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Municipio Ponente | 12 gennaio 2023, 19:09

I cassoni pronti ad arrivare al porto di Pra’, in un Ponente che non lotta più

Appena 1243 firme in calce alla petizione per dire no all’ennesima servitù, la battaglia di comitati e associazioni quasi completamente abbandonata dalla politica. Il livello della protesta va alzato, prima che sia troppo tardi

I cassoni pronti ad arrivare al porto di Pra’, in un Ponente che non lotta più

Se appena 1243 persone, su una platea di circa centomila, firmano una petizione online contro una nuova servitù a Ponente, questo è indubbiamente un problema. Succede riguardo all’ultima battaglia portata avanti in questa zona di Genova da sempre tra le più martoriate tra insediamenti industriali, sostanze inquinanti, mare negato, miasmi ed emissioni acustiche, un porto petroli e un porto container: qui, proprio qui, proprio allo scalo di Pra’, c’è l’intenzione di portare il cantiere per la costruzione dei cosiddetti cassoni per la nuova diga foranea del porto di Genova.

Altro inquinamento, altro rumore, altre polveri sottili, altro mare negato. Altri disagi, insomma. Ed è così che, nelle scorse settimane, comitati e associazioni della zona hanno iniziato a farsi sentire: lo hanno fatto Pegli Bene Comune, la Fondazione Primavera, il Comitato Palmaro, l’Associazione Comitato di Quartiere di Multedo, il Comitato Lido di Pegli. Sono loro che hanno lanciato la petizione rivolta al sindaco di Genova, Marco Bucci, e al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, chiedendo di fermare tutto questo, chiedendo di bloccare l’ennesima servitù per il Ponente.

Il loro appello è sulla piattaforma Change.org, (QUI

È stato lanciato, benissimo, i cittadini hanno fatto la loro parte. Questi cittadini e attivisti hanno fatto la loro parte. E poi? Chi è andato dietro a loro? Chi ha capito il rischio che si sta correndo? Quale formazione politica ha seriamente preso a cuore questa vertenza? Il centrosinistra chiede insistentemente che gli eletti in Comune sul territorio prendano posizione (e il riferimento più diretto, anche se loro i nomi non li fanno, è agli esponenti di maggioranza Paolo Gozzi e Mauro Avvenente), ma nello stesso centrosinistra quali voci si sono levate, a parte le iniziative in Consiglio Municipale di Claudio Chiarotti, di Alessio Boni, di Massimo Currò e di Fabio Quartino?

L’unica voce ‘comunale’ a essersi levata è quella del consigliere della Lista RossoVerde a Palazzo Tursi, il sempre attento Filippo Bruzzone. E poi? Il Partito Democratico intende battere un colpo o è troppo impegnato nel suo dibattito interno?

Si ricordano altre vertenze, anche di recente, in cui la piazza praese è insorta per ipotesi molto più remote e di là da venire: leggasi lo spostamento dei depositi chimici di Superba e Carmagnani sulla diga del porto container. E questa volta? È tutto a posto? Come mai nessuno affianca la Fondazione Primavera?

Un fronte, quest’ultimo, che merita una riflessione a latere: parliamo di un think tank ideato anche su impulso di Guido Barbazza, attuale presidente del Municipio VII Ponente, in quota centrodestra e quindi in quota Bucci. Fondazione Primavera non ha mai mancato di cercare il dialogo con il porto di Pra’ e con le istituzioni che lo governano: spesso, i suoi vertici sono stati tacciati di essere troppo ‘morbidi’ (come in occasione del premio assegnato qualche anno fa a Gilberto Danesi, manager dello scalo), ma ora che c’è da combattere, si stanno facendo sentire con tutta la loro forza.

E Barbazza? Già dimessosi da ogni ruolo all’interno della Fondazione Primavera ai tempi della campagna elettorale di fine maggio, sul tema dei cassoni ha assunto una posizione ‘democristiana’: è il primo vero motivo di frizione con l’amministrazione comunale, e occorre prenderci le misure.

Siccome, a quanto sembra, i cassoni sono ormai quasi una realtà, è il momento di discutere e di cercare le contropartite più adeguate e giuste. Per questo sia Bucci che Signorini sono stati invitati al prossimo Consiglio Municipale, e questa volta pare proprio che abbiano accettato l’invito. È lo schema, però, a essere diventato insopportabile: partire da una situazione ampiamente negativa (i cassoni a Pra’) per poi provare a ottenere in cambio qualcosa. Quando ancora non si sono ottenute le adeguate compensazioni da tutti i disagi creati in precedenza. Come a dire: il saldo tra disturbo e benefici è continuamente e in maniera incrementale a favore del disturbo.

C’è chi fa notare che con il centrosinistra al governo del Municipio, l’opposizione sarebbe stata maggiore. Ma questo, se fosse vero, è un fatto molto grave: perché dimostrerebbe che la contrapposizione con la Giunta Bucci era unicamente di natura ideologica. Ad ogni buon conto, pensare di portare a casa una battaglia di questa entità è roba da inguaribili ottimisti o da giganteschi illusi, allo stato attuale.

Poco più di mille firme, una politica che latita, un’azione di protesta che non sale, tanta rassegnazione e, soprattutto, tanto menefreghismo. Non è questo il Ponente che ha battagliato negli anni passati, non è questo il Ponente che ha salvato il tratto di mare di fronte a Pegli, non è questo il Ponente che ha ottenuto la riqualificazione di Pra’ e del fronte mare di Voltri. A vedere questo lungo sonno, chi ha vissuto prima di noi starà sicuramente molto male.

Quando Bucci, in un recente Consiglio Comunale, ha invitato l’opposizione a svegliarsi, forse ha fotografato perfettamente la situazione. E allora, sarebbe giusto che chi di dovere raccogliesse l’invito.

Alberto Bruzzone


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