Una sorpresa per tutti la nomina di Genova a Capitale italiana del Libro del 2023. Positiva, negativa, irrilevante? La redazione della Voce di Genova è andata a chiederlo a chi, ancora confuso dalla novità, per primo né sarà toccato: le piccole librerie e biblioteche di quartiere, presidi di quel mondo culturale che ha fatto guadagnare la nomina.
Le reazioni oscillano tra un cauto ottimismo e un certo scetticismo, anche se la freschezza della notizia fa sì che nessuno sappia esattamente la portata e le conseguenze reali dell'annuncio, che è stato vago.
Alcuni riconoscono le potenzialità del riconoscimento, che porta sotto i riflettori il settore librario genovese, con la sua ricca storia (tra l'altro, a breve la Fiera del Libro festeggerà il centenario), si parla di possibilità di rilancio del settore, magari – sfugge tra i denti – fondi per il personale e le strutture di biblioteche e teatri.
Dicono all'Amico Ritrovato:
“Dobbiamo ancora capire bene e studiare cosa è stato fatto negli scorsi anni nelle altre città che hanno avuto questo premio - commenta Marco Parodi - Al momento rimane ancora tutto sulla carta ma, aldilà dell’aspetto puramente economico, credo ci siano possibilità per tutta la filiera. Un’attenzione ulteriore su quella che è la promozione del libro a 360 gradi.
Capofila di tutto è Palazzo Ducale con il quale abbiamo stretti rapporti per manifestazioni come il Book Pride, per le varie presentazioni di libri e per gli incontri. Quindi è un riconoscimento di una rete esistente che penso abbiamo modo di essere ancor più solidale”.
Più critica la biblioteca di quartiere della Maddalena:
“Appena abbiamo letto della nomina eravamo tutti contenti e siamo contenti. In questo momento sto scambiando messaggi con altre biblioteche di quartiere come questa - dice Claudia Ravioli della biblioteca di quartiere di Associazione AMA - Ad esempio la biblioteca Anna Ventura, nata il 4 febbraio a Quezzi Alta. Quello che ci si chiede è: si parla delle aperture delle biblioteche, in passato le biblioteche tenevano aperto fino a tardi, come si può tenere aperto adesso con il personale che c’è? Quindi auspichiamo che arrivino delle nuove assunzioni.
Come bibliotechina di quartiere ci fa molto piacere l’idea di una Genova Capitale della Cultura perché nel nostro piccolo qualcosa stiamo facendo. Sono quasi 9 anni che siamo in piedi e abbiamo un ottimo riscontro anche attraverso le presentazioni di libri.
Speriamo ci sia la possibilità di confrontarsi con altre realtà simili alla nostra e con le realta istituzionali della città in maniera positiva”.
Un altro possibilista è il gestore di Books in the Piazza, Riccardo Botta:
“Le opportunità ci sono ma bisogna crearle utilizzando la sinergia e progetti comuni. Della storia dell’importanza dell’editoria e della carta stampata a Genova se ne parla poco ma c’è una tradizione che andrebbe riscoperta. Aldilà di questo chi ha lavorato per questa nomina ha fatto un ottimo lavoro e questa nomina è davvero un’occasione d’oro che il Comune deve prendere in mano e anche in occasione di quello che sarà il centenario della Fiera del Libro con eventi focalizzati su questa importante occasione che ha Genova”.
IL COMMENTO DA PALAZZO DUCALE:
“Ci saranno 200 anni della Biblioteca Berio, c'è una ricchezza tra botteghe di libri usati, piccole libreire, bancarelle, preparazione dei librai, un sottobosco del centro storico e non solo, c'è una conoscenza molto alta, ma anche presentazioni e rassegne di livello, anche di nicchia, per canali istituzionali ma anche per i centri sociali - dice Ilaria Crotti, ex libraia della libreria falso demetrio, ora curatrice dei cicli letterari a Palazzo ducale e collaboratrice del BookPride - Il problema semmai è che non c'è collaborazione, e far risuonare più realtà in un evento unico può dare visibilità importante. Alcune cose che ho visto a Firenze ad esempio, sono cose che a Genova erano già state fatte. Serve più voce e partecipazione!
Il Book Pride è andato sempre bene, lo fanno a Genova e a Milano, e a Genova gli editori sono sempre contenti. Ora ci sarà una collaborazione con il Tiqu, prima Altrove, e il Bellamy... e ancora una collaborazione con la rivista, nata a Genova, Snaporaz, una delle più importanti riviste sul libro, come qualcosa di trasversale e scoperta di novità.
Speriamo anche di organizzare qualcosa con le realtà bibliotecarie genovesi. Vorremmo fare qualcosa anche con l'associazione alle Ortiche, vorremmo fare eventi in cui il libro è protagonista, in cui le varie realtà collaborano mantenendo la loro identità”.