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Attualità | 29 gennaio 2023, 10:30

"Diamo i numeri", il profilo Instagram 'seriale' di Annapaola Vacanti dedicato alla ricerca costante dei dettagli

Designer, ricercatrice e art director di TEDxGenova, ha creato la sua pagina per gioco e ci spiega come "avere un occhio diverso cercando elementi nuovi di volta in volta"

"Diamo i numeri", il profilo Instagram 'seriale' di Annapaola Vacanti dedicato alla ricerca costante dei dettagli

Monotonia che diventa esercizio creativo e di ricerca, in cui un dettaglio riesce a diventare protagonista: questo è quello che succede con i cosiddetti ‘profili seriali’, pagine social che riuniscono e si concentrano su immagini che riguardano solo ed esclusivamente lo stesso tema. 

Gli argomenti possono essere i più disparati: lettere, disegni, oggetti, numeri. E proprio sui numeri si concentra il lavoro di ricerca di Annapaola Vacanti, designer e ricercatrice all’Università degli Studi di Genova e art director di TEDxGenova, che con la sua pagina ‘Diamo i numeri’ compie una vera e propria missione digitale: trovare numeri sparsi in giro per la città e non solo, rigorosamente in ordine crescente.  

Il progetto di ‘Diamo i numeri’ è nato più come un gioco personale, non era proprio un progetto. Con mia sorpresa però ha avuto abbastanza seguito su Instagram. L’idea è nata leggendo un libro fotografico di un designer, George Nelson, che racconta l’immagine artificiale della città che lui fotografava contrapponendola all’immagine naturale: quando ho letto la parte in cui spiegava che ci sono, in tutte le città, degli elementi letterari e numerici che si possono trovare un po’ ovunque anche se spesso non li notiamo, ho pensato di iniziare questa ricerca. 

Ho pubblicato la prima foto all’inizio del 2021, iniziando dalla foto del primo numero 1 che ho trovato, e poi andando avanti, in ordine. Oggi siamo ufficialmente al 106 e sto cercando il 107, perché in questa ricerca, di volta in volta, cerco il numero seguente. Non scatto la foto quando li vedo se non sono quelli di cui ho bisogno in quel momento, ma miro solo a quello che sto cercando, e questo rende la ricerca un po’ più lunga. Allo stesso tempo ciò permette di avere un occhio diverso ogni volta che si passa nello stesso posto, perché cerco sempre una elemento diverso di volta in volta. 

Cerco di evitare numeri civici perché sarebbe troppo facile, li fotografo solo quando sono particolarmente strani dal punto di vista estetico. 

Questo progetto si è un po’ inserito nella comunità dei 'profili seriali', molto carina da seguire per tutti perché è una comunità italiana di persone come me un po’ fuori di testa che fanno dei profili Instagram tematici rispetto a qualcosa. Il mio è con i numeri, ma c’è chi colleziona carrelli della spesa, santini che trova per strada, è una community molto carina. 

Molti accettano foto anche dai loro follower, io uso solo le mie: a volte, però, ricevo delle immagini da altri allora le pubblico in un carosello insieme alla mia foto. Però è una ricerca personale, nata davvero senza scopo di essere particolarmente diffusa”.  

Il tuo occhio attento riguardo ai social è figlio anche della tua vita professionale, di cosa ti occupi? 

Ho una laurea magistrale e un dottorato in design e sono una ricercatrice universitaria. Questa è la mia prima occupazione, ma durante tutto il corso dei miei studi ho continuato a lavorare come grafica, a occuparmi di contenuti social, e in generale lavoro come freelance con alcuni colleghi. 

Ho avuto un percorso abbastanza vario, che mi ha portato a fare tante esperienze diverse: lavorare con la comunicazione, fino al mondo della ricerca e dell’insegnamento fino all’organizzazione di eventi”. 

C’è qualche consiglio che ti sentiresti di dare a ragazzi molto giovani che stanno cercando di muoversi nel mondo affascinante e non semplice del digitale e della creatività?  

Occorre prima di studiare. Non nel senso canonico di stare sui banchi a leggere libroni, ma inteso come guardarsi intorno: studiare il lavoro degli altri, andare a cercare siti dove trovare spunti, cercare di conoscere quello che è il panorama che ci sta intorno. Prendere spunto da progetti di autori famosi è un inizio, come ho fatto per la mia idea di ‘Diamo i numeri’, ma anche osservare bene com’è fatta un’app o un sito, o come comunica una determinata azienda sui social, essere curiosi. 

Un secondo consiglio è quello di buttarsi in progetti extra oltre a quello che si studia o si fa di lavoro: per la mia personale esperienza sono questi progetti extra che mi hanno sempre dato quel contatto, quella competenza in più che sul lavoro non avrei magari trovato ma che sono andata a cercare perché volevo qualcosa di più.

In generale a Genova ci sono tanti eventi e gruppi, tante possibilità di fare cose che magari non si notano, ma bisogna andarle a cercare. 

Per esempio io sono da ormai 3 o 4 anni che faccio parte di TEDxGenova, questa per esempio è un’attività volontaria che mi ha dato tantissimo a livello umano, di crescita personale e di contatti”.

Nel frattempo, il numero 107 è stato trovato e pubblicato: la ricerca di Annapaola prosegue con il 108.

Chiara Orsetti

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