“Su mia sollecitazione - dice Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio regionale - è stata convocata una commissione ad hoc per far chiarezza sulla costruzione dell’impianto di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti a Genova Scarpino. Un impianto che dovrebbe essere strategico per lo smaltimento dei rifiuti nella nostra città. Apprendere dai giornali che il progetto era già stato presentato con tanto di posa della prima pietra nel marzo 2021 e che oggi sono già pronte ulteriori valutazioni progettuali ci lascia sconcertati. Non dimentichiamo che Genova è la seconda città italiana più costosa per quanto riguarda le tariffe della Tari (la media ligure è di 357 euro rispetto alla media nazionale ferma a 314 euro)”.
“Sul futuro dell’impianto di Scarpino, a sette mesi dalla presentazione del piano rifiuti - osserva il consigliere regionale del Partito Democratico e vice presidente commissione ambiente Davide Natale dopo la commissione sul Piano rifiuti - la giunta brancola ancora nel buio e aspetta una relazione tecnica che ne dia il via libera o lo stop definitivo, confermando tutti i dubbi sulla realizzazione. Un’altra prova che gli impianti sovradimensionati di Spezia e Savona serviranno proprio a smaltire anche i rifiuti di Genova cancellando di fatto la pianificazione. Questo solo uno dei punti deboli del Piano, perché accanto ai problemi inerenti l’impianto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati, continua a rimanere un’incognita la realizzazione del biodigestore di cui non si sa né dove sorgerà né la sua capacità e a domanda precisa la risposta è stata elusa: quindi o non capiscono o non vogliono capire, o più semplicemente è bastato che il Ministero non lo abbia finanziato con le risorse del PNRR perché ne fosse cancellata l’utilità della sua realizzazione. Progetto che riguardava un impianto da 20.000 tonnellate, mentre per la pianificazione sarebbe dovuto essere da 60.000 tonnellate. Un altro mistero”.
“La mancata costruzione di questo impianto - prosegue Pastorino - è dunque un fatto preoccupante. Ancora più preoccupante è che, durante l’audizione nella commissione, sono state manifestate grosse divergenze tra la narrazione rassicurante di Iren sulla realizzazione dell’impianto e, invece, le preoccupazioni sollevate dalle parti sindacali che da tempo criticano questa operazione in mano ad Iren Ambiente. Una situazione di imbarazzo che è emersa anche all’interno del centrodestra durante gli interventi di alcuni Consiglieri di maggioranza che hanno evidenziato più di un dubbio sul cronoprogramma dell’opera. Per ammissione della stessa Iren infatti non si saprà nulla fino alla fine di febbraio. Il progetto di realizzazione dell’opera ha già accumulato un grande ritardo a causa di un cedimento della piattaforma su cui sorgerà il nuovo impianto. Tutti questi ritardi e rimandi, la mancata programmazione e illustrazione chiara dei progetti sono assurdi e dimostrano la scarsa affidabilità che sta dietro a questo progetto”.
“I sindacati - conclude il consigliere regionale del Partito Democratico Pippo Rossetti - hanno manifestato grandi preoccupazioni anche sulle esternalizzazioni di Amiu, che svolgono servizi che potrebbero essere fatti dai dipendenti, con un conseguente aumento dei costi. Di fronte a questa situazione - senza alcuna certezza sulla costruzione dell’impianto di Scarpino e una cattiva gestione economica dell’azienda - le condizioni di Amiu destano forte preoccupazione. Serve un approfondimento e chiarimenti sulla gestione anche delle esternalizzazioni”.