Soriteatro 2022/23, l’ottava stagione organizzata a Sori da Teatro Pubblico Ligure con la direzione artistica di Sergio Maifredi, prosegue mercoledì 14 dicembre al Teatro Comunale con un doppio appuntamento nel segno dell’ironia, che vale come un invito a riunirsi per scambiarsi gli auguri e avvicinarsi alle feste con un sorriso. La serata prende avvio nel foyer alle 19.30 con Barbara Fiorio e il secondo incontro del ciclo “Far ridere è una cosa seria. Cinque autori d’eccellenza nella narrativa ironica”, dedicato questa volta a “Il Vangelo secondo Biff, amico d’infanzia di Gesù” di Christopher Moore. Alle 21 il pubblico si sposta in sala per assistere allo spettacolo “Manovale gentiluomo”, vero e proprio cavallo di battaglia di Dario Vergassola. L’annunciato spettacolo “La traviata della camelie” non andrà in scena a causa per l’indisposizione di David Riondino, a cui si augura pronta guarigione. La stagione è sostenuta da Teatro Pubblico Ligure con il contributo del Comune di Sori, in collaborazione con la Pro Loco di Sori. Biglietti per il singolo spettacolo: 15 euro (intero); 12 euro (ridotto); abbonamento a 7 spettacoli 70 euro. Biglietti per “Far ridere è una cosa seria”: 5 euro per i non abbonati. Informazioni e prenotazioni alla mail info@teatropubblicoligure.it o al telefono 348 2624922. Prevendite su www.mailticket.it, alla Pro Loco Sori (0185 700681), alla Pro Loco Recco (0185 722440).
La scrittrice Barbara Fiorio è autrice di molti romanzi tra cui “Qualcosa di vero” (Feltrinelli, 2015), “Vittoria” (Feltrinelli, 2018) e “La banda degli dei” (Rizzoli, 2021 – Vincitore del Premio Selezione Bancarellino 2022). «L’ironia – dichiara - è una cosa seria. Far ridere è una cosa seria. E anche se ha prodotto capolavori – da Shakespeare a Calvino, da Pirandello a Terry Pratchett – la narrativa ironica è ancora vittima di uno stereotipo: quello che la relega a letteratura di serie B. L’ironia, invece, è un esercizio delicato, che richiede – e insegna – la capacità di prendere distanza. Distanza dal proprio punto di vista, distanza dai luoghi comuni, distanza dal dolore. E in un’epoca come la nostra, in cui la sofferenza è sempre più esibita, diventa fondamentale conoscerla, oltre che saperla usare nella scrittura, per salvarsi. Perché potrebbe essere proprio l’ironia – parafrasando Dostoevskij – a salvare il mondo». Il tesoro in cui trovare buonumore è un libro di Christopher Moore pubblicato nel 2002, “Il Vangelo secondo Biff, amico d’infanzia di Gesù”. Biff dopo duemila anni scrive il suo Vangelo. Racconta la storia di Gesù che, non avendo uno straccio di idea su come si faccia il Messia, a dodici anni deve scoprirlo e allora parte insieme a Biff per cercare i Re Magi, gli unici ad avere un barlume di autorevolezza in materia. Si aprono porte sulle grandi religioni di tutti i tempi con leggerezza, serietà, ironia e immenso rispetto. Si ride molto, si scopre molto, ci si commuove moltissimo. Adatto a tutti, cattolici e no.
Dario Vergassola è il protagonista dello spettacolo che è stato il suo primo grande successo, “Manovale gentiluomo”, un monologo di cabaret in cui l’artista lascia spazio all’improvvisazione, stile in cui è maestro, e racconta la sua vita. La svolta è arrivata nel 1992 con la partecipazione al Maurizio Costanzo Show, trasmissione storica di Canale 5, dopo avere vinto il Festival di Sanscemo a Torino. Il disco e il monologo arrivarono a coronamento del successo. Accompagnandosi con la chitarra esegue i brani del disco, dove figurano “Non ci ho il fisico”, “Diecimila capelli fa”, “Ferie”, “Mario (Marta)” e la hit “Non me la danno mai (Lamento dell’armonizzatore)”. Uno spettacolo che rivela la visione comica e imprevedibile tipica di Vergassola, che manovale lo è stato davvero per 16 anni all’Arsenale della Spezia e gentiluomo è rimasto. Le battute si susseguono abbracciando tutti gli aspetti del quotidiano. Difficile prevedere cosa dirà Vergassola. Quel che è certo è che i racconti sulle dinamiche familiari, sulla sua ipocondria, sulle frustrazioni nei rapporti con l’altro sesso, le spudorate e indimenticabili gaffe della madre, i viaggi in Fiat 127 sulla Cisa per fare il provino allo Zelig, sono irresistibili.