Proseguono le proteste da parte della cittadinanza del Ponente genovese contro la prevista fabbrica dei cassoni della nuova diga foranea di Genova al sesto modulo del porto di Pra’. Dopo il Consiglio Municipale di qualche settimana fa al quale hanno partecipato anche il sindaco Marco Bucci e il presidente di Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, e dopo il presidio di sabato scorso in largo Calasetta a Pegli, organizzato dai comitati che si oppongono a quest’ennesima servitù in un territorio già martoriato da decenni, arriva l’ora dell’assemblea pubblica.
La organizzano da una parte i comitati stessi, ovvero Pegli Bene Comune, Lido, Noi di Pra’, Palmaro e Multedo, dall’altra i partiti di minoranza al VII Ponente, cioè Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista RossoVerde e Genova Civica. Appuntamento venerdì 17, alle ore 21, presso il salone sottostante la chiesa di Nostra Signora del Soccorso e San Rocco di Pra’. Prevista la partecipazione, con interventi, da parte dei consiglieri municipali e comunali, così come degli esponenti dei comitati: la cittadinanza potrà fare domande e conoscere i dettagli di questa fabbrica che si annuncia enormemente impattante nella zona di Pegli e Pra’ per gli anni a venire, sia dal punto di vista del panorama stravolto che da quelli dell’inquinamento atmosferico e acustico.
L’ottimo segnale è che la protesta, alzata dai comitati in piazza e sui social network e dalla politica nelle aule deputate, ora percorre una strada comune e l’assemblea pubblica è uno strumento utile per far conoscere ancora di più alle persone quali saranno le conseguenze del progetto. Domani mattina è previsto un volantinaggio a Pegli e in altre zone del Ponente, con l’obiettivo di proseguire la battaglia.
Intanto, proseguono le raccolte di firme per dire no alla servitù dei cassoni: sia online, sulla piattaforma Change.org (a questo link: https://www.change.org/p/no-ai-cassoni-a-pra-basta-servitù-a-ponente?recruiter=149423625&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=psf_combo_share_initial&utm_term=psf_combo_share_initial&recruited_by_id=c94454c0-3611-11e4-abb8-5be7a2b90368&utm_content=fht-35312360-it-it%3A3), sia fisicamente, attraverso i moduli che si trovano a questi indirizzi: Bar Gelateria Dal Ranocchio (via Martiri della Libertà a Pegli), Alessandra Abbigliamento (lungomare di Pegli), Farmacia Marini (via Giovanni Opisso a Pegli), Bar Old Monteleone (via Pegli 74/76 r a Pegli Lido), Fiori di Angela (via Fusinato a Pra’), Pub Molly Malones (via dei Reggio a Multedo).
Attraverso un documento, Comitato Pegli Bene Comune, Comitato Pegli Lido, Associazione Comitato di Quartiere di Multedo, Comitato Noi di Pra’ e Comitato Palmaro spiegano le ragioni della loro contrarietà: “La costruzione dei cassoni comporta l’inserimento a poche centinaia di metri dalle abitazioni di un impianto di betonaggio e frantumazione, che rimanendo in funzione di giorno e di notte causerà: inquinamento acustico ulteriore, altro smog dove ci sono due scuole, rilascio nell’aria di polveri sottili, acqua torbida e altamente alcalina residua del processo”.
Ci si domanda per quanti anni andrà avanti questo cantiere e perché mettere in piedi “un così anti-ecologico impianto, se gli altri sessanta cassoni verranno fatti da un’altra parte (a Vado Ligure e a Piombino, ndr). Non si possono risparmiare tutti i relativi fondi per farli realizzare tutti negli impianti a mare predisposti, senza ulteriori nuovi riempimenti?”.
Poi, il sospetto, che circola sempre più e che nessuno ha finora smentito: “Viene da pensare che la fabbrica dei cassoni sia solo un escamotage per aprire quest’area a nuovi nefasti scenari, per questa parte di territorio. Negli ultimi anni abbiamo letto scenari apocalittici: ricollocazione off-shore del porto petroli, piattaforma extra per riparazioni navali, ulteriore sviluppo con il settimo modulo, dislocamento dei depositi chimici, apertura della diga foranea a Levante: tutto questo in deroga agli accordi firmati che prevedevano nessun ampliamento né a Levante né a Ponente e, in ogni caso, nessuno sforamento oltre rio San Giuliano e sesto modulo, secondo la delibera comunale del 1999”.
La risposta della cittadinanza dovrà essere grande, a questo punto, perché solo essendo grande potrà essere considerata e diventare efficace.