Mentre la Procura di Genova indaga sul Tricapodanno, all’interno del centrosinistra (o almeno in una parte di esso) si esulta ad un’altra grande vittoria.
Non è la prima volta infatti che ciò avviene, anche a Genova e in Liguria: pensiamo a Genova Jeans, sull’evento la Procura della Corte dei Conti della Liguria ha aperto un fascicolo esplorativo. Anche in questa occasione altre manifestazioni di giubilo dal centrosinistra. Pensiamo al tema tanto discusso dell’ineleggibilità del sindaco Bucci, un’altra battaglia sostenuta anche da una parte del centrosinistra genovese tanto da voler aprire la prima seduta del Consiglio Comunale lo scorso luglio dopo le elezioni su questo argomento.
Tralasciando la legittimità di queste battaglie che dal punto di vista giudiziario devono seguire il loro iter per individuare, nel caso ci fossero, le irregolarità, sconforta vedere alcune forze politiche che hanno come unico scopo della loro esistenza l’utilizzo dell’arma giudiziaria come unico strumento di lotta politica.
Per questa categoria della politica, quasi tutta ascrivibile al fronte del centrosinistra, non si ragiona quasi mai su temi politici ma si spera che l’avversario prima o poi inciampi per evidenziarne con ironia e superiorità la goffaggine di quest’ultimo.
Eppure cosa da dire (e da fare) ce ne sarebbero: ragionando solo sul territorio ligure ci si potrebbe concentrare sulla sanità dove si evidenza una carenza di personale preoccupante con strutture sanitarie pubbliche che non riescono a gestire e a rispondere alle esigenze del territorio. Non si fa nulla e non si propone nulla per quella fetta di popolazione sempre più in crescita (secondo gli ultimi dati Istat siamo al 19,6%) di giovani tra i 15 e i 29 anni della nostra regione che non lavorano e non studiano, i cosiddetti NEET.
Battaglie che hanno bisogno di ricette alternative che molto spesso si esauriscono a semplici slogan perché quando la via giudiziaria è chiusa si può sempre percorrere, in alternativa, quella dei sani principi e dei buoni propositi, molto spesso lontani dalla realtà.
Si lascia da parte la politica, confondendola con i processi giudiziari, creando il vuoto intorno. Quel vuoto che a Savona è tangibile tanto da non trovare una candidatura credibile e alternativa per le elezioni provinciali. Qui Pierangelo Olivieri, totiano di ferro, è stato confermato alla presidenza della Provincia di Savona con il 67% dei voti e l’appoggio del Partito Democratico. Oltre alla chiara contraddizione tra fronte provinciale e quello regionale e nazionale resta il vuoto di una politica lontana dalle esigenze della popolazione e chiusa nelle sue piccole soddisfazioni e ripicche giudiziarie.