In questi ultimi giorni un altro provvedimento del governo Meloni ha scatenato alcune lamentele tra i ragazzi della generazione Z, e non solo: quello del bonus cultura, o 18 app. In che cosa consiste nello specifico? Era un bonus di 500 euro che, fino all’anno scorso, veniva dato a tutti i ragazzi una volta compiuti 18 anni, senza alcuna distinzione. Il bonus donava l’opportunità ai ragazzi di poter sfruttare quei 500 euro per comprare tutto ciò che riguardasse la cultura: libri, biglietti per i cinema, i teatri, i concerti.
Per esperienza personale posso affermare che il bonus mi è stato davvero utile, soprattutto per l’acquisto di libri universitari. Io personalmente ho potuto usufruire del buono tra il 2020 e il 2021, dopo aver compiuto 18 anni a giugno del 2020. L’ho sfruttato soprattutto per i libri dell’università e per acquistare qualche CD dei miei cantanti preferiti.
Dal prossimo anno, però, le cose cambieranno per i futuri neo maggiorenni: qualche settimana fa sui social è scoppiata la polemica perché le voci che giravano avevano fatto intendere che il bonus sarebbe stato cancellato del tutto, e che i ragazzi dal 2005 in poi non avrebbero più potuto usufruirne. In realtà la premier Meloni ha specificato negli ultimi giorni che l’intenzione non è mai stata quella di cancellare completamente il buono, ma di modificarlo. Infatti, dall’anno prossimo verrà probabilmente introdotta la cosiddetta “carta cultura”, che è sostanzialmente un altro bonus sempre a favore dei neo diciottenni per l’acquisto degli stessi identici prodotti che offriva il bonus cultura precedente. Quale sarebbe, però, la differenza sostanziale? La carta cultura non sarà più accessibile a tutti i ragazzi, ma solo a coloro i quali possiedono un ISEE che non superi i 50 mila euro.
Che cosa pensano i cittadini in merito a questa decisione?
Il 12 dicembre 2022 è stata rilasciata una dichiarazione da “Assomusica”, un’associazione di organizzatori e produttori di spettacoli di musica dal vivo. È un’associazione molto importante in Italia, dato che si occupa di organizzare circa l’80% dei concerti che vengono ospitati nel nostro paese.
Nella dichiarazione il presidente dell’associazione, Vincenzo Spera, ha espresso il suo dissenso verso l’idea di modificare o eliminare il bonus cultura. Il presidente sostiene che il possibile provvedimento verso il bonus sia uno sbaglio, dal momento che ha sempre funzionato in maniera eccellente e che fino ad oggi sono stati utilizzati più di 3 milioni di voucher per partecipare agli spettacoli e ai concerti. “Per il 2023, il regime è pronto e parliamo di diciottenni del 2022. Perché cambiargli, in corsa, le regole del gioco? Tutte la passate edizioni hanno avuto tempi di approvazione abbastanza lunghi. Infatti, far passare una nuova norma a dicembre implicherebbe otto o dieci mesi di tempo per adottare i nuovi provvedimenti attuativi” ha dichiarato il presidente nel comunicato che è stato rilasciato.
Mi trovo estremamente d’accordo con le parole di Vincenzo Spera: modificare o eliminare il bonus sarebbe una scelta sbagliata, dal momento che per molti anni ha sempre funzionato in modo più che positivo. Trovo ingiusto anche dover fare una scelta riguardante il diritto dei ragazzi di usufruire del bonus in base all’ISEE, poiché si tratta di un bonus culturale a cui tutti i ragazzi dovrebbero avere diritto di accedervi. Il diritto alla cultura dev’essere per tutti, senza distinzioni di reddito o altro.
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