No ai cassoni della nuova diga foranea di Genova al sesto modulo del porto di Pra’: dopo l’assemblea pubblica di ieri sera nei locali sottostanti alla parrocchia di San Rocco, la protesta è pronta a salire ulteriormente di livello e si prevedono a breve manifestazioni di piazza e blocchi stradali.
È questa la risultanza dell’incontro, molto partecipato (più di duecento persone), che è servito per sensibilizzare la cittadinanza sull’ennesima servitù che aspetta il Ponente genovese e che si vuole in tutti i modi scongiurare. L’iniziativa è stata organizzata dai partiti di minoranza al Municipio VII Ponente: Partito Democratico, Lista RossoVerde, Movimento 5 Stelle e Genova Civica.
Erano inoltre presenti gli esponenti dei comitati che da mesi si battono contro questo progetto altamente impattante e nefasto: Comitato Pegli Bene Comune, Comitato Noi per Pra’, Comitato Pegli Lido, Comitato Palmaro e Associazione Comitato di Quartiere di Multedo.
“In settimana - afferma Claudio Chiarotti, che guida l’opposizione al VII Ponente ed è l’ex presidente del Municipio - verrà discussa una mozione sul tema in Consiglio Comunale. Valutiamo quale sarà l’esito e come si esprimerà l’aula, soprattutto la maggioranza, e poi passeremo a ulteriori iniziative per rendere sempre più informata la popolazione su quello che sta accadendo e sui progetti che Bucci e Signorini vogliono far passare sopra alle nostre teste”.
La prossima settimana, stando ai rumors, sono previsti ulteriori approfondimenti in un vertice già programmato tra sindaco di Genova, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e attuale presidente del VII Ponente, Guido Barbazza: “Ma sarà - prosegue Chiarotti - per parlare di compensazioni, perché, per quanto ne dicano, questa maggioranza al VII Ponente si è già arresa all’arrivo dei cassoni”. Cassoni che, secondo politica e comitati, “alla fine sono una bella scusa per ampliare ulteriormente il porto di Pra’, perché le alternative alla costruzione ci sono e chi di dovere lo sa benissimo”. A parlare in assemblea anche i consiglieri comunali Fabio Ceraudo, Filippo Bruzzone e Rita Bruzzone. Nessuno della maggioranza era presente, né tra gli eletti in Comune né tra gli eletti in Municipio.
Proprio Filippo e Rita Bruzzone, insieme a Francesca Ghio, sono i firmatari della mozione che sarà discussa martedì in Consiglio Comunale. Con questo testo, gli esponenti del Partito Democratico e della Lista RossoVerde chiedono al sindaco Bucci e alla Giunta Comunale di “attivarsi con gli enti e gli uffici preposti al fine di procedere a una modifica del progetto circa la costruzione della nuova diga foranea di Genova, con la finalità di prevedere, quale area di cantiere per la prefabbricazione dei cassoni e trattamento (frantumazione e vagliatura) del materiale da demolizione, una porzione di area portuale più distante possibile dalle abitazioni”.
I consiglieri ricordano che “più volte il sindaco ha dichiarato che l’area interessata dal cantiere esposto in premessa sia da destinarsi a parco urbano”. E sono preoccupati perché lo scenario dei cassoni prende in considerazione “la possibilità di superare i limiti di rumore previsto dal Piano di Classificazione Acustica del Comune di Genova, con la possibilità di ‘valutare di procedere con la richiesta di autorizzazione di emissione in deroga’. L’area individuata nella documentazione in oggetto risulta essere molto vicina alle abitazioni della cittadinanza, che già vive in un contesto di servitù industriale, come evidenzia lo stesso Piano di Classificazione Acustica del Comune di Genova”.
Si punta quindi sull’inquinamento acustico e sulla necessità di mitigazioni, per il primo documento che verrà votato in Sala Rossa, mentre la cittadinanza è già pronta a iniziative più forti. “Scenderemo in piazza - conclude Chiarotti - Lo dobbiamo fare perché non possiamo più sopportare di essere trattati come cittadini di serie B. Per Bucci la fabbrica di cassoni a Ponente con le relative compensazioni che già aspettiamo da anni è un progetto ‘win-win’, come dice lui? I progetti ‘win-win’ se li vada a fare sotto casa sua”.