Politica - 23 febbraio 2023, 12:42

Scuola, sindacati in piazza contro l'autonomia differenziata: "In discussione il valore dei titoli di studio" (Foto e video)

È scontro sull'autonomia differenziata, il progetto del ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli. I sindacati raccolgono le firme per una legge di iniziativa popolare

È scontro sull'autonomia differenziata, il progetto del ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, voluto dal governo e dalle regioni del nord, ma fortemente contrastato a sud per il rischio di disuguaglianze che colpirebbero principalmente i settori di scuola e sanità. 

Proprio per dire no all'autonomia questa mattina Cgil, Uil e Gilda sono scesi in piazza con un presidio davanti alla prefettura. 

Manifestiamo la nostra contrarietà e preoccupazione a questa proposta di autonomia differenziata. - spiega la segretaria FLC Cgil Genova Elena Bruzzese Un conto è ragionare sul ruolo e la capacità amministrativa delle regioni, cosa diversa è pensare di andare a spacchettare e dividere alcuni settori come sanità, istruzione, welfare e fisco, tutte materie che per la loro natura devono rimanere nazionali per garantire unicità e parità di trattamento per tutti i cittadini. Molte ripercussioni anche sul settore della conoscenza, che noi rappresentiamo, non possiamo correre il rischio di un aumento delle disuguaglianze tra le regioni e che ci siano stipendi diversi per il personale scolastico a seconda della capacità economica delle singole regioni. Questo oltre che creare dei divari sarebbe assolutamente incostituzionale, non è possibile che ogni regione possa pensare di modificare a propria scelta l'offerta formativa, perché in questo modo non verrebbe più garantita l'universalità del diritto allo studio e il valore legale dei titoli potrebbe essere messo in discussione. Il rischio è la creazione di un sistema dell'istruzione a due velocità e non possiamo permettercelo. In un contesto di crisi come quello attuale pensare di regionalizzare le scelte politiche è assolutamente sbagliato”. 

A sostegno di questa nostra mobilitazione, che oggi è regionale – continua – ma ha un respiro a livello nazionale, è stata lanciata una raccolta firme, l'obiettivo è raggiungerne 50mila per poter presentare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare per rivendicare il ruolo dell'istruzione pubblica che deve rimanere nazionale a garanzia di pari diritti e pari opportunità di tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore, ma anche di tutti gli utenti del servizio e quindi dei cittadini del nostro paese”.

Chiediamo un incontro con il prefetto - aggiunge Davide D'Ambrosio, segretario generale Uil Scuola Rua Liguria – perché vogliamo manifestare le nostre opinioni. La scuola non può essere oggetto di disgregazione, ma è alla base del paese e di conseguenza deve essere unitaria e unica sul territorio. I problemi della scuola non sono legati all'autonomia differenziata, ma al precariato, alla stabilità del personale. Ogni anno 250mila tra docenti e personale Ata sono a tempo determinato. Da un recente studio della Uil abbiamo dimostrato che con 712 euro a persona si stabilizzerebbero queste persone, in Liguria parliamo di 7mila persone per un importo di 4,5 milioni di euro. Se pensiamo che la finanziaria ha stanziato 35 miliardi di euro, capiamo come la somma complessiva per tutto il territorio italiano di 180 milioni sia bassa per affrontare e risolvere uno dei problemi annosi per la scuola”.

Presente anche il capogruppo in Regione di Linea Condivisa Gianni Pastorino. “L'autonomia regionale differenziata penalizzerebbe il comparto scuola, verrebbe messo in discussione e compromesso il titolo di studio a livello regionale, le regioni diventerebbero autonome per quanto riguarda programmi e contenuti. Questo aumenterebbe le disuguaglianze, penalizzerebbe famiglie e studenti, per noi è inaccettabile il progetto, come lo è per quanto riguarda la sanità. Ci sono materie per cui è necessario avere uniformità a livello nazionale e dei comportamenti chiari e certi per gli utenti, per bambini e bambine e per lavoratrici e lavoratori. Questo progetto è da contrastare in tutti i modi, giusto che il sindacato lo faccia in piazza e attraverso una raccolta di firme. Noi lo faremo, per quanto mi compete in consiglio regionale”.


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