“Stanno succedendo cose meravigliose. Indimenticabili”. Inizia così il post diffuso ieri sera dalla pagina del centro sociale Zapata di Sampierdarena. E indimenticabile è stato, per Caparezza, suonare a Genova all’interno dell’area occupata, tanto da diffondere un video messaggio di solidarietà.
“Saluto e abbraccio tutti gli amici del centro sociale Zapata, dove ho suonato la bellezza di vent’anni fa durante il tour di 'Verità Supposte', in una data che ricordo benissimo.
Tendo a non dimenticare le date fatte quando nessuno mi dava un palco per esprimermi, quindi vi ringrazio all’epoca come oggi e vi do il mio sostegno sperando che possiate continuare a esercitare le vostre attività”.
Queste le parole dell’artista pugliese che ha risposto all’appello del centro, su cui incombe la minaccia di chiusura da parte del Comune, che avrebbe bisogno dell’area in cui sorge per un progetto di riqualificazione finanziato dai fondi del Pnrr.
“Ieri sera una jam animatissima, dal gruppo di ragazzi senza saletta e chitarra che viene a provare entusiasta, al sassofonista di passaggio dall'Uruguay. Connessioni possibili solo in certi spazi.
Abbiamo anche iniziato a chieder solidarietà a chi ci ha attraversato negli anni, ed anche qui è accaduto un piccolo miracolo” - spiegano gli amministratori della pagina Facebook dello Zapata.
“Il primo a risponderci, immediatamente, è uno degli artisti più riservati e misurati del panorama nazionale. Al tempo stesso è uno di quelli che più ci rappresenta nel dimostrare inequivocabilmente che un altro mondo è possibile. Che non è una debolezza essere diversi, ma una gioia.
Siamo senza fiato e pieni di nuova forza nonostante tutto il lavoro che stiamo facendo per proteggere questo spazio. Perchè lo Zapata è di tutti e tale deve restare. Grazie infinite a Caparezza!!"
La mobilitazione per dire no alla chiusura continuano anche fuori dal web: è prevista per il prossimo 6 febbraio un’assemblea pubblica al Teatro Modena, alle ore 19, e un corteo sabato 11 febbraio per “costruire insieme una cittadinanza attiva e per non essere più soggetti passivi e rassegnati di progetti che non ci tengono in considerazione”.
Redazione