Tra i numerosi progetti messi in moto in Val Bisagno riguardanti la mobilità cittadina, ma anche la riqualificazione di un quartiere desideroso di riscatto, sta prendendo forma il recupero della rimessa della Gavette.
Il progetto è stato presentato ieri dall'assessore Matteo Campora durante l'assemblea pubblica alla biblioteca Saffi di Molassana a cui ha partecipato anche il presidente del Municipio Media Valbisagno Maurizio Uremassi, nonché rappresentanti di maggioranza e opposizione. Questo prevede da un lato una modernizzazione della rimessa e dei parco autobus, dall'altro una piastra pedonale di 6mila metri quadri con aree verdi e spazi dedicati allo sport, accessibile da via Lodi. I bus verranno sostituiti con mezzi elettrici, per risolvere il problema dell'inquinamento atmosferico e sonoro che preoccupava da anni le famiglie dei bambini che frequentano la vicina scuola, un tassello all'interno della generale modernizzazione del trasporto pubblico cittadino.
I lavori partiranno ad agosto, dureranno circa 18 mesi, e saranno finanziati con il denaro destinato al progetto degli assi di forza.
Detto questo, resta ancora volutamente generico e aperto ai contributi costruttivi: “Un foglio bianco, che noi abbiamo consegnato al Municipio e ai cittadini che devono riempirlo – aggiunge Campora – soprattutto i ragazzi e i bambini della scuola devono disegnarlo”. I giovani della scuola hanno già partecipato con dei contributi di idee per gli spazi, come dice orgogliosamente il preside Marco Casubolo.
D'altra parte il mancato coinvolgimento dei cittadini è stato una delle ragioni di critica più ricorrente per molti progetti recenti di Palazzo Tursi. Anche in questo caso le proposte positive non hanno comunque evitato alcune voci critiche, anche vigorose: “Le critiche non erano sul progetto, il progetto è apprezzato da tutti anche perché solo un pazzo non apprezzerebbe un miglioramento della vivibilità... ci sono stati degli interventi che riguardano più in generale i problemi della Val Bisagno, che un po' esorbitavano, ma comunque è stato utile perché questi confronti sono sempre utili perché fanno capire quali sono le esigenze del territorio che è stato trascurato per molti anni, pensato per metterci servitù e oggi finalmente anche grazie ai finanziamenti cambieremo un po' di cose, faremo un bel salto in avanti”.
Certo, il coinvolgimento degli abitanti: “Andava fatto prima e anche per altre questioni” commentano alcuni. Ma non solo. Trapelano da associazioni e cittadini anche dubbi e scetticismi, si alzano i toni. C'è chi chiede chiarimenti sulla pericolosità e l'infiammabilità delle batterie dei bus elettrici, chi esprime scetticismi sulla destinazione pubblica dello spazio e preoccupazione sulle problematiche del traffico in via Lodi, che sicuramente risentiranno dei lavori. Esplode poi, evocato dalla questione delle Officine Guglielmetti, il lungamente accumulato rancore di un quartiere troppo spesso gravato da servitù e trattato dal centro come scomoda periferia.
L'assessore ribatte invocando da un lato valutazioni tecniche favorevoli effettuate da enti preposti, garantisce la destinazione pubblica, e riconoscendo le problematiche del territorio ribadisce la necessità di “partire da qualche parte per migliorare la situazione” ricordando le migliorie già in atto e i progetti a venire, dalla demolizione del fangodotto della Volpara alla ristrutturazione del teatro Nazionale.
Resta un'impressione di incertezza nel dialogo tra le aperture e gli investimenti di Tursi e le diffidenze e le speranze del quartiere. D'altra parte il “foglio bianco” ha ancora due mesi per essere scritto da tutte le parti in causa.