Accorpamenti delle centrali del 118, con conseguente chiusura della sede di Lavagna, e criticità socio-assistenziali.
Il sindaco di Chiavari Federico Messuti, in qualità di presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl4, scrive all’assessore regionale alla sanità Gratarola, al direttore generale dell’Asl4 Petralia e ai sindaci.
“I cittadini e gli amministratori del territorio esprimono preoccupazione per una volontà di accorpamento, imposta dalla direttiva del Ministero della Salute, che porterà all’impoverimento del servizio dedicato all’emergenza sanitaria. Temiamo che non vengano garantite risposte tempestive alle urgenze e ai bisogni della popolazione - spiega il sindaco di Chiavari - Mi auguro che si possa dialogare con Regione Liguria in modo tale da ottenere una deroga. Per questo motivo ho chiesto all’assessore regionale Gratarola di prendere parte alla prossima seduta della conferenza dei sindaci per confrontarci sull’argomento ed avere garanzie che tale servizio non venga depotenziato”.
"Perdere la centrale di Lavagna potrebbe significare perdere altri servizi importanti erogati dal 118 del nostro territorio. Dalla formazione che gli operatori forniscono ai volontari delle pubbliche assistenze, e a tutto il personale dell’Asl4, alla conoscenza della conformazione del territorio rurale, un valore aggiunto sia in termini di tempestività d’intervento che di gestione delle emergenze.
Altro dato da tenere in considerazione è l’aumento degli interventi durante il periodo estivo, vista la maggiore presenza di turisti.Se le operazioni estive del 118 vengono triplicate, quali misure sono allo studio per garantire lo stesso standard di assistenza? - prosegue Messuti - Sarà l’occasione per parlare anche delle criticità rilevate sia dall’utenza anziana, che non trova adeguata risposta nelle strutture accreditate del comprensorio, sia dagli utenti della S.S.D. Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza a cui non è garantita la tempestiva presa in carico sanitaria a causa delle liste d’attesa istituite per far fronte alla carenza di personale e alla riduzione dei servizi sanitari territoriali”.