Boom di assunzioni nel 2022 all'interno del Comune di Genova e delle sue società partecipate, dove hanno trovato impiego quasi 1500 persone, 1498 per la precisione di cui 822 a Tursi e 676 nelle partecipate, tra questi 480 a tempo indeterminato e 196 a tempo determinato. Il dato è emerso durante l'illustrazione del vicesindaco e assessore al bilancio Pietro Piciocchi, delle linee programmatiche dell'amministrazione in vista dell'approvazione del bilancio, che avverrà entro la fine dell'anno.
“Parliamo di una forza lavoro, riconducibile a tutta la galassia del Comune di Genova e alle sue partecipate di 1500 persone in più, - ha detto Piciocchi - questo è un fatto che mi riempie d'orgoglio, d'altra parte vediamo negli uffici tanti giovani, tante forze fresche e questo credo che sia un fatto assolutamente importante”.
L'aumento del personale ha inevitabilmente portato a un incremento dei costi di un bilancio già gravato dall'adeguamento del contratto collettivo nazionale che ha fatto lievitare le uscite per gli stipendi dei dipendenti da 227 a 236 milioni di euro, ragione per cui Anci ha chiesto al governo un fondo da 400 milioni da ripartire ai comuni che si trovano a fronteggiare un aumento delle spese.
Prima di elencare le voci che caratterizzano il bilancio, Piciocchi in aula si è detto soddisfatto perché il Comune per il secondo anno consecutivo proporrà l'approvazione del bilancio entro dicembre. “Ci riusciamo per la seconda volta, in un momento caratterizzato dalle incertezze che riguardano la congiuntura internazionale, la spinta inflazionistica e la crisi energetica. Approvare il bilancio a dicembre permette di impostare bene l'attività dell'amministrazione. Il nostro è un bilancio in ordine, in equilibrio virtuoso. Se compariamo i dati con quelli delle altre città metropolitane scopriamo che Genova fa parte delle cinque città metropolitane su quattordici con un bilancio in equilibrio”.
Il bilancio, come ha spiegato Piciocchi, è suddiviso in quattro macro argomenti.
Trasferimenti ordinari dallo Stato agli enti locali
“Da qualche anno accusiamo delle perdite rispetto ai riparti del fondo per i meccanismi di perequazione: le risorse non sono erogate sul fabbisogno, ma sul differenziale tra le capacità fiscali e i fabbisogni standard. I comuni virtuosi, come il nostro, vedono ridurre i trasferimenti e le risorse prelevate ai contribuenti vengono assegnate a comuni con indici più deficitari. A bilancio avremo una perdita di 3 milioni di euro, l'obiettivo è stabilizzare questa posta entro il 2030, il rischio è una perdita complessiva di 35 milioni di euro, che non ci possiamo permettere”.
Dei trasferimenti fa parte il fondo Imu-Tasi:
“Da 625 milioni è stato ridotto a 300 milioni e si sarebbe ridotto ulteriormente, ma abbiamo presentato ricorso alla Corte Costituzionale che ha stabilizzato il fondo a 300 milioni. Questo ci consente di avere risorse per una prima variazione di bilancio”.
Debito
“Il Comune ha iniziato da anni un'azione di contenimento del debito. Abbiamo ottenuto una rinegoziazione con Cassa Depositi e Prestiti che ci permette di respirare andando a rimodulare in futuro le quote capitali dei nostri impegni di restituzione”.
Pnrr
“Tutta la macchina comunale è ventre a terra su questa sfida importantissima per il futuro della nostra città. Chiaramente questa sfida ha ricadute in termini di aggravamento sugli uffici e sulla gestione, penso al capitolo sulle rendicontazioni, ai vincoli nell'uso delle risorse, ma penso anche all'attenzione che dobbiamo riservare ai quadri economici dei lavori. Dobbiamo essere bravi e preparati perché l'impegno del Comune deve traguardare soglie di sostenibilità”.
Riscossione
“Sono contento perché il Comune di Genova nella lotta all'evasione ha lavorato bene, lo dicono i dati, siamo uno dei primi comuni nella classifica dell'equità fiscale. Abbiamo buone percentuali di riscossione per i tributi, ma scarse sulla ristorazione scolastica e le sanzioni al Codice della Strada. Ci sono norme di contabilità che ci impongono di migliorare la riscossione evitando quella coattiva”.
Fatte queste premesse, Piciocchi ha commentato la gestione finanziaria dell'anno che sta per concludersi: “Il 2022 è stato un anno positivo nella logica di stabilizzare le entrate del nostro bilancio. Il Comune di Genova è stato apripista nell'ispirare il legislatore su certe norme e certi percorsi. Ricordo l'accordo con la presidenza del Consiglio dei Ministri per il mantenimento dell'equilibrio strutturale di grandi comuni non in disavanzo e l'attività di rinegoziazione del debito con Cassa Depositi e Prestiti, ricordo l'operazione portata a casa con circolare della Cassa che ha coinvolto tutte le grandi città e ricordo infine l'accordo sulla distribuzione degli utili di FSU.
Il 2022 è stato caratterizzato da uno sforzo notevole nell'incrementare le risorse, tanto per la parte corrente quanto della parte in conto capitale. Le diciassette variazioni di parte corrente e i cinque adeguamenti presentate in aula hanno portato alla crescita della parte corrente del bilancio, passata da 840 milioni di iniziale dello scorso anno a 974 milioni di quest'anno. Il plafond delle direzioni è la cifra più importante perché attiene alle leve di spesa che consentono a un'amministrazione di mettere in pratica una propria politica. È passato da 120 milioni a 200 milioni. A un incremento della spesa corrente corrisponde un impegno dell'amministrazione nella spinta che il bilancio deve dare al rilancio della città. Ci sono due modi per interpretare questo ruolo: o si tira il freno a mano dicendo che non ci sono soldi come alibi per non fare le cose o cerchiamo di essere rigorosi ed efficienti nella spesa, cercando anche di rinforzare la nostra entrata”.
In chiusura il vicesindaco ha elencato le altre voci che caratterizzano il bilancio 2022.
Opere pubbliche
“Anche qui abbiamo numeri che fino a qualche anno fa erano sconosciuti. Il nostro piano triennale delle opere pubbliche, per il 2022 con la quinta variazione approvata la scorsa settimana ha raggiunto quota 1 miliardo 305 milioni 131 mila euro, una cifra veramente importante e posso dire che a oggi compresi gli interventi del Pnrr abbiamo interventi in attuazione per 753 milioni. È un momento importante perché bandiremo oltre cinquanta gare su progetti importantissimi di rigenerazione urbana recentemente approvato in giunta”.
Debito
“A oggi ammonta a 1 miliardo 30 milioni 869mila euro, l'obiettivo per il prossimo anno è di ridurlo a 996 milioni 311mila euro, quindi scendere sotto il miliardo di euro. Abbiamo in previsione la contrazione di nuovi mutui per 37 milioni”.
Bilancio 2023
“Il volume complessivo di parte corrente è di 907 milioni di euro, in incremento significativo rispetto all'iniziale dello scorso anno che era di 840 milioni. Questo dipende in parte dalle manovre di stabilizzazione delle nostre entrate, in parte dall'effetto di una serie di trasferimenti finalizzati da parte dello Stato rivolti agli enti locali.
Sono confermate le somme che eroghiamo annualmente alle nostre aziende partecipate: 27 milioni 900mila euro ad Amt, 16 milioni di contratto di servizio e 15 in conto capitale per Aster, 4,5 milioni al Carlo Felice, quando ci siamo insediati era di 2,7 milioni di euro, un milione va a Palazzo Ducale, quasi 3 milioni al Teatro Nazionale. A questi si aggiungono una serie di contributi a teatri minori.
I plafond iniziali delle direzioni ammontano a oltre 150 milioni, l'incremento significativo riguarda il plafond della direzione politiche sociali che passa da 43 a 63 milioni.
Per quanto riguarda il piano triennale delle opere pubbliche, al momento abbiamo una somma di 632 milioni di euro di cui parte significativa è rappresentata dal trasporto pubblico locale, in particolare per i fondi dello Skymetro”.