Il Municipio VII Ponente si schiera a difesa dell’ospedale Evangelico San Carlo di Voltri, dicendo no alla prospettata chiusura del centro nascite, seppur con i dovuti distinguo tra maggioranza e opposizione. Nel corso di un Consiglio Municipale ‘fiume’, svoltosi martedì pomeriggio, e richiesto dalla minoranza consiliare, è stata approvata una mozione portata in aula da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista RossoVerde e Genova Civica, ma non è stato approvato il collegato ordine del giorno che impegnava il Municipio stesso a fare un maggior pressing sulla Regione Liguria, a cui spetta la ‘geografia’ della sanità in Liguria.
Per ricapitolare la questione, a Genova esistono cinque punti nascita: San Martino, il Gaslini, il Galliera, Villa Scassi e l’Evangelico San Carlo. Secondo il piano di razionalizzazione dell’assessorato regionale alla Sanità, uno di questi va tagliato e in ballo ci sono Villa Scassi e l’Evangelico San Carlo. Per questo le minoranze hanno chiesto una seduta monotematica del Consiglio Municipale e per questo hanno proposto di avviare una forte azione politica, a partire dal territorio e dall’ente più prossimo a esso.
Il Municipio VII Ponente, che in questa legislatura ha già subito parecchie decisioni calate dall’alto (a cominciare da quella dei cassoni della nuova diga foranea di Genova al sesto modulo del porto di Pra’), si trova nuovamente a dover fronteggiare una situazione negativa, anche perché le premesse di dialogo con le amministrazioni comunali e regionali (che sono espressione della medesima parte politica, e quindi dovrebbero essere più semplici) sono state prontamente disattese.
E ora? E ora c’è da avviare una battaglia: perché lo chiedono i cittadini, ma lo chiedono anche i vertici dell’ospedale, che sono intervenuti in Consiglio Municipale a spiegare l’importanza del presidio ospedaliero voltrese e, in particolare, del centro nascite, che serve il Ponente cittadino ma anche i comuni limitrofi: Mele, Masone, Rossiglione, Campo Ligure e Tiglieto.
La mozione presentata dalle minoranze impegna il presidente del Municipio, Guido Barbazza, e la Giunta Municipale a “intervenire presso Regione Liguria per esplicitare totale dissenso rispetto alla chiusura e/o al depotenziamento del punto nascita dell’ospedale Evangelico di Voltri e di qualsiasi altro reparto ivi presente e a sollecitare le necessarie rassicurazioni presso il consiglio d’amministrazione dell’ospedale Evangelico Internazionale circa l’impegno, presente e futuro, nel presidio ospedaliero di Voltri”.
Il testo è firmato dai capigruppo Claudio Chiarotti, Alessio Boni, Fabio Quartino e Massimo Currò, che ricordano: “La scelta di mantenere un punto nascite a Voltri, che nel 2011 raggiungeva a stento i 200 parti all’anno, fu dettata dall’esigenza di garantire tale servizio a un territorio con peculiarità e criticità per diffusione della popolazione, orografia, infrastrutture. Tali presupposti sono validi a tutt’oggi, con un ulteriore aggravamento della viabilità sia presente sia futura per i numerosi cantieri presenti in città e sulle autostrade stesse e, in tale contesto, i punti nascita più vicini sarebbero Savona verso ponente, Villa Scassi verso levante, Novi Ligure per chi risiede nell’entroterra”.
Secondo i consiglieri, “un’eventuale chiusura del punto nascita di Voltri non risponderebbe a nessun criterio in termini di: soglia minima indicata da linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, poiché i parti superano i 500 previsti; punto nascite con minor parti poiché, al 2022, in Provincia di Genova ve ne sono altri due, Lavagna e Villa Scassi, con numeri inferiori; copertura territoriale, essendoci aree cittadine con un’offerta ampiamente superiore a quella del Ponente genovese. Temiamo che la chiusura o comunque il depotenziamento del reparto di Ostetricia e Ginecologia sia propedeutico a un contestuale depotenziamento di tutto il presidio ospedaliero di Voltri. Al contrario, il mantenimento di questo presidio ospedaliero, nel pieno delle su funzioni, è imprescindibile, almeno fino alla realizzazione dell’Ospedale del Ponente a Erzelli”.
E ora? E ora il presidente Guido Barbazza sarà audito insieme ai capigruppo presso la Commissione Sanità della Regione Liguria, mentre è stato rigettato l’ordine del giorno, sempre a firma delle minoranze, che proponeva “di convocare un Consiglio Municipale presso la Regione Liguria, come già accaduto in passato, al fine di rivendicare il ruolo del Municipio nell’interesse della comunità che rappresenta”.
L’ex presidente del VII Ponente, Claudio Chiarotti, ha rimarcato nel suo intervento “la mancanza della controparte, ovvero la Regione Liguria”, mentre Alessio Boni della Lista RossoVerde ha espresso preoccupazione perché “se il centro nascite a Voltri dovesse essere chiuso, sarebbe un’ulteriore perdita e diventerebbe sempre più difficile raggiungere gli altri ospedali, con tutti i cantieri che si prospettano a Ponente nei prossimi anni”. Matteo Frulio del Partito Democratico ha aggiunto: “Il Municipio Ponente deve impegnarsi con tutte le sue forze affinché i progetti non vengano calati dall’alto e deve farsi promotore di incontri aperti alla cittadinanza sul destino di strutture fondamentali come quella dell’ospedale Evangelico. Così come è necessario che si impegni a contrastare ogni forma di depotenziamento delle realtà sanitarie locali, per tutelare la salute dei cittadini e i diritti dei lavoratori”. Un atteggiamento meno morbido è richiesto e opportuno, su tutti i fronti.