Attualità - 06 marzo 2023, 12:17

Giovani e lavoro: la sfida dei Salesiani, da 150 anni a Genova (Foto e video)

"Formare i giovani per generare futuro" è il titolo del convegno che ha visto protagonista il ruolo dei Salesiani nella formazione professionale dei giovani

Nel 1872 Don Bosco ha siglato il primo contratto di apprendistato, mettendo in condizione il primo giovane di essere tutelato sul posto di lavoro. Continuiamo così, secondo il suo insegnamento, da 150 anni”. Don Maurizio Lollobrigida, Delegato Cnos-Fap Liguria, commenta così il 150esimo anniversario dei Salesiani a Genova, celebrati questa mattina a Palazzo Ducale, alla presenza delle istituzioni e dei rappresentanti mondo politico, culturale, della formazione professionale e delle aziende.  

Obiettivo dell'evento è focalizzare il ruolo della formazione professionale, il valore delle competenze e la forza dell'impegno per garantire la centralità deigiovani nel mondo del lavoro

Secondo l’ultimo rapporto presentato dall’Istituto nazionale per le analisi delle politiche pubbliche Inapp, in Italia l'accesso al mondo del lavoro risulta sempre più difficile e "casuale”: sono 11,7 milioni di italiani non si sono mai iscritti alla scuola secondaria superiore, e quasi quattro milioni l'hanno abbandonata senza arrivare al diploma.  

Infatti, il 41% della popolazione tra 18 e 74 anni, ha solo la licenza di terza media (17,7 milioni di persone): dati molto bassi rispetto alla media europea. 

Nonostante l'Italia abbia registrato notevoli progressi sul fronte degli abbandoni scolastici, la quota di abbandoni precoci resta tra le più alte dell'Ue (13,1% di dispersione). Tale quota corrisponde - in termini assoluti - a circa 543 mila giovani. La dispersione scolastica è direttamente collegata anche col fenomeno dei Neet (Not in education, employment or training), cioè i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non sono inseriti in un percorso di istruzione o di formazione.

Secondo l'Istat, una quota consistente di Neet è composta da giovani con non più di un titolo secondario inferiore, che è causa della loro minore occupabilità. L'accesso al mondo del lavoro per i giovani, risulta ancora troppo macchinoso e largamente informale. 

Oggi per combattere l'abbandono scolastico è importante, secondo l'Istat, puntare all'ampliamento e/o alla differenziazione dell'offerta formativa in funzione della sua capacità di incontrare bisogni di formazione differenti. A questo riguardo, i percorsi triennali e quadriennali di Istruzione e formazione professionale (leFP) mostrano da anni la loro capacità di inclusività e "antidispersione". La leFP riguarda la formazione iniziale dei giovani e si colloca di diritto nel sistema educativo nazionale di istruzione e formazione. Copre il 32,8% degli studenti iscritti ai percorsi offerti dall'istruzione professionale statale. II costo annuo pro-capite medio per allievo della leFP è circa di 5.500 euro di molto inferiore al costo annuo per studente dell'istruzione professionale statale che è pari a 8.736 euro.

Spiega Don Maurizio Lollobrigida: “Questo è un convegno che vuole mettere al centro i giovani, generare futuro attraverso alleanze vincenti, e anche attraverso la formazione professionale. C’è un numero smisurato di giovani che sono stati male orientati, hanno abbandonato i percorsi scolastici, i famosi Neet e non solo loro. Queste persone hanno bisogno di qualcuno che possa intercettarli, attraverso quello che poi è il principio di sussidiarietà e che consente a noi, enti di formazione professionale, insieme a istituzioni e a tutti gli amici che portano avanti questo tipo di progetto, di poterli aiutare a entrare nei percorsi virtuosi di formazione, che li portano poi a essere uomini e professionisti di qualità, la cosa per noi più importante. 

Sono 150 anni che siamo qui a Genova, sono 150 anni che il carisma di don Bosco continua a generare in tutta Italia, attraverso anche le opere salesiane e il Cnos-Fap, Centro Nazionale Opere Salesiane Formazione e Aggiornamento Professionale, di poter raggiungere livelli alti di qualità professionale. Il progetto coinvolge 16 regioni con 63 centri: abbiamo delle qualifiche triennali per la formazione di operatori della ristorazione, del comparto elettrico, del meccatronico, dell’estetica, abbiamo tantissimi profili perché crediamo che un elemento e uno strumento che possa facilitare l’aggancio dei ragazzi sia proprio quello del variare la tipologia di percorsi formativi, e in questo la formazione professionale salesiana è ricchissima”.  

La città di Genova ha un ruolo importante sin dall’inizio, è entrata in simbiosi con noi. Noi ci siamo trovati bene con questa città e questa città ha trovato in Don Bosco e nella formazione professionale un alleato forte che permettesse di creare un tessuto umano e professionale, che sta generando e continua a generare persone che oggi rappresentano istituzioni a livello militare, politico, datoriale come imprenditori. Tanti ex allievi di Don Bosco continuano a portare avanti questo sogno dopo 150 anni”. 

Continua Don Sergio Pellini, direttore dell’Opera Don Bosco Sampierdarena: “È un dono per la città di Genova la presenza dei Salesiani da 150 anni che accoglie giovani che arrivano non solo dal quartiere di Sampierdarena ma da tutta la città e dalle Valli adiacenti. È un modo per dare prospettive di futuro ai nostri giovani, aiutare i ragazzi a integrarsi, specialmente a coloro che arrivano da culture diverse. 

Ai giovani cerchiamo di far scoprire la validità non solo del sapere ma del saper anche fare: attraverso la formazione professionale si riescono a recuperare tanti giovani soprattutto a livello motivazionale, per far sì che le loro doti non vengano sciupate ma vengano messe a frutto nel migliore dei modi.  

Le istituzioni, anche in questa regione, hanno compreso bene il valore e il significato di questo apporto e ci auguriamo che anche a livello nazionale questo possa essere un modo per coinvolgere di più i giovani in prospettiva futura. 

I problemi sono quelli che conosciamo, si tratta innanzitutto attraverso la formazione di creare le condizioni perché i giovani siano duttili, capaci di mettere a frutto le loro risorse, adattarsi alle varie esigenze, ad esempio le aziende ci chiedono di formare innanzitutto la persona, l’uomo, i valori. Gli aspetti tecnici poi vengono dati dalle singole realtà, a istruite e a portare a compimento, l’importante è che ci sia la formazione di base su cui costruire il resto.  

La riconoscenza è il messaggio finale: siamo lieti di vedere i nostri giovani che sono inseriti, hanno creato la loro famiglia, hanno realizzato la loro vita, e questa riconoscenza si manifesta in un ulteriore farsi dono per gli altri.abbiamo tanti ex allievi che continuano ad accompagnare le nostre opere, a dare opportunità ai giovani di oggi perché anche loro possano capire di essere amati. Non basta solo amare i giovani, devono capire di essere amati. Quando si offre loro la possibilità di un lavoro, di una sicurezza e di potersi accostare a delle aziende e delle imprese che hanno anche un valore e un significato particolare ne sono certamente riconoscenti”.  

 “L’opera Don Bosco è una realtà importante del nostro territorio, con una funzione strategica per la riduzione della dispersione scolastica dei nostri giovani. Un punto di riferimento per le comunità di Genova, a Sampierdarena e Quarto, Alassio e Vallecrosia. La formazione professionale di cui si parla oggi al convegno è infatti un tema fondamentale, intanto perché il lavoro non è solo un pezzo importante del futuro di tanti ragazzi, della dignità della persona e della cittadinanza attiva ma anche una possibilità di sviluppo di un Paese che continua a crescere nonostante le stime meno ottimistiche degli ultimi mesi, e che trova uno sbocco importante nella ricerca delle figure professionali che servono al cambiamento della nostra economia: turismo, soprattutto, ma anche tecnologia, programmatori, edilizia”. 
Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “Abbiamo bisogno di correre e di correre veloce: su questo Regione Liguria ha messo in campo strumenti molto duttili, dai percorsi di formazione Matchpoint alla formazione a sportello. Ma occorre ovviamente che l’impresa sappia censire la propria domanda e chiedere le professionalità che servono e, di fronte alla mancanza di giovani attratti da tanti posti, occorre ragionare anche sul tema salariale, sugli stipendi e sui contratti. C’è bisogno evidentemente di diventare sempre più appetibili in un mercato che cresce e che chiede sempre maggiori professionalità. Tutto questo alla luce della nuova programmazione del Fondo Sociale Europeo che, del settore della formazione, è il più grande finanziatore del Paese”.

"I Salesiani e il Don Bosco sono una realtà straordinaria che abbiamo onore di ospitare in Liguria con corsi di formazione che aiutano i giovani e uniscono sociale alla formazione al reinserimento nel mondo del lavoro commenta l'assessore regionale Marco Scajola  - Sono 150 anni che questa realtà svolge un lavoro importante qui in Liguria e oggi siamo qua per ringraziarli e per continuare quel lavoro costante che siamo portando avanti. Si parla di centinaia di ragazzi che ogni anno vengono anche tolti da situazioni difficili nel sociale, formati, educati e inseriti nel mondo del lavoro. Un impegno doppio quello svolto dai Salesiani, e oggi non potevo non essere qua a nome di Regione Liguria insieme a tanti colleghi, al Presidente che ci raggiungerà, per ringraziarli e per continuare questa collaborazione. Un giorno di festa per loro e un giorno importante per noi perché con loro stiamo ottenendo risultati importanti".

I Salesiani hanno fatto tantissimo nel mondo, sono una delle opere più importanti per quello che riguarda i giovani, ma qui a Genova per noi c’è una presenza nel cuore e nella mente di tantissime persone" - commenta il sindaco di Genova Marco Bucci - "I Salesiani hanno fatto quello che sarebbe bello poter fare in tutta la nazione e per tutte le professioni, cioè avere un’educazione scolastica che possa consentire immediatamente l’ingresso nel mondo del lavoro, una cosa di cui abbiamo enorme bisogno perché oggi abbiamo più posti di lavoro di quante persone possano lavorare. 

I Salesiani nell’area di Sampierdarena e in tutta Genova hanno contribuito a questo: c’è anche un discorso assolutamente di presenza civica, di sicurezza per quanto riguarda le famiglie che vivono a Sampeirdarena perché la presenza da sicurezza, speranza nel futuro, quella sorta di confidenza della società civile che tutti vorremmo avere. 

Li ringrazio non solo per l’educazione ma anche per la loro presenza, sono cose importanti che vogliamo continuino. Oggi celebriamo 150 e ne vogliamo altri 150 a venire”.