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Sanità | 06 dicembre 2022, 17:53

Taglio della centrale 118 a Lavagna, Gratarola: “La Liguria non può più sostenere la presenza di cinque centrali”

Da Chiavari le prime critiche, il consigliere comunale Orecchia: “Dovranno essere chieste garanzie che il servizio continui ad essere efficiente”

Taglio della centrale 118 a Lavagna, Gratarola: “La Liguria non può più sostenere la presenza di cinque centrali”

È arrivata in queste ore la notizia del possibile taglio della centrale del 118 nel Tigullio.

In Liguria Lavagna e Imperia rischiano di perdere infatti di perdere le proprie centrali a causa dell’applicazione di alcune direttive del ministero della Salute.

La normativa nazionale prevede, per un territorio di 1 milione e 600 mila abitanti come la Liguria la presenza di sole 3 centrali. 

In questa delicata situazione il livello normativo regionale si intreccia dunque con quello nazionale: nel piano sociosanitario (ancora in evoluzione) c’è anche il ridisegno delle centrali operative che si sta compiendo a livello nazionale.

“Regione Liguria, come tutte le altre regioni, deve adeguare il numero delle centrali operative del 118 - commenta l’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola - Guardando cosa accade nel resto d'Italia cito ad esempio la Lombardia che ha cinque centrali a fronte di 10 milioni di abitanti. Diventa così evidente che la Liguria, poco più grande della città di Milano, non possa più sostenere la presenza di cinque centrali sul suo territorio.

Il numero si deve ridurre a tre così suddivise: una al centro, una a ponente e una a levante. La collocazione non è ancora stata decisa, a parte la centrale operativa che sorgerà nel cuore della Liguria e che resta al San Martino. Qualunque scelta va bene: non siamo infatti di fronte ad una struttura sanitaria, ma di un centralino che risponde alle esigenze del cittadino e di conseguenza nulla cambia per il territorio.

L'obiettivo di arrivare ad avere tre centrali è dunque utile a recuperare personale sanitario estremamente carente in questo periodo e soprattutto, come hanno fatto altre regioni, sostituire gli infermieri presenti in centrale con tecnici specializzati in grado di gestire, con un'opportuna formazione, l'emergenza e l'invio dei mezzi di soccorso”.

A livello locale la notizia sta provocando malumori e critiche: nel comune di Chiavari i consiglieri comunali d’opposizione Nicola Orecchia e Giovanni Giardini hanno già annunciato di voler aprire una discussione in consiglio comunale: 

“Abbiamo presentato una mozione da discutere nel prossimo Consiglio Comunale per sollecitare il Sindaco di Chiavari, peraltro, anche nella sua qualità di Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ASL 4 Chiavarese, a prendere una posizione sul tema e ad assumere tutte le azioni possibili perché tale decisione non impoverisca il nostro territorio e non sia calata dall’alto, facendo perdere ulteriore centralità a Chiavari, come sta succedendo in questi ultimi anni. 

Riteniamo, infatti, che, qualora debba essere attuata una normativa nazionale e non sia possibile chiedere, invece, come auspichiamo, una deroga, considerati, in particolare, gli investimenti fatti di recente (in formazione, attrezzature e software) e la conoscenza capillare del territorio assunta negli anni dal personale in organico della centrale operativa di Lavagna, ogni decisione debba essere prima dibattuta e condivisa da tutti i comuni coinvolti, ascoltando le specifiche esigenze e peculiarità di un comprensorio complesso e articolato come il nostro, sviluppato tra costa ed entroterra.

Dovranno essere chieste garanzie che il servizio continui ad essere efficiente ed i tempi degli interventi di soccorso non subiscano il minimo ritardo. Specie per un servizio sanitario fondamentale e delicato come quello d’urgenza ed emergenza”.

Marco Garibaldi

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