“Marassi è un istituto particolarmente complesso che soffre di un particolare sovraffollamento, aggravato da una presenza particolarmente significativa per numero di detenuti stranieri, un istituto che ha diversi circuiti detentivi”. Così il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro oggi in visita al carcere di Genova dove ha incontrato i dirigenti e il personale della polizia penitenziaria. Con lui gli esponenti locali di Fratelli d'Italia: il parlamentare Matteo Rosso, il capogruppo in consiglio regionale Stefano Balleari, l'assessore comunale alla sicurezza Sergio Gambino, la consigliera delegata Laura Gaggero e il consigliere Vincenzo Falcone.
“Devo ringraziare il direttore, il personale amministrativo e gli uomini e le donne della polizia penitenziaria abituati a fare le nozze con i fichi secchi. - ha dichiarato Delmastro all'uscita - Oggi gli ho detto grazie nonostante tutto e gli ho detto che in quel nonostante tutto ci sono le mancanze della politica che debbo colmare e tornare tra tre anni a dire grazie senza aggiungere nonostante tutto”.
Attualmente a Marassi sono presenti 704 detenuti a fronte dei 550 previsti, un sovraffollamento – analogo a quello di altre strutture - che ha causato problemi di gestione che il governo vuole risolvere prima di tutto con un piano che prevede nuove assunzioni su tutte le strutture carcerarie.
“Durante la visita ho parlato delle mille extra assunzioni che abbiamo in campo, un risultato storico eccezionale. - ha commentato Delmastro - Entro dicembre 190 istituti penitenziari avranno 190 direttori, entro marzo avranno 190 comandanti. Ho raccontato loro le sperimentazioni sulla dotazione organica che devono avere, un cambio di linea sulla formazione che sarà incentrata sulle forze di polizia che devono essere formate come tali e la costituzione di gruppi di pronto intervento per sedare le sommosse sul modello francese, cioè un cambio di passo nella gestione della polizia penitenziaria”.
Tornando a Marassi, “Qui c'è un problema di spazi determinato dal sovraffollamento, dobbiamo contrastarlo, abbiamo messo 84 milioni di euro per nuovi padiglioni di edilizia penitenziaria”, ha spiegato il sottosegretario che ha smentito ogni ipotesi di spostamento del carcere di Marassi. “Una nuova struttura a Genova? Onestamente per il momento non è minimamente in programma lo spostamento del carcere, né in previsione”.
Il contrasto al sovraffollamento secondo i piani del governo passa, oltre che per una maggiore dotazione organica, al rimpatrio degli stranieri, per cui c'è il problema del previo consenso del detenuto. “Con Romania e Albania si può fare in virtù dei trattati in questo senso, - ha spiegato - faremo partire una circolare perché tutti i detenuti albanesi e rumeni possano essere tradotti nelle galere del paese di provenienza senza il previo consenso. Stiamo lavorando per la firma di trattati con altri paesi stranieri. Noi abbiamo 15mila stranieri nelle patrie galere italiane, costano 137 euro al giorno. Lo straniero in carcere ha rotto un patto di cittadinanza e non deve più pesare sulle casse dello Stato”.
Il sottosegretario non vuole invece sentire parlare di misure alternative, se non per reati legati alla tossicodipendenza. “Più misure alternative? Assolutamente no. Semmai una importante alla quale io credo, cioè quella legata ai tossicodipendenti. Le carceri italiane hanno un 30 per cento di detenuti legati alla tossicodipendenza. Io credo che sia importante immaginare con il terzo settore una rivoluzione, cioè che si possa scontare la pena, evidentemente certo limiti, presso le comunità di cura chiuse, protette stile San Patrignano, pare dare a tutti la possibilità di rieducarsi per davvero. Io non sono contro la rieducazione, ma quando mi sento dire che se faccio un corso di ceramista e rimango tossicodipendente sono educato, qualche dubbio ce l'ho. La prima azione è disintossicare il tossicodipendente”.
Infine Delmastro ha parlato della riforma in programma per quanto riguarda l'intero sistema carcerario.
“Il programma di riforma c'è, parte dalle circolari, dalla formazione, dall'organico. Qualche risultato l'abbiamo ottenuto in una circolare di sangue e guerra come quella a cui siamo abituati, l'unica forza di polizia che ha avuto mille extra assunzioni è stata la polizia penitenziaria. A dicembre avremo forza e capacità di conoscere il detenuto anche nei momenti di rivolta e quindi intervenire a volte anticipatamente per contenere le rivolte. Vi saranno strumenti sanzionatori precisi per i detenuti che aggrediranno le forze dell'ordine. I cittadini è giusto che sappiano che gli agenti lavorano senza protocolli operativi, lo Stato non ha mai avuto il coraggio e la faccia di dire come agire in caso di sommossa. Devono sapere qual è il lecito della loro attività”.