C’è un’attività insolita, in questi giorni, intorno al ‘dentino’ del sesto modulo del porto container di Pra’, dove dovrebbe sorgere la cosiddetta fabbrica dei cassoni della diga foranea di Genova. E quest’attività insolita è stata notata dai cittadini e inizia a destare parecchia preoccupazione: perché Autorità di Sistema Portuale ha iniziato a parlare di costruzione dei cassoni a partire dalla primavera del 2024, per un totale di due anni di durata dei cantieri, ma è chiaro che la realizzazione della piattaforma sulla quale impiantare i cantieri stessi dovrà arrivare molto prima.
E quel molto prima potrebbe essere anche adesso? Ce lo si chiede dopo aver visto una chiatta con gru, di fronte al sesto modulo. A rimarcare il fatto è il Comitato Pegli Bene Comune, uno dei principali attori della protesta contro i cassoni a Pra’, insieme a Comitato Pegli Lido, Comitato Noi per Pra’, Comitato Palmaro e Associazione Comitato di Quartiere di Multedo.
“Da qualche tempo - affermano gli esponenti del Comitato Pegli Bene Comune - gli abitanti di Pegli Lido hanno notato un preoccupante ‘movimento’ attorno all’area del sesto modulo del porto di Pra’, dove secondo i progetti di Comune di Genova e Autorità Portuale, decisi senza un reale confronto preventivo con i cittadini, dovrebbe sorgere la fabbrica dei cassoni della nuova diga di Genova. Se questo ‘traffico’ portuale fosse legato alla predisposizione dell’area di cantiere della fabbrica, si tratterebbe di un fatto gravissimo”.
Secondo i cittadini, “ciò avverrebbe di nascosto, senza il necessario, condiviso percorso di informazione e di puntuale aggiornamento della cittadinanza sulle tempistiche e le modalità di realizzazione di un cantiere che porterebbe per almeno due anni, dal 2024 al 2026, un ulteriore aggravio di smog, polveri e rumori per il territorio, con danni incalcolabili alla salute e all’ambiente”.
Per questo il Comitato Pegli Bene Comune chiede alle autorità pubbliche “una spiegazione ufficiale su quello che sta accadendo nell’area del sesto modulo, auspicando, anzi pretendendo come cittadini, trasparenza, chiarezza e completezza di informazione su ciò che rischia presto di sconvolgere ulteriormente la vita dei cittadini di Pegli Lido, di Pra’ e di tutto il Ponente, ribadendo che non sono contemplate alternative alla cancellazione di questo scellerato progetto”.
Intanto proseguono le raccolte di firme sia online che in modalità cartacea e si avvicina la data dell’assemblea pubblica organizzata e promossa dalle minoranze al Municipio VII Ponente: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista RossoVerde e Genova Civica. A Pra’ dovrebbero essere costruiti, secondo le ultime informazioni rese da Autorità di Sistema Portuale nel corso del Consiglio Municipale al quale hanno partecipato sia il presidente dell’Authority, Paolo Emilio Signorini, che il sindaco di Genova, Marco Bucci, 39 cassoni sui complessivi 97 del progetto. Gli altri saranno in costruzione a Vado e a Piombino.
Proprio oggi, in maniera anche un po’ inaspettata, è arrivato un messaggio da Vado alla comunità del Ponente genovese. Fa specie raccontarlo perché è un messaggio di solidarietà, e non per la serie “non vogliamo i cassoni a casa nostra”. Ecco che cosa ha dichiarato il movimento Vivere Vado: “Ai cittadini del Ponente genovese, che molto hanno subìto in passato e che oggi di nuovo si trovano a fronteggiare l’avanzata del porto ai loro danni, diamo la nostra totale comprensione e solidarietà. Siamo certi che le battaglie popolari e civili contro l’arroganza del potere si vincono solo con l’unità dei cittadini. Noi di Vivere Vado ci siamo”. Morale della storia: da Vado, dove costruiranno una parte dei cassoni, viene difeso il Ponente genovese. Da Genova centro c’è lo stesso atteggiamento? Pare proprio di no.