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Gen Z - il mondo dei giovani | 05 marzo 2023, 09:30

Gen Z - il mondo dei giovani - Infanzia e tecnologia: un confronto tra generazioni

Com’è cambiato il concetto di infanzia nel corso degli anni?

Gen Z - il mondo dei giovani - Infanzia e tecnologia: un confronto tra generazioni

Negli ultimi decenni la tecnologia è entrata a far parte in modo più che significativo delle nostre vite quotidiane, facendo cambiare completamente il nostro modo di fare e percepire le cose.
Essere bambini nell’era del digitale significa crescere fin da subito in un ambiente interamente tecnologico che influenza il comportamento e il modo di crescere.  

Giocare a nascondino, con le bambole e fare una partita a pallone, non sono più attività così rilevanti come qualche tempo fa, anzi: i bambini preferiscono trascorrere il loro tempo sui tablet e sui telefonini. Anche i giochi più amati dai bambini di tutte le generazioni precedenti ora sono disponibili online: i puzzle, i giochi di ruolo, i giochi da tavola, quelli con le bambole. 

Per queste ragioni, oggi, l’interazione sociale tra i bambini è costituita per la maggior parte dai contatti via internet, e quindi non è necessario uscire all’aria aperta per poter trascorrere del tempo con i propri amici. Si può anzi comunicare via internet oppure giocare insieme a qualche videogioco online.  

Ma non è sempre stato così. Facendo un passo indietro, e tornando a qualche decennio fa, i bambini erano liberi dalla tecnologia e dai dispositivi elettronici.
Negli anni ’50, quando i miei nonni erano ragazzi, spesso ricordano le loro giornate d’infanzia trascorse per la maggior parte all’aria aperta. Mia nonna si ricorda molto bene le infinite partite a nascondino o a pallone con le sue sorelle, nella via sotto casa. Quando invece il tempo non permetteva di stare all’aria aperta, con un po' di fantasia costruivano delle bambole di pezza da poter accudire. 

Mio nonno invece è cresciuto sul lago Maggiore, perciò i bagni al lago hanno caratterizzato in modo particolare la sua infanzia. In alternativa, si divertiva a giocare con le costruzioni in legno di suo padre, oppure trascorreva il tempo con gli altri bambini all’oratorio del paese.  

Mia madre, invece, ha vissuto la sua infanzia durante gli anni ‘70, quando l’unico dispositivo tecnologico a disposizione nelle case era la televisione.
È nata e cresciuta in campagna, perciò trascorreva molto tempo nel bosco a giocare a guardie e ladri, nascondino, mosca cieca e tutti quei giochi che si potevano fare all’aria aperta. 

La tv non era sicuramente il fulcro delle sue giornate ma, anzi, veniva accesa giusto per il tempo necessario di un cartone animato. Il resto del tempo era dedicato ai giochi da tavolo come il classico Monopoli.  

La generazione Z, invece, è nata nei primi anni 2000, quando la digitalizzazione aveva già preso piede da qualche anno. Ricordo che io e i miei coetanei giocavamo spesso con il Nintendo DS, l’erede del GameBoy. I giochi elettronici per i dispositivi digitali stavano diventando sempre più popolari, con Super Mario Bross ad esempio. 

I nostri genitori, in quel periodo storico, non ci permettevano di giocarci tutto il giorno, e solitamente non si utilizzavano per più di un’ora al giorno.
In ogni caso, quando bisognava scegliere se passare una giornata a casa a giocare al Nintendo oppure se uscire con i propri amici all’aria aperta, si sceglieva la seconda opzione senza troppi indugi. 

Facendo un salto indietro nel tempo, abbiamo potuto vedere come le vecchie abitudini d’infanzia per i bambini siano rimaste più o meno invariate fino agli anni 2000.
I bambini delle nuove generazioni stanno vivendo un’infanzia sicuramente nuova rispetto alle precedenti, ma bisogna chiedersi se effettivamente l’approccio alla tecnologia fin da così piccoli possa essere l’opzione migliore.
È vero, molte ricerche affermano che con la tecnologia c’è la possibilità che i bambini apprendano molte nozioni più velocemente, ma c’è il rischio che sviluppino delle difficoltà nell’interazione sociale, dal momento che la socializzazione su internet non equivale in nessun modo a quella fisica. 

Gaia Uccheddu

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