Politica - 12 febbraio 2023, 16:04

"Perchè Cospito deve morire?". Branca (Sinistra Italiana): "In un paese normale non sarebbe necessario il sacrificio della sua vita"

La presidente di Sinistra Italiana sul caso Cospito e sul 41bis

"Sul caso Alfredo Cospito, che ieri è stato ricoverato all’Ospedale San Paolo, in gravissime condizioni, il ministro Nordio, nonostante la sua profonda conoscenza giuridica, ha preferito fare una scelta tutta “politica”, confermando il carcere duro al detenuto morente ed addirittura “ignorando” la relazione e le richieste avanzate dalla Direzione Nazionale Antimafia".

Così in merito al tema legato al 41bis e al caso Cospito, Maria Gabriella Branca, presidente nazionale Sinistra Italiana.

"Il 41 bis: una misura eccezionale, emergenziale e temporanea, introdotta dopo le stragi di mafia degli anni ‘90 che diventa imperitura, dopo una serie di correttivi imposti dalla Corte Costituzionale. Il 41 bis, norma di cui oggi ognuno discetta sui social così come per le partite di calcio, è una forma di detenzione particolarmente rigorosa, cui sono destinati gli autori di reati in materia di criminalità organizzata nei confronti dei quali sia stata accertata la permanenza dei collegamenti con le associazioni di appartenenza - ha continuato Maria Gabriella Branca - Questo particolare regime carcerario, è stato introdotto come strumento giuridico per spingere i detenuti alla collaborazione con la magistratura ed al fine preciso di smantellare un’organizzazione criminale. Inevitabile, dicono i molti che continuano a trattare questo delicatissimo tema come se fosse la classifica finale di Sanremo, che un ministro di questo governo operi una scelta di fermezza e di potere, trasferendo il tema dal campo del diritto a quello degli spalti politici per coloro che vogliono fare la ola. Ma siete proprio sicuri che questo Stato che lascia morire Cospito sia forte?".

"Il ministro Nordio poteva decidere, come peraltro richiesto dall’Antimafia, di revocare il 41 bis ed applicare a Cospito il regime dell’alta sicurezza, mantenendo un controllo sui suoi eventuali rapporti con l’esterno. In un paese normale non sarebbe necessario il sacrificio della vita da parte di Alfredo Cospito: si sarebbe aperto un dibattito sulla ragionevolezza o meno del 41 bis, sui limiti oggettivi e soggettivi della misura, la pericolosità dell’individuo, i contatti con le organizzazioni mafiose e terroristiche, sulla sua congruenza rispetto ai fondamentali principi della Carta Costituzionale - conclude la presidente di Sinistra Italiana - Oggi invece, anche per il nostro Stato di diritto, anche per Nordio, dobbiamo sperare che quest’uomo arrivi ancora vivo a quell’udienza agognata del 24 febbraio in Corte di Cassazione. Senza neppure sapere se la sentenza sarà la pietra sulla sua tomba o lo spiraglio di una revisione indispensabile sulla norma della “superpena” applicata oltre i suoi stessi confini".

Comunicato Stampa


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