Si è rinnovata a Genova la tradizione del Confeugo.
Ai tempi della Repubblica di Genova, la cerimonia de “O Confeugo” era il saluto di Capo d’Anno: l’omaggio del popolo, nella persona dell’Abate del Popolo, alle più alte cariche dello Stato, il Doge, e lo scambio di voti augurali per il nuovo anno, che nel medio evo iniziava col 25 dicembre. Il principale dono de “O Confeugo” consisteva in un grosso tronco di alloro, coperto di rami e adornato di nastri bianchi e rossi.
Anche a Sestri Levante oggi si è celebrato questo rito.
"La fiamma è andata dritta, un ottimo auspicio per Genova e per tutta la nostra regione. Credo che il 2023 sarà un anno bello e importante; in questi ultimi mesi abbiamo lavorato molto perché lo fosse, mi riferisco soprattutto alla fase post pandemia. Il virus non è ancora completamente sconfitto ma siamo riusciti grazie alla scienza a rialzare la testa, riappropriandoci della nostra vita e ritrovandoci anche oggi per festeggiare una bella tradizione, in una piazza piena come lo è stata in occasione dell’accensione dell’albero l’8 dicembre. Questo dimostra un senso di comunità profondo”.
Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che questo pomeriggio ha partecipato, insieme all’assessore allo Sviluppo Economico Andrea Benveduti, alla tradizionale cerimonia del “Confuego”, organizzata dal Comune di Genova e dall’associazione A Compagna.
“Tantissime persone in Piazza De Ferrari per il Confeugo - ha aggiunto l’assessore Benveduti - una tradizione che affonda le sue radici nella storia della Liguria e della Repubblica di Genova. La fiamma è salita dritta e coraggiosa nel cielo, che sia di buon auspicio per il 2023”.
"Fiamma dritta, buon auspicio – ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci subito dopo l’accensione del ceppo di alloro – è stata una bella festa. Il mio augurio per la città è che si possa continuare nel percorso di crescita che abbiamo avuto negli ultimi anni. Ci impegneremo per portare a termine tutti i grandi progetti per consegnare una Genova migliore a tutti i cittadini e soprattutto ai nostri figli".