“Non mi era mai successa una cosa del genere, sono qui da tanti anni e mi sono sempre trovato bene. Ho visto quanta gente è disposta ad aiutarmi, grazie”.
E’ commosso Emmanuel, il dipendente della creperia J’Aime Les Crêpes di stradone Sant’Agostino, mentre racconta quanto è accaduto nei giorni scorsi.
Emmanuel, infatti, sta cercando un appartamento in affitto e si è sentito dire no per il colore della pelle.
“E' da sei anni che sono in Italia e lavoro nella creperia di Stefano - spiega ancora Manu, come affettuosamente lo chiama il suo titolare - In questi giorni ho avuto un po’ di problemi con la casa perché devo lasciare la comunità Agorà, che mi ha ospitato finora: è scaduto il tempo e devo trovare un'altra sistemazione.
Sto cercando un appartamento dove andare a vivere e l’altro ieri, venendo a lavorare, ne ho visto uno. Quando sono arrivato in negozio ho chiesto al mio capo di aiutarmi per andare insieme a vedere la casa. Abbiamo chiamato questo signore e lui ha risposto ‘non voglio un ragazzo nero in casa, ci sono tutte donne nel condominio’, a queste parole mi sono sentito male”.
Prima di martedì Emmanuel non si è mai sentito discriminato: “A Genova non mi sono mai sentito escluso, ma quello che è successo l’altro ieri è incredibile. Sono stato male. Sono in Italia da sei anni e nessuno mi ha trattato male. Ieri il mio capo ha pubblicato il post sui social e ho visto che la gente mi vuole bene. Più di 200 condivisioni, sono contento. Stiamo lavorando per trovare un appartamentino in questa zona. Grazie”.
Emmanuel è arrivato in Italia dopo aver attraversato il mare della Libia a bordo di un gommone. In Nigeria sono rimasti sua moglie e i suoi tre figli.
“Sto lavorando e sto vivendo per il futuro, per avere qui con me la mia famiglia. E’ il mio sogno. Lavoro per loro”.
Stefano Caccia, il titolare della creperia, racconta ancora: “Erano le 10.30 quando Manu mi ha detto di aver visto un cartello per l’affitto di un appartamento. Siamo scesi e siamo andati a vedere. Abbiamo chiamato il numero affisso sulla porta, ho spiegato chi è Emmanuel e appena l’ho detto mi ha risposto ‘è nero e nella palazzina ci sono tutte donne’ come a rimarcare che per loro potesse essere un problema avere un vicino di colore.
E’ stato brutto perché avevo il telefono in vivavoce ed Emmanuel ha sentito tutto. Ho interrotto bruscamente la telefonata e ieri ho deciso di fare il post per denunciare il fatto.
A Genova è sempre stato trattato benissimo ma questo lo ha ferito profondamente. Lo scopo del post era anche quello di smuovere le acque per riuscire a trovare una sistemazione dignitosa dove possa stare bene. Niente di più”.