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Municipio Centro Est | 20 febbraio 2023, 07:20

Bici box, l'orgoglio di Ama: “Il primo è nato dieci anni fa alla Maddalena”

E' in vico Fasciole, il nome è stato coniato da una bambina. "Quelli nuovi non sono bici box ma posteggi per bici, il nostro ha una finalità sociale"

Bici box, l'orgoglio di Ama: “Il primo è nato dieci anni fa alla Maddalena”

Il primo bici box in centro storico non è quello gestito da 'Genova Parcheggi', presentato alcuni giorni fa dagli assessori Matteo Campora e Mauro Avvenente, ma lo spazio da 24 biciclette inaugurato da Ama, l'associazione di quartiere Abitanti della Maddalena, nel 2013. 

Il primato è comprensibilmente rivendicato dall'associazione, che, come spiega la responsabile del progetto Stefania Marongiu, ha avuto sin dall'inizio lo scopo di recuperare uno spazio e riqualificare una parte del centro storico altrimenti preda della criminalità organizzata, ma soprattutto lanciare una proposta pionieristica: rendere il centro storico ciclabile in anni in cui sembrava impossibile.

Dal 2013 abbiamo aperto il vero primo bici box di Genova, - spiega Marongiu a La Voce di Genova - un posteggio condiviso aperto volontariamente, senza scopo di lucro, per creare socialità e sottrarre un basso dalle attività illecite che vengono perpetrate nel quartiere. Volevamo dare un messaggio, spiegando che il quartiere poteva essere ciclabile, allora il centro storico non lo era, volevamo dire che con la bici si possono fare socialità e cultura”.

Il bici box si trova in vico Fasciole, ha un ingresso verso San Siro e un altro verso Maddalena. “Abbiamo scelto un vicolo 'difficile' apposta, - racconta - per riqualificarlo attraverso il passaggio di chi lo usa. L'utilizzo è riservato ai soci dell'associazione che ha stipulato una polizza per furto e incendio, ognuno paga una quota mensile per l'affitto dello spazio, che abbiamo preso da un privato. Il profitto viene utilizzato per migliorare il bici box o per risolvere le problematiche”.

Ama aveva provato già dieci anni fa a portare il progetto all'attenzione dell'amministrazione comunale, la giunta all'epoca era quella di centrosinistra guidata da Marco Doria. L'intenzione era estendere l'idea del bici box ad altri quartieri. “Questo non è mai stato ascoltato, – continua Marongiu – l'abbiamo portato anche all'attenzione di altre associazioni non solo in centro storico, ma anche in altri quartieri, ma nessuna associazione ha mai creduto di poter gestire uno spazio del genere, non c'è scopo di lucro, per l'associazione è solo un lavoro volontario di registrazione delle persone e gestione e per ora non aveva mai interessato nessuno. Con il covid l'uso della bicicletta è aumentato e adesso non solo grazie a Fiab, ma anche grazie ad altre associazioni in città ci si sta occupando di mobilità. Anche noi siamo stati invitati al tavolo di concertazione con l'ufficio mobilità, i bici box sono stati inseriti nel 'Piano Carruggi', noi abbiamo sempre chiesto fossimo aiutati nel portare avanti un progetto che dura da dieci anni, aiutandoci nelle difficoltà che continuiamo a riscontrare”.

Oltre all'idea, Ama rivendica il nome dell'iniziativa: “Quelli nuovi sono parcheggi per persone che hanno una fruibilità diversa, forse meno sociale rispetto a chi usa i nostri bici box. 'Bici box' fu inventato da una bambina di 6-7 anni, non ci aspettavamo che venisse ripreso, questi si chiamano 'bike parking' o 'cicloposteggi'”.

Abbiamo incontrato Marongiu in occasione della festa per il tesseramento di Ama, un'associazione nata nel 2012 diventata un presidio per il territorio. “Negli anni abbiamo supportato il quartiere, in collaborazione con il Civ della Maddalena, attraverso attività ed eventi. Dove c'è passaggio la malavita si sposta o comunque non riesce ad agire con la libertà che ha quando ci sono spazi vuoti. Avevamo fondato anche il 'Cantiere per la legalità', insieme a Libera, partendo dalla confisca Canfarotta portiamo avanti un lavoro il cui scopo è capire come l'illegalità si muove e cercare di arginarla non solo a parole, ma con i fatti”.

Francesco Li Noce


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