Municipio Ponente - 27 dicembre 2022, 17:30

Raccolta di firme a Pegli, Pra’ e Palmaro contro i cassoni della diga al sesto modulo del porto

Sale di livello la protesta da parte di comitati e associazioni del territorio. Si può aderire alla petizione attraverso la piattaforma Change.org. Signorini (Autorità Portuale): “Incontrerò cittadini e Municipio, ci saranno opere compensative”

Non si placa, anzi sale di livello, la protesta da parte dei cittadini del Ponente genovese contro l’ipotesi di costruire i cassoni della nuova diga foranea all’interno del Porto di Pra’, nella zona del cosiddetto sesto modulo. È molto più di un’ipotesi e si tratterebbe dell’ennesima servitù che dovrebbe digerire questa zona della città, per giunta in un periodo di moltissimi anni.

Associazioni e comitati hanno già manifestato la propria contrarietà, sono stati ricevuti a Palazzo Tursi e presso il Consiglio Municipale del VII Ponente e adesso parte una raccolta di firme, ulteriore tentativo di fermare questa operazione, ma non si escludono neppure manifestazioni di piazza.

La petizione, che si trova sulla piattaforma Change.org (a questo link: https://chng.it/fCQ7nPbZ), è lanciata da Pegli Bene Comune, Comitato Palmaro, Fondazione Primavera e Amici di Pegli Lido. S’intitola ‘No ai cassoni a Pra’: basta servitù a Ponente’.

“Comune di Genova e Autorità Portuale - sostengono i promotori dell’iniziativa - hanno già cominciato a predisporre, al Porto di Pra’, l’area dove presto dovrebbe sorgere la fabbrica dei cassoni della nuova diga portuale di Genova. Parliamo di 104 cassoni di cemento, ognuno dei quali largo 50 metri e alto 40, più di un palazzo di 10 piani. Il sindaco di Genova, Marco Bucci, e il presidente di Autorità Portuale, Paolo Emilio Signorini, dicono che l’unico problema per il Ponente sarebbe l’oscuramento del panorama. Ma non è assolutamente così”.

I cittadini domandano: “Quali saranno le ripercussioni di questa servitù, l’ennesima per il Ponente genovese, sulla salute dei residenti? Conosciamo la quantità di polveri sottili generate dalla produzione dei cassoni, oltre a quelle emesse quotidianamente dalle attività portuali che già respiriamo, e che rendono il quartiere di Pra’ uno dei quartieri genovesi con il più alto tasso di incidenza di tumori nella popolazione? È stato realizzato uno studio sull’impatto acustico che la fabbricazione dei cassoni produrrà per i prossimi anni (chissà quanti)? E soprattutto: siamo sicuri che le aree individuate per realizzare i cassoni, una volta terminato il cantiere, saranno dismesse e restituite alla cittadinanza?”.

La rabbia è molto forte: “Siamo stufi di nuovi ampliamenti, prolungamenti, insediamenti portuali. Il nostro territorio va tutelato, valorizzato e fornito di nuovi servizi, non di nuove servitù. Come cittadini del Ponente pretendiamo di essere ascoltati. Firmiamo tutti insieme questa petizione per contrastare l’ennesimo stupro del Ponente: ogni firma è un no alla fabbrica di cassoni e un sì al benessere del nostro territorio”.

La prospettiva dei cassoni al sesto modulo del Porto di Pra’ è pessima, sotto tanti aspetti. Nondimeno, dal punto di vista politico, perché rappresenta un primo terreno di frizione tra l’amministrazione Bucci e l’attuale Giunta Municipale del VII Ponente, che è espressione del centrodestra, proprio lo stesso centrodestra che da sei anni guida Palazzo Tursi.

Il presidente Guido Barbazza, pur senza sconfinare nello scontro diretto, si è espresso così sul tema, nei giorni scorsi: “Se si volesse procedere posizionando il cantiere a Pra’, oltre a far sparire, a quanto sembra, una non trascurabile porzione di prezioso specchio acqueo, prolungando ulteriormente verso levante il terrapieno portuale, si avrebbe per svariati anni a venire una presenza ingombrante e poco gradita a quattro passi dalla pista ciclo-pedonale e dal nuovo parco delle dune di Pra’, a poco più di mezzo chilometro dai Bagni Castelluccio e dalle case di Pegli Lido. Proprio davanti alle finestre di cittadini che, invece, aspettano da anni ulteriori opere di riqualificazione e valorizzazione di un litorale già pesantemente impattato dalla costruzione del Bacino Portuale di Pra’ stesso e dall’inquinamento acustico e atmosferico che le sue operazioni generano. La valutazione di un intervento di tale portata evidentemente trarrebbe beneficio dal confronto con i cittadini e il territorio che ne dovrebbero sopportare l’impatto, tramite il coinvolgimento del Municipio, che è l’istituzione che li rappresenta e a loro più vicina. Pertanto, nello spirito della massima collaborazione, e su mandato del Consiglio Municipale, invito il presidente di Autorità di Sistema Portuale, Paolo Emilio Signorini, a un incontro con il Consiglio Municipale e i cittadini, in una seduta monotematica”.

Signorini ha già accettato l’invito: “È ovvio che le grandi opere comportano sacrifici e creano interferenze, e nella vita di quest’opera avremo situazioni da affrontare. È vero che a Pra’ e Palmaro ci sono state interferenze anche molto pesanti. Stiamo affrontando alcune opere mitigative e tra poco inaugureremo le nuove dune di Pra’ e altri lavori importanti, come le intermodalità. Incontreremo il Municipio e i cittadini e cercheremo di confrontarci con loro per capire da un lato come eseguire delle lavorazioni che intendiamo fare nell’area e dall’altro per capire come andare incontro alle loro richieste e realizzare opere mitigative e compensative”. Quindi, nessuna retromarcia. Ci sarà da mediare. Basterà tutto questo?