Gen Z - il mondo dei giovani - 08 gennaio 2023, 09:30

'Emily in Paris' è tornata: ma è amore o odio?

La serie Netflix che racconta le avventure di un'americana a Parigi divide il pubblico, tra abiti da sogno, storie d'amore appassionanti e vite patinate

Qualche settimana fa su Netflix è tornata l’amatissima serie tv Emily in Paris, con la terza stagione in soli due anni. Si è trattato di un grande successo, soprattutto durante il periodo del lockdown: sui social non si parlava d'altro, e tantissimi ragazzi sono rimasti colpiti dalle avventure raccontate nello show.

È una serie tv fondamentalmente molto leggera, adatta a qualsiasi target e che rientra nella categoria “teen”. Racconta, in particolare, le avventure di una giovane ragazza statunitense, Emily, interpretata da Lily Collins, che si trasferisce a Parigi per lavoro. Gli elementi che caratterizzano la serie tv sono sicuramente i fantastici sfondi parigini, gli outfit sempre impeccabili della protagonista e le sue mille avventure.

In tanti stavano aspettando la terza stagione, e questo ci fa capire che la passione per le avventure di Emily non è mai passata realmente di moda: a poche settimane dall’uscita, la nuova stagione sta scalando le classifiche di Netflix. È attualmente in quinta posizione, ed è destinata a rimanere in vetta ancora per parecchio tempo.
Ma davvero sono tutti pazzi per Emily in Paris? In realtà, stando a quanto si legge in rete, sembra più un rapporto di amore e odio. Critiche e polemiche non sono mai mancante, nonostante il grande successo riscosso dalla serie.
Per cominciare, all’uscita della serie tv erano stati proprio i francesi stessi a condannarla, poiché sostenevano di essere stati rappresentati come persone maleducate e infedeli. Un altro episodio che aveva fatto molto scalpore risale all’evento dei Golden Globes del 2020, durante il quale Emily in Paris era stata nominata tra le migliori serie tv di quell’anno. La nomina aveva suscitato una grande polemica sui social e tra i giornalisti, i quali erano convinti che la serie tv avesse pagato la propria nomination ai Golden Globes.

L’ipotesi nasce dal fatto che in molti, in realtà, hanno sempre definito Emily in Paris una serie tv davvero banale, piena di cliché, con una trama scadente e senza un senso effettivo. Quindi, in teoria, sarebbe stata poco probabile la sua candidatura tra le serie tv migliori di quell’anno. Oltretutto le aspettative per questa nuova uscita erano molto alte ancora prima del suo esordio, dato che è stata prodotta proprio da Darren Star, il regista e produttore statunitense che aveva ideato e prodotto l’iconica serie tv Sex and the City.

Ovviamente, non sono mancate le polemiche neanche per la nuova stagione appena sbarcata su Netflix. Infatti, risale a pochi giorni fa la lamentela smossa dal ministro della cultura di Kiev, Aleksandr Tkachenko, che ha denunciato la serie tv definendola offensiva nei confronti della cultura ucraina. Nella terza stagione, infatti, è stato introdotto un nuovo personaggio che avrebbe proprio origini ucraine e che è stato definito troppo stereotipato e addirittura esagerato, dal momento che l’attrice ha dovuto interpretare una ladra di borse e vestiti.

Nonostante tutte le critiche, in che modo questo show riesce sempre a scalare le classifiche in così poco tempo dall'uscita?

Probabilmente molto dipende dal fatto che Emily in Paris è una serie poco impegnativa, adatta a riempire un pomeriggio, senza soffermarsi troppo sugli stereotipi, i cliché o la trama. Ad apprezzarla, non a caso, sono principalmente i giovanissimi, che sui social hanno manifestato il loro entusiasmo: probabilmente il gioco consiste nell'immedesimarsi in una vita fantastica, un po' come quella della protagonista, fatta di bei vestiti, capelli sempre perfetti, un lavoro eccitante e relazioni amorose che tengono sempre viva la passione e spesso riservano qualche sorpresa. 

Io stessa, forse rientrando tra il pubblico già un po' più grande, non mi sono mai appassionata veramente a questa serie tv, come tante altre mie coetanee. Indubbio è il fatto che la trama sia spesso prevedibile e che la protagonista e le sue amiche siano un cliché in tantissimi ambiti, ma è pur sempre vero che, a volte, un po' di leggerezza può anche non far male.