Municipio Ponente - 27 febbraio 2023, 18:23

No ai cassoni al porto di Pra’, i comitati scrivono al viceministro Rixi

Lettera da parte dei cittadini per chiedere di valutare soluzioni alternative. Anche il presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza, spinge in questa direzione. Opposizioni critiche: “Ora vuole solo recuperare credibilità”

I comitati del Ponente genovese che stanno lottando per fermare la fabbrica dei cassoni della nuova diga foranea di Genova al sesto modulo del porto di Pra’ hanno scritto nei giorni scorsi una lettera al vice ministro per le Infrastrutture, Edoardo Rixi, per chiedergli di prendere in considerazione alternative.

L’azione di Comitato Pegli Bene Comune, Comitato Pegli Lido, Comitato Noi per Pra’, Comitato Palmaro e Associazione Comitato di Quartiere di Multedo fa seguito alle parole dello stesso Rixi, originario appunto del Ponente cittadino: è stato il vice ministro a parlare di alternative come Vado e Piombino, ma nel corso dell’ultima riunione tenutasi lunedì scorso a Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, alla presenza anche del presidente Paolo Emilio Signorini e del sindaco Marco Bucci, è purtroppo emerso che, al momento, l’unico sito ad avere le autorizzazioni è Pra’, mentre Vado e Piombino ne sono prive, nonostante quanto prospettato dagli stessi Signorini e Bucci durante il Consiglio Municipale monotematico del VII Ponente.

“Nel mentre apprendiamo da un post su Facebook - scrivono i comitati - che il presidente del Municipio VII Genova Ponente, Guido Barbazza, si è recato presso la fabbrica di Vado Ligure per visionare l’area e valutare la possibilità di spostare la realizzazione dei cassoni della nuova diga presso questo sito, come peraltro era stato suggerito dalla minoranza durante il Consiglio di Municipio dello scorso 23 gennaio. Ci auguriamo che questa iniziativa sia alla base di una ferma volontà di opposizione alla realizzazione del cantiere tra Pegli Lido e Pra’. La nostra richiesta è una presa di posizione ferma e netta che sostenga la tesi del no, senza se e senza ma”.

Il post in questione, a firma di Guido Barbazza, è stato molto dibattuto nei giorni scorsi. Barbazza informa: “Sono andato a Vado Ligure, zona porto, da dove è possibile scorgere, in lontananza, verso il mare, il cantiere per i cassoni utilizzato per realizzare il nuovo terminal container Maersk. Il sito è nella giurisdizione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è posizionato su fondali presumibilmente compatibili per costruire cassoni di grandi dimensioni, provvisto di accosti per navi cassoniere (una ivi ormeggiata), sulla diga foranea. Di fronte a una zona portuale, ben lontano dalla città di Vado (oltre 1 km) e collegato direttamente all’autostrada attraverso un percorso, in buona parte in galleria, attraverso aree industriali, schivando i centri abitati”.

Secondo il presidente del VII Ponente, “il posizionamento è sicuramente più adeguato per un’attività del genere di quello selezionato a Pra’, che si troverebbe di fronte alla zona residenziale di Pegli Lido, a due passi dalle dune e dalla pista ciclo-pedonale di Pra’, campo di regata di canottaggio, campo di evoluzione velica. Al netto dei costi per un suo eventuale adattamento allo scopo specifico, si potrebbero forse anche risparmiare risorse economiche. Auspico che tale soluzione possa risolvere in modo appropriato il problema della costruzione dei cassoni per la diga di Sampierdarena, evitando la soluzione complicata e invasiva del Bacino Portuale di Pra’”.

Parole che Claudio Chiarotti, già presidente del Municipio e oggi consigliere municipale d’opposizione per il Partito Democratico, commenta così: “Leggo post incoerenti del presidente del Municipio sul quale sarà il caso di fare qualche considerazione. Il 23 gennaio scorso si è presentato in Consiglio impreparato, in quanto sarebbe stato il caso di visionare le alternative a Pra’ prima della seduta. Mi sembra che si cerchi solo di recuperare un po’ di credibilità, che al momento non è proprio al massimo. Volevo ricordare al presidente Barbazza che le forze politiche che lo sostengono, non più tardi di martedì scorso, hanno deciso di togliere dal tavolo l’unica posizione che il territorio vuole: l’opzione zero, ossia che nessun cassone venga costruito a Pra’ e nessun insediamento industriale venga posizionato sul sesto modulo. Questa è la posizione che però lui stesso in Municipio ha bocciato: poche idee e anche confuse”.

Barbazza però continua a ribadire: “L’unico documento di riferimento è l’ordine del giorno approvato dalla maggioranza in Municipio”. Che dice così: “Il Municipio VII Ponente chiede all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale di valutare la possibilità di realizzare la totalità dei cassoni nell’altro cantiere selezionato, posto fuori Genova, evitando di procedere con la soluzione prospettata presso il Bacino Portuale di Pra’”. 


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