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Attualità | 28 febbraio 2023, 11:51

Piano Caruggi ed edilizia popolare, a Genova 500 edili occupati nei prossimi anni (foto e video)

Per i prossimi 5 anni sono previsti investimenti per 70 milioni ma serve incentivare il comparto edile che, vista anche la battuta d’arresto del bonus 110, rischia di perdere occupati

Piano Caruggi ed edilizia popolare, a Genova 500 edili occupati nei prossimi anni (foto e video)

Circa 100 edili all’anno fino al termine della realizzazione del Piano Caruggi. Questa la stima dell’occupazione emersa durante il convegno della Filca Cisl Liguria che si è svolto questa mattina al Salone Blu dell’Acquario di Genova.

Focus dell’incontro è stata la rigenerazione urbana con un’attenzione particolare al recupero inclusivo dell’edilizia popolare.

A proposito, Enzo Pelle, segretario generale Filca Cisl nazionale, ha spiegato: “Che la rigenerazione urbana sia il tema che ci vedrà tutti protagonisti nel futuro, sia le forze sociali sia le istituzioni, siamo certi sia la strada maestra per investire nel modo giusto in edilizia. Ormai non si può consumare suolo, bisogna pensare a rendere i quartieri, anche quelli ad alta densità abitativa, inclusi nell’abitare delle città. Questa è quella che noi riteniamo la strada maestra per investire sia direttamente, come pubblico, sia in partenariato.

Stiamo parlando di qualcosa che potrebbe rigenerale, migliorare le città, renderle più inclusive, consentire alle persone di abitare meglio i luoghi in cui vivono, andare verso la sostenibilità non solo di tipo energetico ma anche di tipo sociale”.

Pensare che il 110 - aggiunge Pelle - sia la panacea di tutti i mali non è così. Abbiamo ristrutturato soprattutto seconde case. Secondo i dati ENEA, di edilizia popolare il rapporto è 1 a 84 rispetto agli altri tipi di edilizia quindi non è andata nella direzione in cui doveva andare a nostro avviso. Bisogna trovare uno strumento per sbloccare anche la cessione dei crediti che rischia di mandare in fallimento imprese che vantano credito ma non hanno liquidità e stiamo parlando di 19 miliardi. Ci possono essere diverse soluzioni ma non possiamo rinunciare a quel pezzo di economia che è fondamentale anche per rilanciare il PNRR”.

 

Abbiamo fatto uno studio approfondito - ha poi proseguito il segretario generale Filca Cisl Liguria Andrea Tafaria - e la stima indica 100 lavoratori edili coinvolti ogni anno. A fine cantiere saranno 500 i lavoratori che parteciperanno alla rigenerazione del nostro Centro Storico, elemento importantissimo che ha ribadito anche il sindaco Marco Bucci e a cui noi teniamo tantissimo.

Nello studio sono coinvolti tanti operatori edili come carpentieri, coloritori, muratori, chiediamo che inizino subito i lavori e, visto quanto sta accadendo col Bonus 110, chiediamo che ci sia un atterraggio morbido per i lavoratori. I dati indicavano una risalita e i numeri dell’occupazione erano arrivati ai livelli toccati nel 2008, prima della crisi. I lavoratori dovranno essere reimpiegati in queste nuove opere, dalla rigenerazione urbana ma anche nelle opere che devono partire come

Diga Foranea, Gronda e tutta la parte delle case popolari, secondo noi importantissima”.

A proposito delle ripercussioni sulle imprese, Tafaria aggiunge: “Le imprese si lamentano però al momento tengono, anche perché queste lavorazioni in essere devono finire quindi abbiamo tempo per tutto il 2023 con le opere che si devono concludere. I metodi non li sappiamo ancora perché si sta ancora parlando con il Governo e con le parti sociali. A oggi non si parla ancora di cassa integrazione e di licenziamenti”.

 

Al convegno ha preso parte anche il vicesindaco di Genova e assessore all’Edilizia residenziale pubblica Pietro Piciocchi: “Il piano carruggi è una delle tante rigenerazioni urbane che abbiamo in questo momento sulla città di Genova. E’ la prima, era partita con fondi nostri poi via via ci siamo estesi e appoggiati su ulteriori linee di finanziamento che hanno ampliato la portata di questo piano. Di fatto, alcuni interventi sono già partiti e nei prossimi mesi ne vedremo alcuni e tra i significativi il più importante dei quali è quello della Darsena.

Parlo della ristrutturazione completa dell’edifico Tabarca Metellino che poi dovrebbe parlarsi con Ennebique, che finalmente dovrebbe partire. Questa per noi è una zona assolutamente fondamentale e centrale della città. 

Posso ricordare un’altra opera che mi sta molto a cuore che è l’edificio di via Pre 12-14, i due civici che sono in una zona molto critica anche dal punti di vista dello spaccio. E’ già iniziato un cantiere di messa in sicurezza e a breve partirà il cantiere della ristrutturazione.

Questo piano carruggi in realtà è molto vasto perché riguarda anche altre zone della città limitrofe al centro storico come la zona della Marina, la zona di viale Emanuele Brignole, del Carmine e dell’Albergo dei Poveri.

Abbiamo un progetto di sistemazione di Valletta Carbonara e con l’Università stiamo lavorando proprio all’Albergo dei Poveri. E’ bello pensare alla rigenerazione del centro storico attraverso la presenza degli studenti universitari e la città su questo deve lavorare tantissimo”.

Non è mancato il focus su Begato: “Quando parliamo di Begato - ha ribadito Piciocchi - guardiamo solamente al post diga e quindi a quello che stiamo facendo. Questi sono cantieri appoggiati sul progetto del PINQUA, quindi entro il mese di giugno partiranno però su Begato abbiamo un’altra operazione importantissima che è quella del 110. Siccome era partita prima che il Governo rivedesse la disciplina, che non si è stoppata, stiamo rigenerando completamente numerosi uffici. Nei prossimi giorni presenteremo i nuovi palazzi con le facciate ventilate. Stiamo lavorando a finanziamenti aggiuntivi per andare a recuperare gli edifici di edilizia residenziale pubblica e stiamo lavorando a un piano B per la linea di finanziamento. Stiamo vicini ad aver individuato una nuova linea per l’ERP che ci darà la possibilità di proseguire le lavorazioni che si sono interrotte. A Genova il piano del 110 era molto molto ampio e riguardava non solo Begato ma tutti i quartieri di edilizia residenziale pubblica. Su circa 300 milioni di euro di lavori, con Arte siamo riusciti farne partire 150-160. Dobbiamo recuperare quel gap ma sono fiducioso che in sede di conversione si possa salvare la parte del recupero di edilizia residenziale pubblica”.

Isabella Rizzitano

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