L'obiettivo è costituire almeno 15-20 mila comunità energetiche. Così il ministro all'Ambiente e alla Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin in un'intervista al nostro gruppo editoriale sul lancio delle comunità energetiche rinnovabili, un progetto finanziato con fondi del Pnrr che per i comuni sotto i 5000 abitanti vede lo stanziamento di 2,2 miliardi.
“Finalmente al via. - commenta il Ministro - La proposta di decreto è stata inviata a Bruxelles, è iniziata la fase di negoziazione perché il tema è congiunto Italia-Unione Europea, i fondi sono quelli del Pnrr. Credo che in tempi ragionevoli, spero entro aprile, di poter chiudere il cerchio e far diventare efficace il sistema”.
Cosa ci guadagnerà chi si assocerà nelle comunità energetiche e perché ritiene che sia un progetto strategico per l'Italia?
“Lo è perché si inserisce nell'ambito degli obiettivi nazionali, quelli della decarbonizzazione, dell'abbattimento delle emissioni al 55 per cento al 2030, la neutralità climatica al 2050. E' un progetto strategico perché si inserisce nella strategia immediata del nostro Paese dell'Unione Europea che è quella di ridurre il prelievo di gas dalla Russia in virtù del conflitto con l'Ucraina".
"È un progetto strategico - continua - perché significa per il nostro Paese contribuire con le energie rinnovabili anche a riportare quello che è il rapporto nell'ambito complessivo della produzione dell'energia elettrica che in questo momento è per due terzi proveniente da fossile, quindi carbone, petrolio e gas e per un terzo da rinnovabili di cui la metà idroelettrico. L'obiettivo di questo governo è raggiungere al 2030 i due terzi di rinnovabili e un terzo di fossili, e in questo caso parlo di quello meno dannoso: il gas. Ecco perché tutto questo è strategico, si tratta di differenziare anche le fonti di produzione energetica”.
Com'è articolata la proposta di decreto?
“Prevede un doppio regime, quello delle realtà dei comuni oltre i 5000 abitanti che possono godere di una tariffa incentivante per la produzione di energia elettrica, e in una parte che riguarda le realtà dei comuni sotto i 5000 abitanti che possono godere della tariffa incentivante e unitamente di un contributo a fondo perduto fino al 40 per cento. Questo diventa significativo e molto favorevole per la creazione delle comunità energetiche”.
Le misure sono cumulabili?
“Nelle realtà sotto i 5000 abitanti sono cumulabili con alcuni meccanismi di correzione su quelle ordinarie e la cumulabilità è completa per i soggetti di interesse sociale, quindi le onlus, il terzo settore e le organizzazioni sociali, gli enti della Chiesa, le parrocchie o altri enti che non hanno scopo di lucro”.
Perché queste misure specifiche per i piccoli centri?
“Perché la caratteristica dell'Italia, questo nasce anche dal vincolo del Pnrr a suo tempo concordato con l'Unione Europea, è di essere una terra dei tanti borghi. Lo scopo delle comunità energetiche è arrivare a una produzione diffusa che tenga ben stimolata la produzione diretta, quindi l'autoconsumo, che è il fine delle comunità energetiche. Significa riempire l'Italia di tanti motori per la produzione dell'energia”.
Quali impianti saranno incentivati?
“Quelli del fotovoltaico, dell'eolico, dell'idroelettrico, delle biomasse. Non c'è il vincolo di impianto, di conseguenza le iniziative possono essere tutte quelle che sono rinnovabili”.
Quali sono i requisiti per creare una comunità energetica?
“Essere piccole e medie imprese, quindi fino a 250 dipendenti. Rientrano anche le persone fisiche e gli enti del terzo settore. È abbastanza variegata la tipologia di soggetti che possono farsi promotori di comunità energetiche, oltre che gli enti locali, penso ai tanti piccoli comuni del nostro Paese”.
Quale potrà essere un calcolo ipotetico dell'apporto di energia rinnovabile?
“Lo stanziamento prevede 2 miliardi 200 milioni di intervento a favore dei comuni sotto i 5000 abitanti, con un contributo fino al 40 per cento alla costruzione. L'obiettivo è quello di arrivare almeno a 5000 megawatt per la misura generalista che riguarda comuni al di sopra dei 5000 abitanti e almeno 2000 per i piccoli comuni. Complessivamente la sfida che lanciamo è una sfida che mi auguro possa portare alla costituzione di almeno 15-20mila comunità energetiche. Tanti motori”.