Attualità - 06 marzo 2023, 19:23

Intervista a Sabrina Colombo: chi è la sosia cantante di Mina di ‘Michelle Impossible & Friends’

Insegnante di canto a Genova, interpreta l'artista di Cremona in tv e porta in giro il suo repertorio sia da sola, sia insieme al sosia di Adriano Celentano

Una somiglianza casuale, nata quasi per gioco, ma che è diventata una vera e propria professione: Sabrina Colombo, la ‘sosia cantante’ di Mina che ha partecipato nella puntata di qualche giorno fa al programma televisivo di Michelle Hunziker ‘Michelle Impossible & Friends’ su Canale 5, racconta del suo amore per la musica e di come, col tempo, la ‘Tigre di Cremona’ sia diventata parte integrante della sua vita. 

Musicista, cantante e insegnante di canto in diverse scuole musicali genovesi, Sabrina Colombo ha fatto sorridere con la sua ironia e ha lasciato stupito il pubblico della trasmissione con le sue doti vocali. 

 

È stata un’esperienza bellissima e molto divertente. Non ho mai pensato prima di propormi in tv, mi hanno contattato dalla produzione del programma di Michelle Hunziker perché cercavano una sosia di Mina cantante e quindi ho accettato di buon grado, sono andata e come al solito queste esperienze sono strane, perché vivi in un mondo stranissimo, la tv ha tempi molto dilatati: stai ferma per un sacco di tempo e poi in 10 minuti devi fare tutto. 

La trasmissione è registrata, ma organizzata in modo intelligente: tutti gli interventi sono in diretta, una sorta di ‘buona la prima’, in cui si fa un prova il giorno prima e basta per capire gli spazi, dove entrare e uscire e per interfacciarti con costumisti, truccatori, parrucchieri.  

La signora Hunziker è stata una padrona di casa pazzesca, impeccabile, oltre a essere di una bellezza quasi illegale. Ma è anche gradevole, frizzante, simpatica, gioiosa, solare, e una gran donna di spettacolo, così come Katia Follesa che è stata capace, insieme alla presentatrice, di tenere banco in modo perfetto.

Quando abbiamo registrato mi sono accorta del delirio che c’era sul palco, ma è stato solo rivedendo dopo lo spezzone che si è trattato di un manicomio totale per 10 minuti, non si capiva più nulla”. 

Sul palco insieme a Mina c’erano anche i sosia di Sylvester Stallone, Nino D'Angelo e Antonino Cannavacciuolo, che hanno fatto sorridere il pubblico per tutta la loro permanenza in scena. 

Ma come nasce la passione per Mina? 

Io ho sempre amato questa cantante, non sono mai stata una fanatica ma l’ho sempre ritenuta un personaggio a se stante nel mondo canoro. Avevo tante canzoni nel mio repertorio, soprattutto legato al fatto che cantavo sulle navi da crociera e serve un repertorio di tipo classico.  Nel 2005 mi arrivò una telefonata da un amico che era il sosia ufficiale di Lucio Battisti, anche lui genovese, e mi chiese quanti pezzi di Mina avessi in repertorio. Dopo avergli risposto, mi chiese quanto tempo ci volesse a cambiare colore di capelli per farli come i suoi… dopo un po’ di stupore, mi disse che a Bergamo ci sarebbe stato un concerto il sabato che doveva fare insieme a una sosia di Mina che gli diede buca, e se volessi prendere il suo posto. Era giovedì!

Ho preso subito appuntamento dalla parrucchiera, ci siamo visti il giorno dopo e siamo partiti il sabato mattina per questa avventura.

Quel concerto è andato molto bene, e a quel concerto erano presenti anche delle persone che erano nel direttivo del ‘Festival dei Sosia’ internazionale che ai tempi si svolgeva a Bibbione ogni anno. Ho preso parte l’anno successivo e arrivai terza. Da lì è cominciato seriamente il mio percorso: faccio Mina dal 2007 - 2008, portando in giro spettacoli sia da sola, “Stasera canto Mina”, sia con un sosia di Adriano Celentano: con lui dal 2017 portiamo avanti “CelentaMina. Abbiamo avuto ottimi risultati, con tanto pubblico, con uno stop negli anni della pandemia, ma ora siamo in ripresa. Già venerdì e sabato sono previsti due concerti, uno nei colli Euganei e uno a Treviso”. 

La musica non è certo una passione recente nata con l’interpretazione di un personaggio noto:

Ho iniziato prima a suonare che a cantare. Vengo da una famiglia in cui la musica era molto importante: mia madre era una cantante di coro, una contralto, mio padre amava molto le opere, un prozio che era stato il capo banda della banda del paese, un altro prozio da parte materna che aveva una collezione di strumenti musicali strani.

Ho iniziato a suonare la fisarmonica e poi il pianoforte. La cosa divertente era che da bambina, come molti altri bambini, non ero assolutamente intonata, al punto che mia madre mi aveva proibito di cantare in casa. L’insegnante di solfeggio cantato, che ho scoperto dopo essere il maestro Manzi, un guru per chi affronta lo studio del canto corale, vide in me qualcosa, e cominciai da lì, verso gli 11 anni, a capire che la mia strada non erano gli strumenti ma il canto. Una serie di vicissitudini hanno poi fatto sì che smettessi di cantare per 5 anni per dei problemi alle corde vocali, per poi ricominciare a 19 anni. Andai in Germania, perché studiavo lingue all’università, e mi iscrissi a un corso di canto jazz, e lì capii quale era la mia via.  

Ho continuato a fare un lavoro “serio” e a coltivare la passione per la musica la sera per molto tempo. Poi intorno ai 30 anni, dopo aver conosciuto quello che è poi diventato mio marito, che anche lui aveva un impiego ‘normale’ di giorno e faceva il musicista di sera, abbiamo tentato insieme l’avventura di suonare sulle navi da crociera nel Mediterraneo: lì ho capito che quella poteva essere davvero la mia via. 

Non è mai facile, soprattutto in Italia, vivere di musica”. 

 

Al di là di Mina c’è Sabrina, che continua a insegnare canto ai suoi allievi con passione e determinazione in diverse scuole a Genova: La Segheria della Musica a Struppa, il Laboratorio Musicale a Pontedecimo e il Larsen a Staglieno: “Voglio insegnare a chi ha voglia di imparare, non mi interessa che tu sia particolarmente dotato o un genio, però cerco di rifuggire da allievi che arrivano per posizionarsi un’ora, perché ho studiato tanto e mi piacerebbe davvero dare quello che io ho ricevuto a chi ha voglia di ascoltarmi. 

Cerco di insegnare ad allievi principalmente adulti, perché per insegnare ai bambini ci vuole uno studio che io volutamente non ho mai fatto. Ho cercato di concentrarmi sugli adulti perché credo soprattutto nel potere psicologico del canto. 

Io sono nata in un’epoca in cui non c’erano i telefonini, e ricordo il potere psicologico del canto, il famoso detto 'Canta che ti passa'. Ora ci sono tante persone che vorrebbero cantare e usare la loro voce ma non possono farlo perché c’è questo mito del ‘devo essere più bravo degli altri’, della sfida, della gara. Secondo me saper utilizzare la propria voce è importante anche come sfogo personale. 

Mi sto specializzando sull’uso della voce per persone che la utilizzano regolarmente: insegnanti, operatori a contatto col pubblico tutto il giorno, perché sviluppano dei vizi di forma che li portano ad essere affaticati vocalmente: ho alcuni allievi che si rivolgono a me per capire come usare la voce nel parlato e non solo nel cantato”.