova – dichiara la consigliera Lodi – oggi conferma di andare avanti sul progetto del nuovo forno crematorio e di non approfittare di questo momento di interruzione per fare una valutazione maggiormente approfondita e attendere la normativa regionale. Nel frattempo, la Regione temporeggia in attesa che il Comune possa realizzare il suo impianto prima di fare una normativa che sicuramente non ne prevederebbe la realizzazione.
Insomma, come al solito, i due governi di centro destra tra Comune e Regione si sostengono in politiche che portano in questo caso a un impianto inutile, non necessario alla città, fortemente impattante dal punto di vista della salute. Ancora una volta il benessere dei cittadini viene messo in secondo piano, ma soprattutto non c’è una capacità di approfondimento e di programmazione che dimostri la necessità della maggior parte delle opere che questa giunta prevede di fare.
A intervenire sull'argomento anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle Fabio Ceraudo.
“Continua la nostra battaglia contro il progetto del nuovo forno crematorio di Staglieno. Dopo aver più volte portato la questione in Regione, abbiamo interrogato anche i Ministeri della salute e dell’ambiente in Parlamento: è accettabile che la delegazione cittadina sia costretta a digerire l’ennesima servitù che di fatto trasformerà Staglieno nel tempio crematorio di tutto il nord Italia. Grave che il sindaco Bucci voglia andare avanti, poi, in assenza di una legge regionale: ricordiamo che questi impianti sono tra i più inquinanti e pericolosi per la salute dei cittadini. È un pessimo segnale, inoltre, che si voglia approvare l’impianto in una zona densamente popolata, gravata da rischio idrogeologico e senza nessuna valutazione ambientale e sanitaria. Regione, con il Comune, preferisce dunque assecondare gli appetiti dei soliti privati anziché tutelare la salute pubblica”.
“I numeri - continua Ceraudo - sono da capogiro: si parla infatti di una media di 20mila cremazioni l’anno! Un affare lucroso per le casse di cittadini, ma non per la salute dei cittadini. Fermatevi, se non altro perché il progetto non è stato condiviso con la delegazione cittadina, non si tratta di un progetto compatibile con il territorio e crediamo anzi che ci risiede nel quartiere abbia il diritto sacrosanto di opporsi all’imposizione di respirare veleni”.
“Ad oggi, i forni crematori a Genova e in Liguria sono sufficienti a soddisfare la domanda interna: costruirne un altro significa aumentare il rischio di inquinamento ambientale. L’iter del progetto va sospeso perché si tratta di un impianto insalubre: prevalga l’interesse dei cittadini e il loro diritto alla salute”, conclude Ceraudo.