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Attualità | 14 gennaio 2023, 15:21

Ieri notte un centinaio di persone hanno manifestato nel centro storico contro la violenza e il patriarcato

Dopo i recenti casi di cronaca le militanti di Non Una Di Meno levano un grido più urgente che mai "Noi siamo qui oggi a gridare il nostro dolore, la nostra rabbia e la nostra vicinanza alle vittime di questo sistema: sorella, tu non sei sola!"

photo credits Alessia Aicardi

photo credits Alessia Aicardi

Ieri notte più di cento persone hanno sfilato per il centro storico per ribadire l'urgenza di una presa di coscienza femminista dopo i recenti episodi di cronaca e violenze su donne.

Le militanti di Non Una Di Meno hanno voluto organizzare un fragoroso corteo da piazza della Meridiana e per tutto il centro storico, per sottolineare la gravità della situazione, anche a seguito del femminicidio di Pontedecimo e le violenze ai Giardini Baltimora.

"Giulia Donato è stata uccisa, con un colpo di pistola alla testa, dal fidanzato. E’ stato il primo femminicidio dell’anno. Il primo, perché sappiamo troppo bene che ne seguiranno molti altri - ricorda NUDM - mentre noi conteremo e racconteremo i nomi delle donne vittime di questo sistema, i giornali, le istituzioni, il giudizio pubblico parlerà di tragedia, di atti “passionali”, di azioni inaspettate e incontrollate, incontrollabili".

E proseguono "Lunedì 9 Gennaio, una ragazza di 20 anni è stata aggredita, derubata e violentata ai giardini Baltimora, mentre tornava a casa. E mentre la narrazione ancora una volta si concentra sull’orario, sul luogo, e sulle condizioni fisiche della ragazza, che possano comprovare la violenza, giustificare l’assalto, o quanto meno dare l’illusione che la violenza sia evitabile, si assiste ad una risposta delle istituzioni che si risolve in un rafforzamento del sistema sicuritaristico e di controllo: più polizia, più telecamere, grazie ad un investimento di milioni di euro provenienti dal PNRR."

E mettono in guardia "Non si tratta di una emergenza ma di un fenomeno strutturale della società in cui viviamo E’ uno stillicidio continuo ed inarrestabile, frutto di una cultura patriarcale e violenta che non viene in alcun modo messa in discussione, affrontata e abbattuta".

Non chiedono più telecamere o più polizia, ma un cambiamento di pensiero, di narrazione, di educazione.

E concludono con un grido di dolore, ma anche coraggio "Non abbiamo più voglia di sentirci dire che non possiamo tornare tardi la sera, che non possiamo vestirci come ci pare, che dobbiamo stare attente, che “ce la siamo cercata”. Vogliamo essere liberə di uscire la notte e il giorno, vogliamo ripensare il lavoro e gli spazi urbani perché siano vivibili, vogliamo riprenderci le strade con i nostri corpi e le nostre voci, vogliamo autodeterminare le nostre vite, libere dalla violenza patriarcale in tutte le sue forme.Noi siamo qui oggi a gridare il nostro dolore, la nostra rabbia e la nostra vicinanza alle vittime di questo sistema: sorella, tu non sei sola! Continueremo a camminare per le strade, a fare rumore, a farci vedere, finché questo sistema non verrà riconosciuto, affrontato e distrutto."

Redazione

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