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Eventi | 30 gennaio 2023, 16:26

I mille del ponte, al teatro Modena lo spettacolo che racconta chi ha ricostruito il nuovo viadotto (video)

Al centro dello spettacolo, in scena da domani a domenica, ci sono tutti coloro che hanno lavorato alla ricostruzione del viadotto, ciascuno secondo le proprie competenze, ricollegando Genova e l'Italia tutta

I mille del ponte, al teatro Modena lo spettacolo che racconta chi ha ricostruito il nuovo viadotto (video)

Subito dopo la tragedia del Morandi, il crollo del viadotto autostradale costato la vita a 43 persone, Genova si è stretta in una rete di solidarietà capace di coinvolgere la sua gente.

Un movimento costante, a tratti quasi impercettibile, a tratti fortissimo che ha creato le basi per la ricostruzione del nuovo ponte della A10 che sormonta la Valpolcevera.

E proprio la ricostruzione del viadotto, firmato da Renzo Piano, è il tema dello spettacolo “I mille del ponte”, che mette al centro gli uomini e le donne che lo hanno ricostruito riallacciando la città e l’Italia.

I mille del ponte, scritto da Massimiliano Lussana da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, è nato qualche anno fa come recita basato sull’omonimo libro fotografico, e si è evoluto diventando un vero e proprio spettacolo che da domani, martedì 30 gennaio, e fino a domenica 5 febbraio, andrà in scena al teatro Gustavo Modena di Sampierdarena.

Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione, ha spiegato: “E’ un riconoscimento ai mille, in realtà molti di più, che hanno lavorato al ponte e il cui nome è scritto su una lastra d’acciaio nella pila più vicina al Polcevera, nella parte a Ponente.

Non è solo un ringraziamento, è il riconoscimento di un periodo in cui tutta la città si è unita per far sì che questo lavoro fosse fatto, dove ci sono stati numerosi riconoscimenti per chi ha lavorato, dove chi non era di Genova ha familiarizzato con la nostra città e si è creato un clima di collaborazione tra tutti che è un esempio per le grandi opere e che andrebbe ripetuto per tutti gli investimenti che abbiamo da fare oggi, non solo a Genova, ma in tutta Italia.

Il fatto che questo sia riportato in una forma diciamo divulgativa, è una cosa bella, sarà un esempio di come si può raccontare questa vicenda in modo che sia, non di esempio ma di sprono anche per altre città che in questi anni dovranno lavorare a fare grandi opere infrastrutturali”.

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti aggiunge: “Ricordare questo tragico crollo, che non deve mai più accadere, vuol dire ricordare la reazione orgogliosa di una città che è cosa assai importante. Sono contento che questo teatro, che uno dei fulcri della cultura cittadina, abbia deciso di dedicare spazio e tempo per questa opera. Il fatto che si richiamino quei Mille partiti da Genova per conquistare un pezzo d’Italia costruendo di fatto l’unità, faccia anche del Ponte come all’ora dell’opera dei Garibaldini, un’opera collettiva di società, di popolo, di tante persone molto diverse con l’unico obiettivo di un ulteriore elemento che deve essere sottolineato”.

Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, in collegamento da Roma dove tra qualche giorno debutterà con l’Aida, ha spiegato: “Siamo di fronte a un momento importantissimo nella storia del nostro teatro, perché il Teatro Nazionale di Genova ha una vocazione unica in Italia, che è stata creata negli anni ’50 grazie a Ivo Chiesa, quella del teatro documento.

La cosa straordinaria nell’evocare il numero mille nel parlare di una comunità che intorno a un dramma ha generato una ricostruzione porta a una naturale celebrazione della società stessa; andare a teatro è la celebrazione della società in una agorà che è quella dove possiamo guardarci in faccia, dove essere insieme, in qualche modo unirci in un sentimento che viene rappresentato sulla scena e cosa è rappresentato è qualcosa di importantissimo: è la testimonianza di un momento unico in Italia. Per me è emozionantissimo vedere azioni concrete che ci fanno ricordare che oggi noi siamo in grado di poter essere la storia di domani.

Penso che sia un atto fondamentale che il Teatro Nazionale di Genova ritorni a essere un palcoscenico per il teatro documento, per mostrare le bellezze e gli orrori, i temi che raccontano il nostro tempo. Un tema urgente, oggi, è unirci intorno a una tragedia e a una speranza, prenderci la responsabilità straordinaria. E’ un esempio per tutta l’Italia questa ricostruzione; come teatro noi vogliamo essere un esempio di come fatti di questo tipo si possano raccontare a tutti, di come il teatro possa continuare a essere vera funzione di essere uno specchio implacabile della società nel celebrare la società stessa e nel metterle di fronte i temi urgenti”. 

Alessio Pizzech, regista dello spettacolo, prosegue: “Sono l’ultimo arrivato, su invito di Mario Incudine, che mi ha chiesto di curare la regia di questa dimensione, in qualche modo, finita anche se poi l’arte non finisce mai. Mi sono avvicinato a questa vicenda con l’occhio di chi questa vicenda non l’ha vissuta sulla pelle, io non sono di Genova.

Mi sono commosso, è straordinario pensare che ci sono momenti in cui non ci rendiamo conto di essere parte della storia. Spero che il lavoro che abbiamo fatto dia a chi verrà la possibilità di vedersi parte della storia. Trovo che comunità oggi sia una parola fondamentale. In un tempo liquido come questo, capire quali sono le dinamiche è fondamentale. Questo racconto è un racconto politico, nel senso più alto della parola perché ci aiuta a comprendere quali sono gli elementi che potranno costruire un futuro: intelligenza, competenze, umiltà, la capacità di dare ciascuno secondo le proprie competenze. E’ un grande segnale.

Questo ponte ha un valore profondamente simbolico e per me, che non ho vissuto questa storia, ho pensato a tutta l’umanità che si è mossa e ho cercato, insieme a Mario, di trovare tempi, silenzi, ascolti, momenti in cui questa umanità uscisse fuori perché la storia è fatta di persone che si sono assunte le proprie responsabilità.

Oggi sento che la vostra storia ha un grande senso di responsabilità e questo di responsabilità che siete riusciti a costruire come comunità, trovo sia fondamentale per un paese che deve in qualche modo ritrovare il suo senso di responsabilità a più livelli. La storia dei Mille e di un’Italia che si ricongiunge ci aiuta, e lo raccontiamo anche visivamente, a pensare che davvero c’è un cerchio che non è solo geografico ma è un cerchio ampio della storia.

Sono pezzi della storia che abbiamo bisogno di non dimenticare, questo è un Paese senza memoria ma credo che sia fondamentale recuperare il senso della memoria con tutte le implicazioni che questo si porta dietro. Se non abbiamo la memoria non possiamo costruire il futuro. Credo e spero che il nostro lavoro artistico contribuisca a creare questo”.

Massimiliano Lussana, autore dello spettacolo conclude: “Tappa dopo tappa siamo arrivati a questo spettacolo, che vi farà ridere e piangere e sono davvero felice di questo debito a Sampierdarena, nella Sala Modena del Teatro Nazionale di Genova, a poca distanza dal Ponte in sé e dai cantieri navali in ci è stato costruito questo ponte che ha la forma dello scafo di na nave. Quasi un riassunto della storia industriale di Genova e dell’Italia”. 

Lo spettacolo, prodotto da A.S.C. Production e interpretato da Mario Incudine con i musicisti Pino Ricosta, Manfredi Tumminello e Antonio Vasta, è stato sponsorizzato d Fincantieri. 

Ogni rappresentazione è dedicata a Paolo Micai, il fotografo e giornalista genovese morto nel marzo 2020 a causa del Covid.

Isabella Rizzitano

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