Vessillo principe della festa della donna, la mimosa ligure, con i suoi fiori piumosi e profumati, si conferma il simbolo dell’8 marzo proprio perché dietro una fragilità apparente, grazie alla propria capacità di crescere anche in terreni difficili, mostra in realtà una grande forza. Secondo una rilevazione Coldiretti, quest’anno in occasione della festa della donna 6 italiani su 10 (ben il 60% degli intervistati) hanno scelto proprio le mimose come regalo per il gentil sesso. Accanto ad essi, un 23% degli intervistati ha dichiarato di essersi orientato su altri fiori, mentre solo il 17% ha preferito dolci, cioccolatini e altre tipologie di doni. “Le mimose regalate quest’anno, come da tradizione – afferma la Coldiretti – sono praticamente tutte di origine nazionale, e in maniera particolare della provincia di Imperia, in Liguria, dove si realizza oltre il 90% della produzione italiana”.
“La produzione ligure di mimosa – confermano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – si concentra principalmente nella zona dell’imperiese, dove si trovano circa 1500 aziende che la coltivano in modo ecocompatibile sui terrazzamenti tipici della zona. Quest’anno la produzione della mimosa è stata fortemente condizionata da un inverno bollente, con temperature elevate che hanno determinato la fioritura già nella prima metà gennaio (ben due mesi di anticipo rispetto al tradizionale appuntamento dell’8 marzo) e tagli dei raccolti del 30%”. Anche per questo “l’8 marzo consigliamo di acquistare i fiori da donare direttamente dai produttori locali – concludono – per avere prodotti di eccellenza, freschi e profumati, ben diversi dai fiori importati, che arrivano in Italia già sciupati dal lungo viaggio. Un ottimo modo, questo, anche per sostenere la floricoltura made in Liguria, settore cardine e fiore all’occhiello della nostra economia regionale, che da tempo ormai sconta le difficoltà legate alla pandemia e ai rincari energetici. La floricoltura e il florovivaismo liguri devono tornare a vivere un nuovo slancio e difendere le aziende, l’occupazione, l’ambiente e il territorio”.
Per la festa della donna 2023 i prezzi dei singoli ramoscelli variano dai 5 ai 10 euro, mentre per i mazzi più grandi e decorati o per le piantine si arriva anche oltre i 20 euro.
“La voglia degli italiani di presentarsi con un omaggio alle donne nonostante le limitazioni e le difficoltà di un anno difficile – commenta, infine, la Coldiretti – conferma la forza simbolica di una giornata che risale al 1908, quando un gruppo di operaie decise di scioperare per vedere riconosciuti i loro diritti, mentre è dal 1946 che in Italia le mimose sono state scelte come icona dell’8 marzo”. Non per niente, più che di "festa", per l’8 marzo è bene parlare di Giornata internazionale dei diritti della donna. Una ricorrenza storica, che ha origine in un passato recente e che rappresenta da sempre un momento fondamentale per le donne, il loro valore e per i loro diritti. Celebrata ogni anno per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche che le discriminazioni e le violenze vissute nel corso dei secoli, questa particolare giornata onora ancora una volta le donne, il loro lavoro e il valore aggiunto che donano ogni giorno alla nostra società, oltre che all'agricoltura e al comparto agroalimentare che, grazie all'abilità e alla fantasia nel coniugare tradizione e innovazione, all'attenzione al sociale, al rispetto dell'ambiente e alla valorizzazione del proprio territorio, rappresentano ogni giorno, dimostrando la forza e il valore che le contraddistingue nell'imprenditoria agricola femminile e rendendo orgogliosa e fiera anche la nostra Coldiretti.