“Le mille sfumature che non ho” è il titolo del primo lavoro discografico di Misentotale, il progetto del musicista e cantautore genovese Simone Meneghelli che vede la partecipazione e la collaborazione di altri 2 artisti nella sua formazione, Simone Cricenti e Luigi “Gigi” Marras. Pubblicato all’inizio dell’autunno, è un disco che rappresenta e raccoglie anni di lavoro in studio, sui palchi dei locali e per strada, sa di calore e di cose da dire a bassa voce, quando le luci si abbassano e si alza la voglia di aprire i cuori verso l’altro.“Canzoni, voce e chitarra, violoncello, legno e lucine e un mondo sonoro che si ispira all’ universo indie folk” è la definizione che viene data da Simone & co. per descrivere il mondo di Misentotale, che fin dalla scelta del nome ha deciso di prendersi “una bella assicurazione sulla libertà”, senza mettere alcun tipo di confine a quello che è possibile sentirsi in ogni preciso momento della vita.
Meneghelli è fresco della collaborazione con a Pivio e Aldo De Scalzi per la creazione di uno dei pezzi che compone la colonna sonora del film “Diabolik. Ginko all’attacco”, e abbiamo approfittato dell’occasione per rivolgergli qualche domanda sul suo progetto.
Raccontaci il tuo progetto musicale e che cosa rappresenta questo disco.
“L’album si chiama ‘Le mille sfumature che non ho’ contiene 5 pezzi, si tratta di un EP a tutti gli effetti, che però ha avuto i tempi di lavorazione molto lunghi, quasi quelli di una discografia. Ci sono voluti tanti anni perché in qualche modo rappresenta ‘la fine dell’inizio’: tanti artisti più ‘intelligenti’ di me fanno uscire delle canzoni di cui magari non sono ancora troppo convinti, mentre io l’ho fatto di nascosto: ho buttato via quintali di musica finché non ho trovato cinque canzoni che mi danno soddisfazione. Dopodiché ci sono voluti altri anni per capire con che veste registrarle, con quale mood e quale atmosfera. Alla fine ci sono riuscito,e spero sia veramente che sia davvero ‘la fine dell’inizio’”.
In attesa di scoprire le altre 995 sfumature mancanti… quali sono le sonorità che contraddistinguono i brani scelti rispetto a quelli che hai scartato?
“I pezzi che ho scartato sono universi paralleli, che fanno parte di me comunque: la musica che ascoltiamo è tanta, ma c’è molta differenza tra la musica che ci interessa e quella che ci piace.
Quella che ci piace la portiamo avanti per tutta la vita, quella che ci interessa è quella a cui dedichiamo periodi magari di full immersion ma che poi lasciamo stare perché non ci appartiene veramente.
Il mondo a cui sono maggiormente legato è quello del folk e dell’indie folk, che domina i miei ascolti: Fleet Foxes, Sufjan Stevens, Beirut, Kings of Convenience sono solo alcuni degli artisti di riferimento. Ho cercato di prendere queste sonorità, che sono la versione moderna del folk che ha i suoi padri fondatori inglesi e americani da Bob Dylan al mondo della musica irlandese. Queste sonorità attualizzate sono diventate le canzoni italiane che si possono definire cantautorali, ma che vorrebbero avere quel tipo di respiro e sferragliamento, di imperfezione”.
Il progetto Mi sento tale non è composto solo da Simone, chi suona insieme a te?
“In questo momento siamo in 3, c’è Simone Cricenti, violoncellista che ha suonato per grandi orchestre, e il nostro incontro è stata un’epifania per me: ci voleva un strumento che completasse veramente il progetto, che fosse l’altra voce. Sentendo tanta musica ho sempre avuto una passione per gli archi, ma non volevo l’orchestra. Il violoncello era lo strumento che stavo cercando, e Simone è diventato l’altra metà del suono. La nostra musica di base è fatta da noi due, poi viene arrangiata, tanto che la formazione più ristretta con cui suoniamo è composta dal dialogo voce, chitarra e violoncello. Recentemente è entrato anche Gigi Marras, batterista che viene dal mondo del jazz, perché in questa musica fatta di sfumature volevo qualcuno che sapesse suonare anche pianissimo ma che riesce anche a mettere il carico quando serve. Mi accompagnano grandi musicisti”.
Ci saranno altri appuntamenti live, dopo quello alla Piccola Birreria Kowalsky dei giorni scorsi?
“Abbiamo delle date fissate già nel mese di dicembre, ma ancora stiamo ultimando il calendario: posso dire che tornerò a Genova all’Ostello Bello poco prima di Natale.
Nel frattempo, è possibile ascoltare il nostro disco in streaming e in versione CD: anche se ora sono un po’ fuori moda abbiamo creato un oggetto molto bello insieme a Federico Ghillino e Giorgia Ponticelli, con la nostra foglia simbolo e tutto il nostro mondo di riferimento”.