Puntuale come ogni anno, e come tradizione che si rispetti, ritorna al Museo del Ferro di Masone, intitolato ad Andrea Tubino, il presepe meccanizzato, uno dei gioielli della Valle Stura conosciuto anche al di fuori dei suoi naturali confini. In questo complesso, che ospita un’importante testimonianza legata all’arte del ferro e alla sua lavorazione, ogni anno l’allestimento della Natività diventa sempre più bello, grazie all’instancabile e prezioso lavoro dell’associazione Amici del Museo di Masone, in particolare dei fratelli Gianni e Tomaso Ottonello, vere colonne portanti di un gruppo che conta innumerevoli e meritevoli appassionati e volontari.
Il Presepe Meccanizzato di Masone è stato inaugurato lo scorso 8 dicembre e resterà allestito sino al prossimo 12 febbraio, con orari di visita ogni sabato e domenica dalle 15,30 alle 18,30. Dal 23 dicembre all’8 gennaio, inoltre, aperture tutti i giorni dalle 15,30 alle 18,30, mentre per altri orari e visite infrasettimanali si può prendere contatto con il numero telefonico 347 1496802, oppure scrivendo alla mail museomasone@gmail.com.
Per questa edizione 2022/2023, l’ambientazione è ancora negli anni Trenta del Novecento: “Quella di quest’anno - afferma Gianni Ottonello - è la diciannovesima edizione, e, come ormai consuetudine, ci troveremo a visitare Masone intorno agli anni 1930. Le animazioni e i movimenti meccanizzati riportano alla memoria i vecchi mestieri e le vecchie usanze: la fucina, il maglio, i boscaioli, i contadini, i falegnami e il fumo dei camini animano la rappresentazione. Naturalmente, come ogni anno, c’è da scoprire qualche parte nuova che, inserita nel contesto tradizionale del presepe, porterà nuovi stupori al visitatore. Un’occasione unica per tornare bambini con i bambini. Si entra nel presepe come tante figurine, ma poi si esce ricchi di felicità. Ci sono oltre un centinaio di movimenti e le ricostruzioni delle borgate più caratteristiche del paese. La sala delle statuine barocche, patrimonio artistico locale, e quelle dedicate a Fioretta Severa Pastorino Micca, con il presepe in terracotta, e al capolavoro della signora Loli Pisano Marsano completano la piacevole visita natalizia”.
L’ingresso è libero per tutti i visitatori: una piccola oblazione viene ricambiata con caramelle e dolcini. Ad arricchire la proposta culturale, anche stavolta gli Amici del Museo di Masone hanno aggiunto un paio di mostre: la personale del fotografo Roberto Merlo, dal titolo ‘Ma se ghe pensu’, e la mostra ‘Il Cristo degli Abissi si ferma a Masone’ di Franco Martini.
Merlo è specializzato in fotografia aerea e in occasione dei quarant’anni di professione ha voluto realizzare una mostra per promuovere l’immagine della Liguria e di Genova con un centinaio di foto aeree di grande fascino e impatto emozionale, destinate ad accendere l’interesse di un vasto pubblico di ogni età ed estrazione sociale e culturale. Quanto al Cristo degli Abissi, saranno esposte foto e documentazione dell’Archivio Franco Martini - Storia della Subacquea con sede presso l’Unione Sportivi Subacquei Dario Gonzatti, che ricordano l’ideazione, realizzazione e posa dell’immagine sacra meta di migliaia di subacquei. La statua, opera dello scultore Guido Galletti, era stata immersa nella baia di San Fruttuoso nel 1954. Durante il periodo espositivo sarà ricordato il compaesano subacqueo Franco Pastorino.
Fondato nel 1980 e allestito nell’ex convento degli Agostiniani (XVII secolo), il Museo Civico Andrea Tubino di Masone testimonia la vita quotidiana e le attività lavorative in età preindustriale. Dedicato ad Andrea Tubino, suo fondatore e appassionato cultore della storia della sua valle, raccoglie reperti archeologici romani e preistorici dell’entroterra appenninico ligure, oltre ad oggetti che ne hanno caratterizzato l’economia come quelli legati alla produzione vetraria, cartaria e soprattutto siderurgica.
Il polo è anche noto come Museo del Ferro: qui sono conservati i prodotti in ferro degli opifici masonesi, strumenti e ricostruzioni degli ambienti di lavoro dove operavano ferrai, fabbri, chiodatoli, ma anche oggetti d’uso quotidiano, attrezzi agricoli testimonianza del lavoro, della fatica e delle usanze della popolazione.
Da vedere l’incudine e i martelli usati per la manutenzione di lame e falci, chiodi. Presente anche una raccolta di Presepi di scuola genovese e napoletana del ’700 e dell’800 e un’interessante raccolta di minerali. In esposizione anche frammenti ceramici di ciotole e pentole usate nella lavorazione della lana, ritrovati a Rossiglione e databili fra V e IV secolo a.C.